Le prestazioni di Dovizioso nel 2017 sono state una sorpresa per tutti, anche per lui come ha ammesso più volte. Lo stesso forlivese non si sentiva in grado di poter vincere svariate gare, tanto meno di lottare per il mondiale e cosa davvero straordinaria, battere svariate volte il campione del mondo Marc Marquez.
I numeri dell’anno appena conclusosi di Andrea sono a dir poco incredibili, specie se confrontati con le scorse stagioni nella classe regina. Delle otto vittorie ottenute in top class, ben sei sono arrivate quest’anno, con un rendimento imbarazzante se confrontato con il compagno di squadra più blasonato e accreditato per il titolo, Jorge Lorenzo.
Alla luce di tutto questo, si sono rincorse parecchie voci nel paddock che vedrebbero un interesse concreto per il pilota italiano, per affidargli una sella ufficiale nel 2019 in una casa giapponese di prim’ordine, leggi Yamaha e Honda. Le due case, però, non prima di averlo elogiato, smentiscono.
Lin Jarvis, boss del Yamaha Factory Team, ha smentito categoricamente le voci che davano il Dovi vicino alla casa di Iwata: “Andrea ha raggiunto dei risultati importanti e sicuramente non per caso, dopo cinque anni di ottimo lavoro con la Ducati. E’ riuscito a migliorare la moto e ha fatto una stagione strepitosa. Ma onestamente non c’è nulla di vero circa un nostro interesse per lui”.
“Non è un segreto che lo scorso anno, quando c’era la possibilità che Pedrosa andasse via, abbiamo parlato con Andrea – conferma Livio Suppo, team leader uscente del team Honda HRC- sappiamo il suo valore ed è un ottimo pilota. Onestamente nessuno si aspettava una stagione del genere e sono davvero contento per lui. Ad ogni modo per il prossimo anno abbiamo già due piloti sotto contratto, quindi non c’è motivo di parlarne.”
Infine Paolo Ciabatti, l’equivalente di Jarvis e Suppo per la Ducati, ha confermato la volontà di continuare con Andrea. “Le trattive sono sempre basate sui risultati, un pilota con un passato recente vincente come il Dovi, avrà di sicuro una posizione più forte in sede di negoziazione. Quando sarà il momento di rinnovare il contratto terremo conto delle sette vittorie che ha ottenuto con noi, sperando di aggiungerne altre.”
Jacopo Leopardi