Ma ve lo immaginate sotto quel casco, durante il giro in regime di Safety Car e quello dopo la bandiera a scacchi? La commozione mischiata al suo sorriso incredibile? Potrebbe finire il mondo tra un’ora, lui sorriderà comunque.
Che gara di Daniel Ricciardo, il suo primo capolavoro in carriera. Già ad inizio stagione ha dimostrato di saperci fare, perché negli anni in Toro Rosso non aveva convinto l’opinione pubblica generale.
Inizio stagione appunto: zero punti nelle prime due gare per colpe non sue, con un secondo posto tolto dalla Federazione nella sua Australia ed un ottimo quarto posto mancato in Malesia per un pit-stop andato male, poi una serie di risultati bene o male positivi, culminati con l’ottimo terzo (e quasi secondo) posto di Montecarlo, fino alla vittoria in Canada.
Ovviamente senza i problemi delle due Mercedes, Daniel non avrebbe vinto questa gara, ma va bene così, in un mondiale con protagonisti solo Lewis e Nico, è bello vedere qualcuno di diverso sul gradino più alto del podio (anche se la Red Bull negli ultimi anni ci ha abituato bene in tal senso ndr).
Bello anche l’abbraccio di Sebastian Vettel: il campione del mondo sente sicuramente la pressione, e sa che il suo compagno di squadra può creargli molti grattacapi, anzi, ci sta già riuscendo, ma da campione è andato subito ad accogliere Daniel per dargli il benvenuto tra i grandi, eccezionale.
Chi probabilmente non vedremo mai sul gradino più alto del podio quest’anno è la Ferrari: molta, troppa sofferenza per gli appassionati del Cavallino, che dopo i tanto acclamati aggiornamenti previsti per il Canada, si ritrovano con un sesto ed un decimo posto senza sapere neanche come, visto che senza il botto tra Perez e Massa, e il problema capitato a Lewis, i due avrebbero raccolto ancora meno, ma meritatamente.
Alonso dopo aver sbagliato la partenza riesce comunque a tenere il passo dei più veloci, ma sempre troppo tardi, e l’inferiorità del Power Unit Ferrari è davvero disarmante. E pensare che la Red Bull non riusciva a fare mezzo giro nei test senza andare a fuoco, mentre oggi festeggia la prima vittoria stagionale.
Raikkonen incomprensibile: a parte il tempo clamorosamente perduto dopo la prima sosta, dove riusciva a tenere il passo di Alonso, poi che ha combinato? Un testacoda senza spiegazioni al tornantino del Casinò ed un punto portato a casa casualmente. A Maranello annunciano altri aggiornamenti per l’Austria, prepariamoci a tutto, anche al peggio.
Che sfortuna per Lewis Hamilton: il pilota inglese è l’unico dei due Mercedes a non aver finito addirittura due gare. Ieri lui e Nico hanno accusato il medesimo problema nello stesso istante di gara, ma Lewis dopo il pit-stop ha anche rotto i freni posteriori, mentre Rosberg, dopo aver tenuto a bada Perez, non ha potuto nulla contro Ricciardo, e possiamo affermare tranquillamente che senza la Force India, Rosberg forse non sarebbe neanche salito sul podio. Sono comunque 18 punti guadagnati sul compagno di squadra.
Capitolo incidente finale: ammetto di aver dato immediatamente la colpa a Massa, ma il penalizzato è Perez, reo di aver cambiato traiettoria improvvisamente. Checo era senza freni e con gomme parecchio usurate, c’è chi lo colpevolizza per partito preso (in passato è stato autore di manovre censurabili ndr).
Massa e la Williams dovevano essere al corrente del problema di Perez, così Felipe non sarebbe arrivato come un fulmine su Checo.
A memoria torno a Barcellona 2012, quando Bruno Lalli (Senna) si piantò 300 metri prima del dovuto con gomme finite, con Schumacher che lo tamponò. Quell’episodio ci privò di una bella pole a Monaco.
Forse considerarlo come normale incidente di gara sarebbe più appropriato, l’unica cosa su cui siamo tutti d’accordo è che fortunatamente stanno tutti bene, anche Sebastian Vettel, che si è visto passare quella Williams ad una velocità pazzesca.