La prima prova del campionato Imsa 2018 è andata in archivio sul tracciato di Daytona, e come ci si poteva attendere, è stato un trionfo delle Cadillac. La vettura americana costruita dalla Dallara, ha viaggiato come un orologio, almeno per quanto riguarda il team Action Express Racing.
L’ormai storico trio composto da Filipe Albuquerque, Joao Barbosa e Christian Fittipaldi si è portato a casa il successo sulla vettura #5, riuscendo a precedere all’arrivo la vettura gemella, la #31 di Mike Conway, Felipe Nasr, Stuart Middleton ed Eric Curran. Al terzo posto si è piazzata l’Oreca #54 del CORE Autosport affidata a Loic Duval, Romain Dumas, Jon Bennett e Colin Braun. La vettura vincitrice ha anche ottenuto il nuovo primato sulla distanza, completando 808 giri. Il record precendente resisteva dal 1992.
L’ordine d’arrivo così trionfale per il team Action Express è stato aiutato da una grande affidabilità delle due vetture mista alla sfortuna ed agli errori che hanno via via tolto di mezzo i concorrenti alla vittoria. Uno degli ultimi ad arrendersi è stato forse l’outsider più insidioso, ossia il Team Penske, che dopo 16 ore era al secondo posto con Castroneves a pochi secondi da Joao Barbosa che comandava la corsa.
Dopo la ripartenza da una caution, il brasiliano sull’Acura #7 ha danneggiato la sua vettura in un contatto, mentre l’altra vettura del Team Penske, la #6 di Montoya-Rahal-Cameron, è stata costretta ad una lunga sosta per la rottura dell’alternatore. Le due Acure sono così giunto in nona e decima posizione assoluta, lontanissime dalla Cadillac vincitrice.
Buona la prova della Ligier #32 dello United Autosports, che ha chiuso in quarta posizione con Senna-Di Resta-Owen-De Sadeleer, autori di una gara regolare che per lunghe fasi li ha visti anche in terza posizione. Da dimenticare invece la gara dell’altro equipaggio composto da Alonso-Norris-Hanson. Hanno chiuso la corsa al trentottesimo posto con 91 giri di ritardo dai vincitori, in una gara funestata da problemi ai freni comparsi sin dall’inizio della notte.
In GT Le Mans c’è ben poco da raccontare. Netto è infatti stato il dominio delle Ford GT, che hanno confermato la loro supremazia a Daytona, anche se in modo ben più marcato rispetto allo scorso anno. Stavolta la vittoria è andata alla #67 di Westbrook-Dixon-Briscoe, che così interrompono la serie di vittorie nelle grandi classiche della vettura gemella. L’equipaggio #66 di Hand-Muller-Bourdais, che ha chiuso al secondo posto completando un perentorio 1-2, aveva infatti vinto nel 2016 a Le Mans e lo scorso anno proprio qui in Florida.
Terza posizione per la Corvette #3 di Magnussen-Garcia-Rockenfeller, davanti alla #4 di Fassler-Gavin-Milner. Tutto sommato nonostante il podio, dopo la pole position ci si attendeva ben altro nel box del team di General Motors, consapevoli del fatto che in gara la Ford fosse inattaccabile sin dalle prime battute. Deludente anche la prova della Ferrari, che ha chiuso al quinto posto con la 488 GTE #62 del Risi Competizione guidata da Rigon-Calado-Vilander-Pier Guidi. Hanno pagato ben 9 giri dalle vetture americane.
Disfatta in casa Porsche. La nuova 911 RSR aveva qui debuttato lo scorso anno ottenendo un gran secondo posto, invece la prestazione di ieri lascia molti punti interrogativi su squadra e vettura. Alla fine è arrivato un misero sesto posto per la #912 di Bruni-Vanthoor-Bamber, dietro a Ford, Corvette e persino Ferrari, che tra l’altro non corre con un team ufficiale. Male anche la BMW, con la scusante che la M8 GTE è una macchina appena nata e per questo ancora acerba.
La soddisfazione per i colori italiani viene dalla classe GT Daytona. La vittoria è stata conquistata dalla Lamborghini Huracan #11 del Team Grasser, guidata da Frank Perera, Mirko Bortolotti, Rolf Ineichen e Rik Breukers. Ciò che rende ancor più bello il successo della marca bolognese è il fatto che la ”Lambo” scattasse dal fondo dello schieramento, dopo non aver superato le verifiche a fine qualifica. La lotta è stata entusiasmante nel finale di gara, con la Mercedes #33 di Bleekemolen che si è incollata a Bortolotti, ma a circa un quarto d’ora dal termine un pit stop per uno ”splash and go” ha messo fine alle speranze della squadra della stella, che ha chiuso in quarta posizione.
Il podio di classe è stato dunque completato dalla sorprendente Acura NSX #86 di Parente-Legge-Hindman-Allmendinger, terza posizione per l’altra Lamborghini #48 di Caldarelli-Sellers-Snow-Miller.
Anche in GT Daytona disastro Ferrari. La prima in classifica si è issata in quinta posizione, la 488 GT3 #64 di Bird-Bell-Montecalvo-Sweedler. Troppe difficoltà per le rosse scattate in prima fila, dei team Spirit of Race e Risi Competizione, tagliate entrambe fuori dalla lotta per la vittoria già dopo le prime 15 ore di corsa.