Quando il cognome è solo un qualcosa in più: ecco servito il trionfo di Mick Schumacher
15 Ottobre 2018 - 16:59
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Analizziamo il successo del figlio d'arte nella Formula 3 European Championship

La stagione che si è appena conclusa della Formula 3 European Championship è stata storica sin dal principio, essendo l’ultima con questo format prima della sua unione con la GP3 Series per dar vita dal 2019 ad una nuova Formula 3 internazionale, e lo è diventata ancor di più per il suo esito finale che ha visto Mick Schumacher laurearsi campione con una gara d’anticipo.

Il giovane Mick, classe 1999, è riuscito ad emergere in una stagione molto difficile ed equilibrata come lo dimostrano gli 11 vincitori diversi che si sono visti nel 2018, di cui 5 diversi nelle prime 5 gare. Schumacher si è presentato al via della sua seconda annata in Formula 3 European Championship confermandosi in Prema, che lo ha annunciato per ultimo dopo l’ingaggio dei piloti della Ferrari Driver Academy Guan Yu Zhou, i rookie Marcus Armstrong e Robert Shwartzman, e Ralf Aron. Sin dai test invernali Schumacher è in grande forma, ma l’avvio di campionato non rispecchia quanto fatto vedere in pre stagione con soli quattro punti raccolti nel primo weekend a Pau. Ma il rendimento di Mick è migliore rispetto al 2017 con due podi conquistati nei primi quattro round. Nell’appuntamento di Spa-Francorshamps in Gara3 arriva la prima vittoria in campionato, ma a metà stagione guardando la classifica nessuno metteva Schumacher in condizioni di poter lottare per il titolo: al giro di boa del campionato al comando c’è Armstrong con 154 punti, a +1 su Ticktum e a +53 su Mick piuttosto attardato. Da lì il cambio di marcia del giovane tedesco, che centra una vittoria nel seguente round di Silverstone, vince anche Gara1 a Misano prima dell’exploit del Nurburgring e del Red Bull Ring, dove ottiene cinque vittorie consecutive ed un secondo posto, che lo portano in testa al campionato a +49 punti su Dan Ticktum, pilota della Motopark e del Red Bull Junior Team in testa per gran parte di stagione, ma nulla ha potuto contro l’ascesa di Schumacher. Ad Hockenheim gli è bastato il secondo posto in Gara2 dietro a Juri Vips per laurearsi campione scatenando la gioia del team Prema e di tutta la sua famiglia, presente sul circuito tedesco per l’ultimo round della stagione; al termine del campionato saranno 365 i punti conquistati da Mick Schumacher contro i 308 di Ticktum.

L’arrivo di Mick Schumacher nella Gara2 ad Hockenheim

Il nome Schumacher rimbomba nel mondo del motorsport e prima di quest’anno l’appassionato medio lo associava a suo padre Michael, 7 volte campione del mondo di Formula 1 e considerato il più forte di sempre da molte persone, compreso da chi vi scrive adesso. Con questa base di partenza è ovvio che il paragone tra padre e figlio è sempre all’ordine del giorno, ma Mick in questa stagione ha dimostrato di essere competitivo e vincente per conto suo, senza che il cognome gli desse qualche fastidio e camminando sulle sue gambe, cosa che data la forza mentale dimostrata avrebbe fatto anche se si fosse chiamato diversamente e anzi, il fatto di chiamarsi Schumacher è solamente una cosa in più per lui, un onore come ha ripetuto più volte lo stesso Mick quando veniva intervistato sull’argomento.

© Bonora Agency

Con un nome del genere è quasi scontato avere i riflettori puntati addosso più del dovuto per un ragazzo di 19 anni, se poi si ottengono risultati come i suoi è ovvio che i titoloni aumentano, la pressione e le aspettative salgono sempre di più e anche i quotidiani di portata nazionale iniziano a riportare a grandi lettere le gesta di questo ragazzo tedesco (non sapendo nemmeno in che campionato corresse e che cosa sia la Formula 3 fino a due mesi fa), che è stato bravo a farsi scivolare via tutto ciò, rimanendo concentrato sul suo obiettivo senza farsi distrarre da queste cose e dalla fama che aumentava sempre di più, come lo dimostra la griglia di partenza della decisiva Gara2 ad Hockenheim: una marea di gente presente intorno alla sua vettura solo per lui, roba che a confronto gli altri piloti sembravano abbandonati vista la sola presenza dei propri meccanici intorno a loro. Mick è un ragazzo come tutti gli altri, un giovane pilota che insegue il suo sogno e si diverte facendo ciò che ama, ovvero correre in monoposto, con la differenza che è figlio di una leggenda dello sport mondiale e ciò ovviamente aumenta le dimensioni delle sue gesta come scritto in precedenza, e il nome Schumacher attira tantissimo il pubblico medio come una calamita con il ferro, con buona pace di Lance Stroll e Lando Norris, gli ultimi due campioni della Formula 3 europea che nelle loro stagioni iridate hanno letteralmente dominato la scena ma i titoli sui giornali li hanno avuti soltanto dal loro approdo in Formula 1.

Già la Formula 1… un sogno per ogni pilota che inizia a correre e che Mick continua a inseguire, a maggior ragione ora che con la vittoria del titolo ha ottenuto i punti necessari per avere la Superlicenza per correre in nel grande Circus. Per la sua crescita però sarebbe meglio un altro anno di apprendistato in Formula 2 (non nella GP2 che diventerà F3 come ha scritto qualche quotidiano generalista domenica…) magari con la stessa Prema, anche se sembra che la ART Grand Prix abbia chiesto informazioni su di lui, a maggior ragione ora che George Russell l’anno prossimo approderà alla Williams in Formula 1. Maurizio Arrivabene ha detto che per lui le porte della Ferrari Driver Academy saranno sempre aperte; vedremo se Mick continuerà a camminare sulle sue gambe nella rincorsa verso la Formula 1, ma sicuramente non lo sapremo adesso il suo futuro prossimo, anche perché prima c’è il Gran Premio di Macao a completare la sua stagione in Formula 3, nel quale Mick vorrà fare bella figura dopo la delusione dell’anno scorso, quando è stato bersagliato dai problemi sulla sua monoposto.

Congratulazioni Mick, e #KeepFightingMichael