Il magnifico tracciato di Mount Panorama, meglio conosciuto come Bathurst ha accolto i piloti del gran turismo australiano nella più lunga gara della stagione. Una prova spezzata in due parti causa il deterioramento dell’ asfalto in una delle curve più significative del suggestivo tracciato, la numero tre che si presenta in salita verso destra dopo un rettilineo che porta le auto oltre i 270 km/h. Una pausa lunga quasi due ore.
La prima parte del Bathurst 1000 è stato caratterizzato dal dominio della Volvo di Mclaughlin tenace nel tenere dietro il campione uscente della gara Mark Winterbottom determinato a ripetersi per la seconda volta. Lowndes e Van Gisbergen invece, sono rimasti ad osservare i due avversari scappare dato la lunghezza della prova. A fare voce grossa però è stato Jamie Whincup scattato dall’ ultima posizione si è messo in mostra compiendo sorpassi spettacolari, tanto che nel volgere di 14 giri aveva già recuperato 18 posizioni figurando già tra i primi cinque della classifica.
Alcune auto sono rimaste coinvolte in qualche lungo, specialmente alla famosa curva tre in cui Moffat, Mostert e Scott Pye hanno urtato in qualche maniera le barriere di protezione obbligando la safety car ad entrare in pista. Il tracciato ha consentito errori gratuiti ai piloti che, dopo aver sfruttato le bandiere gialle si sono ritrovati ancora in lotta per la vittoria. Infatti 161 giri sono parecchi, e perfino il co-pilota di Fabian Coulthard finito lungo alla frenata più pesante del tracciato in cui si arriva dopo una semicurva a destra ad oltre 285 km/h è riuscito a tornare nella giusta strada dopo aver perso addirittura un giro.
La seconda parte di gara invece è stata più attiva con meno giri effettuati dalla Safety Car e di certo la più emozionante. Si è subito visto come i primi cinque Van Gisbergen, Mostert, Lowndes, Winterbottom e Whincup grazie ad un passo più deciso degli avversari erano i candidati alla vittoria. Poi, l’incidente spaventoso di Holdsworth causato dal veterano Ingall, per fortuna senza conseguenze, se non la quantità di rottami della Mercedes ha ricompattato il gruppo per l’ennesima volta. Qualche giro più tardi Lowndes, Mostert e Van Gisbergen sono rientrati al box per l’ultima volta, quando Whincup e Winterbottom rimasti fuori, compromessi dalla benzina hanno giocato il jolly rischiosissimo di non giungere al traguardo. Nel mentre, Van Gisbergen ai pit è dovuto scendere dall’ auto e dire addio alle speranze di vittoria dopo aver scaricato le ultime “energie” della batteria della sua Holden. Alla ripartenza Lowndese è stato penalizzato dalla guida antisportiva mandando in testacoda Winterbottom favorendo Mostert, quest’ultimo a sopresa rimasto l’unico avversario del pentacampione delle V8. Gli ultimi dieci giri infatti se la sono vista Whincup e Mostert.
Sono stati giri al cardiopalma con Whincup costretto a risparmiare combustibile negli ultimi 2 giri, lunghi ed eterni per amministrare tre secondi di vantaggio. All’ ultimo giro Whincup è rimasto agli sgoccioli e Mostert (partito penultimo) con più spinta, lo ha superato senza problemi a quattro curve dalla fine. Whincup chiuderà poi solo quinto arrivando solo per inerzia. Secondo Moffatt su Nissan, terzo Nick Percat con la Holden del team satellite Heavy Haulage Australia, quarta la Mercedes di Davison.
La situazione per il campionato è racchiusa agli stessi contedenti dell’ anno scorso, Whincup, in testa a caccia del sesto titolo in carriera e Mark Winterbottom ormai in netto calo. Fievolissime speranze per Lowndes che per sopravvivere dovrà vincere tutte le due gare dell’ Armor All Gold Coast 600.