Il mondiale endurance è una fonte incredibile di colpi di scena e la 6 ore texana lo ha dimostrato perfettamente. La vittoria è andata per la terza gara consecutiva alla Porsche 919 Hybrid numero 1 di Bernhard-Webber-Hartley, autori di una corsa in cui non hanno mai ceduto alla schiacciante superiorità prestazionale dell’Audi, cosa che non si vedeva da anni. La casa di Ingolstadt ha perso la corsa per colpa di errori e problemi che quest’anno si stanno verificando un pò troppo spesso per un team di questo calibro. Alla fine il secondo posto della numero 8 di Di Grassi-Duval-Jarvis è un bottino molto amaro considerando il dominio della prima parte di gara. In terza posizione si è piazzata la Toyota numero 6 di Kobayashi-Sarrazin-Conway, che ha rischiato anche di strappare il secondo posto ai rivali tedeschi, chiudendo a 3” da loro. Quarta la Porsche di Dumas-Jani-Lieb, che conserva un buon vantaggio in campionato ma ancora una volta viene doppiata dalla gemella, molto pesante come distacco. Quinta la Toyota di Davidson-Buemi-Nakajima, molto sottotono oggi, davanti all’Audi degli autori della pole Fasslèr-Lotterer-Treluyèr.
Le Audi vengono subito insidiate al via dalla Porsche di Webber, che supera Duval che al secondo giro si riprenda la seconda posizione dietro a Fasslèr, mentre si scatena un gran duello tra la Porsche di Jani e le Toyota, che lo infilano una dopo l’altra. Le Audi fanno il vuoto e controllano agevolmente le prime ore di gara, mentre ci sono grandi duelli tra le Porsche e le Toyota.
L’oscurità poi cala su Austin ma anche sul box Audi. Un guasto elettrico rallenta la vettura di Duval che cede la seconda posizione ad Hartley, che facendo il pit stop sotto full corse yellow va al comando davanti a Treluyèr. Il francese poi completa l’opera. Si tocca con la Ford numero 66 e finisce a muro, perdendo diversi giri ai box per le riparazioni, che la costringeranno al sesto posto finale ben lontana dagli altri. Nel finale la Porsche numero 1 vede l’avvicendamento al volante tra Webber e Bernhard che la porta vittoriosa sotto la bandiera a scacchi. Alle sue spalle Di Grassi resiste alla rimonta della Toyota di Sarrazin che comunque chiude ancora sul podio. In classifica la Porsche numero 2 sale a 130 punti con l’Audi numero 8 a 92.5 e la Toyota numero 6 a 92. Segue a 78.5 la Porsche numero 1 che prosegue la sua rimonta. Nel mondiale costruttori la Porsche è vicina al bis iridato con 238 punti davanti ai 185 di Audi e ai 137 di Toyota.
In LMP2 l’Alpine ipoteca il titolo con la quarta vittoria in sei gare di Menezes-Lapierre-Richelmi che rifilano un giro alla Ligier di Gonzales-Senna-Albuquerque che precedono dopo una grande battaglia precede la G-Drive di Rast-Brundle-Rusinov.
Gara non molto combattuta in GTE PRO. Dominio totale dell’Aston Martin numero 95 di Sorensen-Thiim, che ora è in testa al campionato davanti alla Ferrari numero 71 di Rigon-Bird, che hanno chiuso terzi dietro all’altra rossa di Bruni-Calado. Si conferma troppo netto il vantaggio dato alle Vantage dal Balance of Performance. Delude la Ford GT padrona di casa, con la 67 al quarto posto e la 66 protagonista di molti fuoripista. Quinto posto per l’Aston numero 97 vincitrice in Messico davanti alla Porsche che non ha mai lottato.
Anche in GTE AM si è imposta l’Aston numero 98 di Dalla Lana-Lamy-Lauda che ha battuto la Porsche del KCMG di Camathias e alla Corvette di Pierre Ragues.
Il 16 ottobre il prossimo round a casa della Toyota, alla 6 ore del Fuji.