Condannata a vincere: è questo il destino della Ferrari in ogni competizione cui la Casa di Maranello prende parte. Così la stagione 2016 del World Endurance Championship (WEC) era carica di aspettative per diversi motivi. Intanto c’era da riscattare il 2015, annata nella quale la Ferrari aveva raccolto il titolo mondiale nella categoria GTE-Am, ma in cui nella classe più prestigiosa, la GTE-Pro, non era riuscita a primeggiare né tra i piloti né, soprattutto, tra i costruttori, da sempre il primo obiettivo insieme alla vittoria nella 24 Ore di Le Mans. Poi c’era la grande sfida di riuscire a vincere al primo anno con una vettura completamente nuova, la 488 GTE che ha preso il posto della gloriosa 458 Italia, ormai in corsa solo nella classe GTE-Am. Si trattava, dunque, di iniziare a lavorare con una vettura strutturalmente nuova, dalle soluzioni tecniche al cambio, ora trasversale, fino ad arrivare al cuore dell’auto, il propulsore che per la prima volta dai tempi della F40 è tornato ad essere un turbo. Dopo migliaia di chilometri di test, la 488 GTE ha debuttato a Daytona, ancora acerba dal punto di vista dell’affidabilità ma già notevole sotto il profilo delle prestazioni.
Silverstone. I mesi che sono trascorsi tra la fine di gennaio e la metà di aprile, quando il WEC ha preso il via a Silverstone, sono stati utilissimi per affinare la preparazione e così alla prima gara del campionato il dominio è stato evidente. Il team AF Corse ha schierato come nel 2015 due vetture nella classe GTE-Pro e una in GTE-Am. La Ferrari ha fornito alla struttura diretta da Amato Ferrari quattro suoi piloti ufficiali: sulla storica numero 51, il confermato Gianmaria “Gimmi” Bruni è stato affiancato da James Calado, mentre sulla 71 al fianco di Davide Rigon è arrivato Sam Bird, campione del mondo LMP2 e da sempre pilota velocissimo e molto considerato in tutti gli ambiti. Nella classe GTE-Am l’unica Ferrari in corsa, la 458 Italia GTE numero 83, è stata affidata come nel 2015 ad Emmanuel Collard, François Perrodo e Rui Aguas. A Silverstone la qualifica è stata dolceamara: Rigon e Bird hanno ottenuto la pole position battendo di oltre un secondo la Porsche di Richard Lietz e Michael Christensen, mentre la vettura 51 dopo aver ottenuto un tempo con Calado ha avuto un problema al motore che ha costretto Bruni al box. Il guasto si è rivelato tale da comportare la sostituzione del motore con conseguente partenza dall’ultima posizione sulla griglia e stop&go di 3 minuti. La gara è stata una cavalcata vincente per Bird e Rigon mentre è stata quasi incredibile la rimonta dell’equipaggio della 51 che, anche grazie ad una strategia perfetta del team, è riuscita addirittura a conquistare la seconda posizione. La festa Ferrari è stata completata dalla vittoria della 458 Italia numero 83 in classe GTE-Am che ha battuto l’Aston Martin di Paul Dalla Lana, Pedro Lamy e Mathias Lauda.
Spa-Francorchamps. La seconda gara è andata in scena a inizio maggio a Spa-Francorchamps, dove le Ferrari hanno nuovamente fatto la parte del leone, dominando la scena fin dalle qualifiche. Rigon e Bird hanno confermato la forma del mese precedente stabilendo la pole position davanti ai compagni di team. In gara i valori si sono invertiti, con Bruni e Calado più veloci dei compagni fino a dieci minuti dal termine. A quel punto sulla vettura 51 si è verificato un nuovo problema che ha costretto James a rientrare ai box mentre era tranquillamente in testa. Per evitare la rottura del motore si è deciso di non fare ripartire la sua 488 e così la beffa è stata completa: niente vittoria per Bruni e Calado, per l’inglese sarebbe stata la prima nel WEC, e niente punti per costruttori, piloti e team in nome della celebre regola dell’Endurance che li assegna solamente alle auto che transitano fisicamente sulla linea del traguardo. A raccogliere il successo sono ancora Bird e Rigon che vanno in fuga in campionato, mentre in GTEAm l’Aston Martin si prende la rivincita ma Collard-Perrodo- Aguas tengono il passo piazzandosi al secondo posto. Domani la seconda parte della season review.