Vittoria storica per Herta al COTA. Power e Rossi traditi da una caution
24 Marzo 2019 - 21:24
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Il pilota dell'Harding-Steinbrenner coglie il suo primo successo alla terza gara in carriera in IndyCar. Newgarden, secondo, allunga in campionato sui suoi rivali diretti

AUSTIN – La prima gara in assoluto della NTT IndyCar Series al Circuit of the Americas ha regalato colpi di scena ed entusiasmo, e ha scritto una pagina indelebile nella storia della categoria a stelle e strisce. Colton Herta, vincitore della gara di Austin, a 18 anni 11 mesi e 22 giorni è infatti diventato il pilota più giovane di sempre a trionfare in una corsa di IndyCar.

Il pilota dell’Harding-Steinbrenner Racing, alla sua terza gara in IndyCar dopo un anno di apprendistato in Indy Lights, ha disputato una corsa di grandissimo spessore sin dal via, occupando stabilmente la terza posizione. Dopo essere scattato dalla quarta posizione, Herta ha subito infilato Hunter-Reay e si è posto all’inseguimento di PowerRossi. Il figlio d’arte è riuscito a scavalcare il portacolori dell’Andretti Autosport anticipando la prima sosta, ma al giro 22 Rossi si è ripreso il secondo posto con un sorpasso da urlo sul rettifilo opposto. Da lì in poi Herta ha cercato di tenere il ritmo di Power e Rossi, riuscendoci a tratti e perdendo qualcosa nel momento di decadimento prestazionale delle gomme Firestone.

 

DAZN Frame

 

Tra il quarantatreesimo e il quarantacinquesimo giro sono avvenuti i due momenti chiave della corsa: Herta ha effettuato il suo ultimo pit stop e ha anticipato i due rivali diretti, e due passaggi dopo Rosenqvist è andato a sbattere contro il muro posto all’uscita della penultima curva, conseguenza di un contatto con Hinchcliffe (non Ericsson, come erroneamente sostenuto su DAZN, ndr). Inevitabile la caution, che ha tarpato le ali a Power e Rossi, dominatori della gara. I due, così come Dixon, sono stati costretti ad aspettare che tutto il gruppo si accodasse dietro la vettura di sicurezza per rientrare ai box, dato che quando viene esposta la bandiera gialla la pit lane viene chiusa. E proprio il pit stop in regime di caution si è rivelato fatale per Power, che è rimasto fermo in seguito al cedimento della trasmissione sulla sua DW12-Chevrolet.

Fuori dalla lotta per la vittoria Power e Rossi, per Herta è stata una passeggiata. Alle spalle del rookie dell’Harding-Steinbrenner si è piazzato Newgarden, autore di una gara tutto sommato positiva, anche se il pilota del team Penske non ha mai avuto il passo per lottare per il podio fino all’ingresso della pace car. Il campione IndyCar 2016 ha comunque ottenuto un risultato importantissimo in chiave campionato, dopo la vittoria di St.Petersburg, e non ha mai dato ad Hunter-Reay la possibilità di infilarlo. Il pilota dell’Andretti Autosport si è dovuto accontentare del terzo posto, davanti a Rahal.

 

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Quinta posizione per Bourdais, che ha corso in modo molto aggressivo ed è stato uno dei piloti più battaglieri nei sessanta giri dell’IndyCar Classic. Sesto Andretti, che ha preceduto sul traguardo SatoO’Ward. Il pilota messicano, alla sua seconda gara in IndyCar, è stato uno dei protagonisti nella prima metà della corsa, mentre nella seconda parte ha sofferto maggiormente per il consumo delle gomme, tanto da perdere due posizioni negli ultimi due giri. Nono sul traguardo Rossi, che ha rimontato furiosamente dopo essere stato ricacciato in fondo al gruppo dall’esposizione della bandiera gialla nel momento meno opportuno. Decimo Harvey, che ha dovuto cedere nel finale a un attacco ben riuscito di Rossi. Solo tredicesimo Dixon, penalizzato dall’ingresso dalla vettura di sicurezza proprio come Power e Rossi.

Quindicesima posizione sul traguardo Ericsson. Lo svedese dello Schmidt-Peterson Motorsports ha occupato stabilmente la top 6 grazie a una strategia accorta, che gli ha permesso di scavalcare diversi rivali anticipando il primo cambio gomme. Ma se il primo pit stop ha dato molto a Ericsson, il terzo gli ha tolto tutto. I meccanici hanno fatto ripartire l’ex pilota della Sauber mentre stava sopraggiungendo Pigot, e per un pelo non c’è stato un incidente. La direzione corsa ha ritenuto pericolosa la condotta del box dello Schmidt-Peterson, e ha punito Ericsson con un drive thru, togliendogli la possibilità di lottare per il podio.

 

 

 

Immagine in evidenza: ©DAZN Frame