Sebastian Vettel e Ferrari, un matrimonio che s’aveva da fare, prima o poi. E il fatto che la scuderia di Maranello sia sempre stata dietro al tedesco, è simbolo di quanto i vertici del Cavallino Rampante volessero puntare sul giovane pilota di Heppenheim. Ed è proprio lo stesso Vettel, in un’intervista odierna alla Gazzetta dello Sport, a confermare le passate voci di continui contatti tra le parti: “Quando arrivai in Toro Rosso avevo il motore Ferrari, quindi era normale avere buoni rapporti con Domenicali e gli ingegneri che curavano il mio propulsore. Poi, dal mio passaggio in Red Bull, ogni tanto mi sono ritrovato a parlare, sempre con Stefano Domenicali, di un mio possibile futuro in Ferrari. L’interesse da entrambi le parti era così forte che, nell’inverno tra il 2012 e 2013, andai segretamente a Maranello per parlare con Montezemolo di un mio prossimo futuro in rosso“.
Ma sulla strada tra Vettel e la Ferrari si sono messi degli eventi improvvisi, soprattutto i vari riassesti societari degli ultimi tempi, che avrebbero potuto far saltare tutto il lavoro profuso soprattutto da Domenicali. Ma i contatti, nonostante tutto, sono continuati anche con Marco Mattiacci, fin quando, sia il manager romano che Montezemolo, sono stati rimpiazzati da Arrivabene e Marchionne, con i quali la trattativa è andata avanti. Proprio l’attuale presidente della Ferrari chiamò direttamente Vettel, come rivela il pilota tedesco: “Mi telefonò dicendomi che sarebbe stato molto felice di avermi in squadra. Quando gli chiesi come avesse avuto il numero, si è fatto una sonora risata. Era chiaro che la Ferrari mi volesse a tutti i costi e io volevo la Ferrari, quindi le cose sono andate a buon fine“.
Infine, Vettel svela anche che c’è stato un momento della trattativa in cui avrebbe voluto volentieri il parere di un caro amico: “Mi sarebbe piaciuto avere il parere di Michael Schumacher, ma purtroppo non ho potuto. Così mi sono rivolto a Sabine Kehm, la sua manager“.