Tony Fernandes ha ufficialmente messo in vendita il gruppo Caterham. Impegnato in Formula Uno dalla stagione 2010, inizialmente sotto il nome Lotus e successivamente convertito in Caterham, il team manager malese si è reso conto che i ritorni economici non valgono gli enormi investimenti che questa nuova Formula Uno richiede. Ricordiamo che la scuderia di Fernandes, proprio durante l’ultimo inverno, ha investito un gran budget nella CT-03, vettura che si è dimostrata totalmente inadeguata al mondo della Formula Uno.
Nonostante l’arrivo di Kamui Kobayashi, ex pilota Toyota, Sauber e AF Corse, la Caterham non è riuscita a indirizzare in maniera ottimale lo sviluppo della vettura 2014, venendo sorpassata anche dalla stessa Marussia. Considerando il nono posto di Jules Bianchi a Monaco, inoltre, la Scuderia malese non riuscirà a prendere i premi FOM che spettano all’undicesimo team nella classifica finale dei costruttori. Considerando le prestazioni della CT-03, infatti, appare davvero difficile che la Caterham possa centrare i 3 punti che servono per sorpassare la Marussia nella classifica generale.
Tony Fernandes, come confermato ai microfoni di Sky Sports F1, ha messo in vendita la propria scuderia per 350 mln di euro, una somma non indifferente se consideriamo che la Red Bull ha rilevato la ex Jaguar per circa 10 milioni. Ovviamente parliamo di tempi diversi, però la somma richiesta dal magnate malese appare davvero alta e non siamo sicuri che la Caterham possa continuare a sopravvivere in questa Formula Uno che richiede budget sempre più corposi. Ricordiamo che Fernandes, già nel mese di gennaio, aveva avvertito che questa stagione 2014 sarebbe risultata fondamentale per la prosecuzione del progetto Caterham F1.
Con ogni probabilità, se il progetto di vendita riuscirà ad andare in porto, il magnate asiatico concentrerà tutti i propri sforzi nel QPR, società calcistica inglese da poco promossa in Premier League. Ecco le parole di Fernandes: “Quando sono entrato in Formula Uno mi era stato promesso uno sport che stava cercando di ridurre i costi, ma, se guardiamo i fatti, ogni anno siamo costretti a investire budget sempre più grandi. Non è una cosa sostenibile nel lungo periodo”.