Vittoria inaspettata di Takuma Sato a Portland. Dixon precede Rossi, tanti problemi per Power
03 Settembre 2018 - 10:44
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GP Portland
Il giapponese torna al successo dopo la Indy 500 2017. Rimane aperta la lotta al campionato, con l'alfiere Ganassi che guadagna qualche punto

La massima serie a ruote scoperte made in USA torna sul circuito di Portland a 11 anni dall’ultima gara disputata (allora in ChampCar, ndr) regalando una gara incerta dal primo all’ultimo giro. A spuntarla è stato Takuma Sato che torna sul gradino più alto del podio dopo 15 mesi dall’ultima vittoria ottenuta alla 500 miglia di Indianapolis della passata stagione. Il giapponese del Rahal Letterman Lanigan Racing ha sfruttato una strategia a due soste, contro le tre di chi partiva nelle prime file, per rimediare la brutta prestazione in qualifica (partiva ventesimo, ndr) andando a conquistare la vetta della gara a 11 giri dal termine e mantenendola fino alla bandiera a scacchi. Per il pilota nipponico non è stata un’impresa semplice soprattutto negli ultimi giri quando ha dovuto resistere ai continui attacchi di Ryan Hunter-Reay fattosi sempre più minaccioso e vicino alla Dallara #30. Per Sato questa è la terza vittoria in IndyCar dopo la già citata Indy500 e il GP di Long Beach 2013.

Il film della gara ha mostrato da subito grandi colpi di scena con un grande incidente, dopo la prima chicane, che ha visto coinvolti Scott Dixon, Graham Rahal, Ed Jones, James Hinchcliffe e Marco Andretti planato sulla vettura degli ultimi due prima di cappottare la propria Dallara, finendo la gara a testa in giù. Per fortuna nessuna conseguenza per i piloti, usciti tutti autonomamente dalle proprie vetture. Per alcuni attimi la visione della lotta al campionato è stata ribaltata con il leader Dixon fermo e Alexander Rossi secondo dopo il sorpasso a Newgarden al via. La tenacia del neozelandese lo ha portato a “fuggire” subito dal luogo dell’incidente senza aspettare l’aiuto dei commissari, riprendendo la via della corsa.

Al settimo giro viene esposta la bandiera verde e subito si palesa il secondo colpo di scena di questa gara. Un problema al cambio sulla vettura di Will Power rallenta l’australiano che scivola nella parte bassa della classifica, lasciando la leadership ad Alexander Rossi. Il pilota del Team Penske è riuscito a riprendere velocità, ma per buona parte della gara è stato costretto ad evitare la prima marcia, con notevoli problemi in accelerazione, soprattutto dopo la chicane della prima parte del circuito.

Dopo una prima parte di gara scoppiettante, la parte centrale non ha avuto particolari spunti con il primo giro di pit stop che è stato aperto da Alexander Rossi nel corso del 28° giro e chiusosi al 40° con Sebastien Bourdais. Per lo statunitense, così come Newgarden, Veach e Hunter-Reay rientrati tra il 28° e il 33° giro si è prospettata una gara a tre soste contro le due di chi è rientrato dal 38° in poi come Dixon e Sato.

Nel corso del 43° giro Power finisce a muro causando la seconda caution della gara. L’australiano ha perso il controllo sul cordolo dell’ultima curva impattando frontalmente contro le barriere di gomme. Per sua fortuna è riuscito a riprendere il via della gara, anche se ormai notevolmente compromessa dai vari episodi negativi. La gara riprende due tornate più tardi con Josef Newgarden che sopravanza Alexander Rossi nel corso del 49° giro, andandosi a prendere la vetta della classifica.

Al giro 56 la terza caution della gara, questa volta per colpa di Zach Veach finito in testacoda nello stesso punto di Will Power. Il pilota del team Andretti è riuscito prontamente a riprendere la strada della pista. Intanto Newgarden, Rossi e King ne hanno approfittato per effettuare la seconda sosta, scivolando però in fondo alla classifica. Ryan Hunter-Reay in questo modo è diventato il nuov leader della gara davanti a Sato, Bourdais e Dixon che dall’ultimo posto è risalito al quarto a metà gara. Bandiera verde esposta al 61° giro con Newgarden e Rossi subito all’attacco per ricucire il gap dai primi formatosi dopo la seconda sosta.

Dieci giri più tardi è il momento del secondo pit per Hunter-Reay che lascia la vetta a Takuma Sato. Tre tornate dopo anche Dixon effettua la seconda e ultima sosta. Al giro 76 la quarta caution della corsa con Santino Ferrucci rimasto fermo in mezzo alla pista. Questa neutralizzazione permette a Bourdais, Sato, Rossi e Newgarden di effettuare un’altra sosta, lasciando la leadership a Max Chilton. La Pace Car rientra ai box al giro 81 e si riapre la lotta all’avanzamento di posizioni. Pigot fulmina Dixon rubandogli il quinto posto, mentre a centro gruppo Rossi si riprende la posizione persa a favore di Newgarden una quartantina di giri prima.

A 11 giri dal termine Max Chilton effettua l’ultima sosta lasciando la testa della corsa a Takuma Sato che la mantiene fino al 105° e ultimo, nonostante gli attacchi di Hunter-Reay. La gara si conclude quindi con la vittoria del giapponese davanti al #27 e a Sebastien Bourdais, ultimo vincitore di Portland. Quarto posto per Spencer Pigot, con Scott Dixon subito alle sue spalle. Tra il neozelandese e il suo rivale in campionato, Alexander Rossi (8° al traguardo), si sono posti Simon Pagenaud (in rimonta dal 22° posto in griglia) e Charlie Kimball. Pietro Fittipaldi e Josef Newgarden chiudono la top ten.

Appuntamento quindi al round finale di Sonoma che si svolgerà tra due settimane. Con il doppio punteggio in palio per l’ultima gara i giochi sono ancora aperti con Scott Dixon in vetta con 598 punti seguito a 29 lunghezze da Alexander Rossi. Terzo posto condiviso per Will Power e Josef Newgarden, entrambi a quota 511. Matematicamente non sono ancora esclusi dalla vittoria finale, ma per loro sarà un’impresa ardua chiudere il campionato al primo posto.