INDIANAPOLIS – Will Power ha finalmente spezzato l’incantesimo! Il pilota australiano, con una corsa di intelligenza nella prima parte e di tanta velocità pura nella seconda, è riuscito a vincere per la prima volta in carriera la 500 Miglia di Indianapolis, tagliando il traguardo da vincitore dopo una gara ricca di colpi di scena e di incidenti che hanno scombussolato tutte le strategie.
Il pilota del team Penske è rimasto in terza posizione nei primi trenta giri, con la corsa comandata stabilmente dal poleman Ed Carpenter seguito a debita distanza da Pagenaud, Power, Newgarden e Bourdais. Power è riuscito a sopravanzare il pilota statunitense dopo il centesimo giro, in occasione della terza sosta, e non ha più lasciato il fianco agli attacchi degli avversari. La vittoria di Power, che dopo l’ultima sosta a 29 giri dalla fine sembrava pressoché sicura, è stata messa in discussione da un botto di Kanaan a quattordici giri dalla fine. L’inevitabile caution ha riaperto i giochi a Dixon, che aveva cambiato la strategia ed era proprio alle spalle dell’australiano, ma soprattutto a Servia, Wilson e Harvey, che dovevano ancora fermarsi e si sono ritrovati a sorpresa al vertice della gara. Alla ripartenza a sei giri dalla fine Power ha infilato Servia, mentre Wilson si è preso la leadership. Il pilota del team Penske non ha subito superato i due rivali davanti a lui, ma a quattro giri dalla fine sia Harvey che Wilson hanno dovuto fermarsi perché non avevano più etanolo, e Power ha così avuto la strada spianata verso la conquista della sua prima 500 Miglia di Indianapolis.
Alle sue spalle si è piazzato Carpenter, che nell’ultima parte della gara non ha mai avuto il passo per impensierire il campione IndyCar 2014, e il cambio di regolazione dell’ala anteriore all’ultimo pit stop non ha sortito effetti. Carpenter è comunque riuscito a superare Dixon a cinque giri dalla fine, prendendosi la piazza d’onore. Terza posizione per Dixon, che ha avuto tanti problemi di assetto e gestione dell’acqua, ma con una strategia diversificata e l’aiuto della caution ha limitato al massimo i danni, ottenendo un terzo posto preziosissimo in chiave campionato. Stupenda rimonta per Rossi, che ha chiuso la 500 Miglia di Indianapolis in quarta posizione dopo essere partito trentaduesimo. Nella seconda parte della corsa il pilota americano ha regalato spettacolo, compiendo numerosi sorpassi, e addirittura provando con successo cinque manovre d’attacco nell’arco di due curve dopo una ripartenza.
Quinto Hunter-Reay, velocissimo nella fase tra la seconda e la quarta sosta e bravo a recuperare velocemente una posizione di partenza non agevole. Sesta posizione per Pagenaud, che è mancato nel momento decisivo dopo una prima parte che lo aveva visto occupare le primissime posizioni. Settimo Munoz, che ha recuperato fino alla top ten grazie a una strategia indovinata e a qualche bel sorpasso alle ripartenze. Ottava posizione per il campione in carica Newgarden. Il pilota del team Penske ha tentato una mossa diversa rispetto a quella di Power e Carpenter, anticipando la terza sosta sotto caution per provare a prendersi la testa della corsa, ma la scelta non ha dato gli esiti sperati e la velocità per rimontare non c’era. Nono Wickens, il miglior rookie di giornata, davanti a Hildebrand.
Gara da dimenticare per tantissimi protagonisti della vigilia, che sono finiti a muro provocando numerosi congelamenti della corsa. In primis Tony Kanaan, andato a muro a 14 giri dalla fine mentre cercava di rimontare. Il brasiliano era anche stato in testa dopo una novantina di giri da incorniciare, ma al giro 99 ha dovuto fare un pit stop molto anticipato a causa di una foratura. Kanaan da lì ha cercato di provare una strategia diversa per recuperare, ma la guida troppo aggressiva gli si è ritorta contro. Gara finita a muro anche per Bourdais, al giro 137, anche se la dinamica fa pensare a un problema più che a un errore del francese.
Fuori per incidente anche Castroneves e Patrick. Il brasiliano, che aveva corso nelle prime cinque-sei posizioni per quasi tutta la gara, è finito a muro al giro 145 nella ripartenza successiva al crash di Bourdais. Danica Patrick, in difficoltà fin dalla partenza, ha perso il controllo della monoposto al giro 67 ed è finita contro le barriere nello stesso modo di Jones, che aveva messo il suo timbro al al safer dieci giri prima. La pilota dell’Ed Carpenter Racing sperava di chiudere la carriera con un successo alla 500 Miglia di Indianapolis, e invece ha terminato nella maniera peggiore possibile. A muro anche Karam al giro 154: il pilota del Dreyer & Reinbold ha gettato al vento una grande opportunità, visto che lottava senza problemi per la top ten. La prima caution di giornata l’avevano provocato Sato e Davison, col giapponese che al giro 46 era finito addosso all’australiano che girava molto lento in una traiettoria non troppo interna, ma nemmeno troppo esterna.
CLASSIFICA DELLA INDY 500