Dopo un solo anno di purgatorio, Daniil Kvyat tornerà a essere a tutti gli effetti un pilota di Formula 1. Stamattina è arrivata l’ufficialità alla notizia che tutti quanti si aspettavano: nella prossima stagione il campione della GP3 Series 2013 correrà con la Toro Rosso e prenderà il posto di Pierre Gasly, che passerà alla Red Bull in sostituzione di Daniel Ricciardo, che nel 2019 si trasferirà alla Renault.
La storia di Kvyat in Formula 1 è legata a doppio filo a quella della famiglia Red Bull, e soprattutto alla Toro Rosso. Dopo aver corso nelle categorie minori come pilota del programma giovani della scuderia di Mateschitz, il russo ha esordito in Formula 1 nel 2014 con la Toro Rosso da campione in carica GP3. Dopo una sola stagione è stato promosso in Red Bull, complice l’addio di Vettel in procinto di passare alla Ferrari. Kvyat nel 2015 ha ottenuto più punti del compagno di squadra Ricciardo e ha portato a casa il suo primo podio in carriera nel GP d’Ungheria, terminando la gara in seconda posizione dietro a Vettel. Confermato anche per il 2016, il “russo di Roma” è stato rispedito alla Toro Rosso dopo quattro gare per far spazio all’arrembante Verstappen. Kvyat, nonostante prestazioni non all’altezza di quelle degli anni precedenti, ha ottenuto la riconferma in Toro Rosso anche per il 2017, ma nell’anno successivo è stato licenziato dopo il GP di Singapore. Dopo un anno da development driver in Ferrari, Kvyat ha ricevuto di nuovo una chiamata da Faenza e ha accettato di correre per la Toro Rosso nel 2019, in quella che sarà la sua terza avventura con la scuderia italiana.
“Prima di tutto, vorrei ringraziare Red Bull e Toro Rosso per avermi dato questa opportunità di correre di nuovo in Formula 1, sono particolarmente felice di tornare in una squadra che conosco molto bene – ha dichiarato Kvyat al sito ufficiale del team con sede a Faenza – La Toro Rosso mi ha sempre fatto sentire come a casa e sono certo che sarà così anche la prossima stagione. Vorrei anche ringraziare la Ferrari per aver creduto nelle mie capacità di guida, permettendomi di rimanere legato alla F1 come loro development driver. Anche se le mie attività erano principalmente legate al simulatore, ho imparato molto e adesso sono più forte e preparato rispetto a quando avevo lasciato la Toro Rosso. Non ho mai smesso di sperare di poter correre di nuovo: sono ancora giovane e mi sono tenuto in forma per essere pronto nel caso si fosse presentata un’altra opportunità. Farò il massimo per dare al team quello che si aspetta da me e non vedo l’ora di ricominciare”.