Da pochi giorni si è conclusa l’ultima sessione di test invernali World Series Renault per la stagione 2014. La serie per giovani gestita dalla Renault accenderà ufficialmente i propri motori tra due settimane, con il primo appuntamento della stagione sul circuito di Monza. Gli ultimi test hanno messo in evidenza una serie di piloti potenzialmente da titolo, quindi, se i valori delle sessioni invernali verranno confermati, è probabile che assisteremo ad un 2014 davvero molto incerto e spettacolare. Tralasciando gli aspetti che riguardano la pista, ultimamente il dualismo tra la GP2 e la World Series Renault è stato uno degli argomenti più chiacchierati dagli addetti ai lavori. Queste due serie, infatti, hanno messo in piedi una vera e propria competizione a chi riesce ad accaparrarsi più talenti tra le proprie file. Negli ultimi anni la serie Renault, grazie ad alcuni step regolamentari, sembra quasi aver superato la GP2 per quanto riguarda la preparazione dei talenti, con i manager dei team che preferiscono investire nella World Series anziché nella GP2. Dopo che il mio collega Andrea Righi, nel proprio approfondimento “Push to Pass”, vi ha spiegato perchè si dovrebbe puntare sulla GP2, in questo pezzo, invece, vi spiegherò perchè un talento dovrebbe concentrare la propria attenzione nella World Series.
1) Negli ultimi anni la Renault ha attuato diversi step evolutivi, applicando delle migliorie a una serie che presentava già di suo ottime basi. Ad oggi, grazie anche al grande lavoro svolto da Renault Sport negli anni scorsi, la serie cadetta firmata dal costruttore francese risulta quella più attiva per quanto riguarda la preparazione tecnica dei ragazzi. Considerato un passaggio intermedio tra GP3/AutoGP e Formula Uno, la serie risulta uno step intermedio che ogni pilota deve cercare di affrontare e superare. La sua preparazione, unita alla grande competizione che esso racchiude, permettono una preparazione davvero ottima in previsione di un’eventuale sedile in una serie superiore.
2) Negli ultimi dalla World Series sono usciti piloti molto talentuosi come Sebastian Vettel, Jean Eric Vergne, Daniel Ricciardo, Nico Muller (DTM), Kevin Magnussen, Antonio Felix Da Costa (DTM), Alvaro Parente (GT), Robert Winckens (DTM), Mikhail Aleshin (IndyCar) e Jules Bianchi. I curriculum di questi piloti dimostrano che nonostante le grandi difficoltà economiche che il motorsport mondiale sta affrontando, i team preferiscono puntare su un pilota che può vantare un’esperienza nella World Series Renault. Inoltre, un sedile nel WSR non permette solamente di puntare alla Formula Uno, ma anche ad altri campionati molto importanti come il DTM, il WEC o la IndyCar. Nico Muller, Da Costa, Robert Wickens e Mikhail Aleshin ne sono una prova.
3) Con l’arrivo di Helmut Marko e del Red Bull Junior Team, la World Series ha ricevuto la definitiva consacrazione, sostituendo la GP2 come categoria di preparazione alla F1 (e non solo, basti pensare a tutti i piloti che hanno deviato le proprie attenzioni verso altre categorie). La domanda sorge spontanea: perchè i team manager preferiscono mandare i propri piloti nella World Series? Semplice: la categoria Renault simula al 70% le condizioni che un pilota trova in F1. Le Dallara T12 montano un motore V8 aspirato da 3500 cm³, sviluppato dalla Renault sul monoblocco della Nissan 350z. L’intera fase progettuale è stata svolta in collaborazione con l’azienda Solution F. Un propulsore molto potente se consideriamo che parliamo di una categoria principalmente indirizzata ai giovani.
4) Le nuove Dallara-Zytec possono vantare un carico aerodinamico davvero interessante (superiore alle GP2), fattore importatissimo per un eventuale approdo in F1. Le gomme Michelin, i freni in carbonio e il cambio sequenziale a sei marce completano un pacchetto vettura potenzialmente molto simile alle F1. Inoltre, proprio nella passata stagione, è stato introdotto il DRS, dispositivo che tutti quanti abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni. Un fattore molto importante se consideriamo che nella Formula Uno moderna il sistema dell’ala mobile svolge un ruolo chiave nella gestione dei sorpassi.