Nico Rosberg non corre più in Formula 1 e si è ritirato dalle competizioni per godersi la sua famiglia e la vita privata. E ora che il tedesco non correr più, in casa Mercedes è finita la politica “democristiana” nelle dichiarazioni alla stampa su quanto successo nella scuderia tedesca negli ultimi tre anni, con la sfida interna fra il figlio di Keke Rosberg e Lewis Hamilton per il titolo piloti.
Intervistato dal Daily Mail, Toto Wolff ha detto che nello scontro fra i piloti della Mercedes era Nico Rosberg il cattivo della situazione; quello che cercava qualunque mezzo, lecito o non, pur di abbattere il suo grande rivale nella corsa all’iride.
“Il vero cospiratore era quello che adesso non è più qui – ha detto Wolff – Il cattivo era lui. Nico ha provato a utilizzare tutte le armi che aveva a disposizione per destabilizzare Lewis. In Mercedes c’erano tutti quei giochi psicologici che si possono usare per cercare di destabilizzare l’avversario. Nella rivalità fra Nico e Lewis forse c’erano anche fattori che a noi sfuggono. Sono cresciuti in due ambienti totalmente diversi, e hanno corso uno contro l’altro sin da ragazzini. Purtroppo, quando due piloti hanno una macchina da titolo, non sempre tutto fila liscio. Ogni anno c’era un incidente importante che aveva conseguenze nel rapporto fra Nico e Lewis. Quando degli sportivi competono a un livello così alto, diventano particolarmente sensibili. Loro lo erano. E quegli incidenti li hanno influenzati”.
Quando l’intervistatore ha citato quanto successo a Monaco nel 2014, con Rosberg che è finito lungo nell’ultimo tentativo in qualifica al Mirabeau, rovinando il giro ad Hamilton e impedendogli così di togliergli la pole position, Wolff ha dato all’intervistatore l’idea di pensare che il pilota tedesco sia finito lungo volontariamente. “Io ho la mia idea su quanto è successo, ma sto pensando a come potreste riportarla – ha provato a spiegare l’ex pilota austriaco – Di sicuro quanto successo ha causato un forte contraccolpo nel loro rapporto. E’ stata una controversia enorme”.