Sebastian Vettel vince il Gran Premio d’Ungheria in una giornata magica per la Ferrari. Il Cavallino Rampante firma, infatti, la seconda doppietta stagionale grazie al secondo posto di Kimi Raikkonen, davvero molto competitivo soprattutto nella seconda parte di gara. Subito dietro le Mercedes di Valtteri Bottas e Lewis Hamilton, protagonisti di un reciproco scambio di posizione nel tentativo di attaccare le due Rosse.
LA PARTENZA – Allo spegnimento dei cinque semafori rossi, Vettel parte molto bene, con Raikkonen che va subito in copertura senza ostacolare la manovra del tedesco, mentre dietro le Red Bull partono molto bene e alla prima curva sono davanti a Hamilton. Nella breve accelerazione che porta alla curva 2, però, Ricciardo sembra avere la meglio su Verstappen, ma l’olandese arriva lungo alla staccata, blocca l’anteriore sinistra e centra in pieno il compagno di squadra, forandogli la ruota posteriore sinistra e il radiatore. Per l’australiano è ritiro immediato, mentre Verstappen viene penalizzato dalla Direzione Gara con 10 secondi da scontare al primo pit stop.
Ancora più indietro, c’è un altro contatto tra la Haas di Grosjean e la Renault di Hulkenberg, giudicato dagli stewards come un semplice incidente di gara.
RIPARTENZA DOPO LA SC – Al rientro ai box della Safety Car, Vettel allunga subito, mentre Hamilton attacca minacciosamente Verstappen nelle prime due curve, ma l’olandese tiene la quarta posizione con le unghie. Anche Alonso attacca Sainz per la sesta posizione, ma lo spagnolo della Toro Rosso chiude con decisione la porta in faccia al connazionale, spingendolo oltre il cordolo. Il duello si ripeterà al pit stop, avvenuto in contemporanea, ma il numero 14 della McLaren riuscirà poi ad avere la meglio con una manovra incredibile qualche giro dopo.
PROBLEMA ALLO STERZO DI VETTEL – Qualche giro prima del pit stop, Vettel comunica alla radio un problema con lo sterzo, che costringe il tedesco a tenerlo inclinato verso sinistra sul rettilineo principale. Dopo la sosta, l’anomalia resta e Riccardo Adami chiede al suo pilota di evitare per quanto possibile il passaggio sui cordoli, anche se questo non gli farà avere il ritmo gara migliore.
Con Raikkonen “bloccato” dietro Vettel e impossibilitato a spingere al massimo, le Mercedes ricuciono in pochissimi giri il gap di quasi otto secondi che si era creato nel primo stint, mentre Verstappen resta ancora in testa alla gara ritardando molto la sosta (con penalità) obbligatoria.
GIOCO DI SQUADRA MERCEDES – Hamilton sembra avere più ritmo di Bottas e al 47° giro la squadra chiede al finlandese di lasciar passare il compagno di squadra, che obbedisce in maniera molto plateale in curva 1. Hamilton si incolla così ai tubi di scarico di Raikkonen, mentre Bottas perde terreno e viene recuperato da Verstappen. Il tre volte campione del mondo, però, non riesce ad attaccare Raikkonen, che mantiene saldamente il secondo posto e non lascia spazio alla W08. Nell’ultimo giro, però, arriva l’ordine di riportare le posizioni com’erano prima dell’ordine di squadra, ma Wolff non la prende affatto bene prendendo a pugni lo sgabello e inveendo contro Lauda.
La gara finisce con Vettel e Raikkonen distanziati di nove decimi sotto la bandiera a scacchi, con Bottas che completa il podio passando Hamilton proprio all’ultima curva. Quinto Verstappen, davanti a uno strepitoso Fernando Alonso, che con il suo sesto posto permette alla McLaren di scavalcare la Sauber nella classifica costruttori. Completano la Top 10 Carlos Sainz, Sergio Perez, Esteban Ocon e Stoffel Vandoorne.