INDIANAPOLIS – Adesso è veramente ufficiale: James Hinchcliffe, uno dei piloti più amati e popolari della Verizon IndyCar Series, non parteciperà alla 500 Miglia di Indianapolis. Per il Sindaco di Hinchtown si tratta del secondo forfait in quattro anni. Ma se nel 2015 la mancata presenza alla gara più importante dell’anno era dovuta a un infortunio rimediato nelle prove libere, e che poteva mettere anche fine alla sua carriera, quest’anno il canadese non sarà in griglia essenzialmente per demeriti sportivi.
Hinchcliffe non sarà della partita perché è stato eliminato nel Bump Day, la sessione di qualifica nella quale vengono esclusi dalla 500 Miglia di Indianapolis i piloti che non riescono a realizzare un tempo sufficiente per entrare fra i primi 33 classificati. A causa di un’eccessiva sicurezza lo Schmidt-Peterson ha mandato in pista Hinchcliffe molto tardi nel tentativo di riacciuffare la qualificazione alla corsa più prestigiosa della IndyCar, e un problema tecnico ha impedito al pilota canadese di effettuare l’ultimo tentativo di attacco al tempo. Inevitabile l’eliminazione, destino condiviso anche da Pippa Mann.
Tuttavia per un paio di giorni è parsa concreta l’ipotesi che il pilota dello Schmidt-Peterson potesse comunque partecipare alla 500 Miglia di Indianapolis, con il main sponsor Arrow pronto ad aiutarlo a rilevare il posto di qualche altro pilota, pagando una consistente buonuscita per favorire l’operazione. I team minori, Dale Coyne in primis, hanno però chiesto almeno due milioni di euro per mettere in macchina l’ultimo pilota del team Newman-Haas, una cifra ritenuta eccessiva da Arrow e Hinchcliffe. Per questa ragione è tramontata anche la possibilità di un accordo secondario, e Hinchcliffe è ufficialmente fuori dalla competizione.
“A causa di circostanze impreviste, quest’anno non sarò alla 500 Miglia di Indianapolis – ha comunicato il Sindaco – Ho preso questa decisione per fermare ogni opzione che esplori la possibilità di farmi prendere parte alla gara. Non ci sono parole che mi permettano di descrivere cosa provo nel sapere di non poter correre questa gara. Alla fine della giornata non siamo riusciti a fare quanto necessario. Non abbiamo scuse. La realtà è questa, e dobbiamo avere il coraggio di affrontarla a testa alta. Sfrutteremo quanto successo a Indianapolis come una motivazione per ripresentarci ancora più forti. Abbiamo un grande team e dei fan fantastici, che ci hanno supportato alla grande anche in questa situazione. Mi spiace non poter scendere in pista per voi domenica, ma vi prometto che lotteremo per vincere a Detroit. Auguro a tutti e 33 i piloti una gara pulita e senza incidenti. Guarderò la corsa e farò il tifo per i piloti dello Schmidt-Peterson. Ci vediamo a Detroit”.