Una delle qualità di spicco della Ferrari schiacciasassi dell’inizio del nuovo Millennio è stata l’affidabilità. Michael Schumacher ha fatto incetta di titoli mondiali grazie al suo innato talento, a una vettura velocissima e alla grande capacità di sviluppo della monoposto della scuderia di Maranello, che svolgeva tantissimi test in pista con una squadra prove diretta dall’ingegner Mazzola. Ma soprattutto Schumacher vinceva anche perché la sua macchina, a differenza di quella degli avversari, si rompeva raramente. E a spingere molto sulla valorizzazione dell’affidabilità delle vetture di Maranello fu il team principal della Ferrari di allora, Jean Todt.
A distanza di una quindicina d’anni Todt è diventato presidente della FIA, e ha totalmente cambiato punto di vista su affidabilità e test. “Anche se la Mercedes non è sempre stata la macchina più veloce, Hamilton in media ha realizzato venti punti per gara, perché le macchine sono troppo affidabili – ha detto il francese – Anche la Ferrari mi ha impressionato sotto questo aspetto. Io rimango fedele a ciò che ho già sostenuto: Ferrari e Mercedes sono state troppo affidabili. Per rendere le macchine così efficaci, i costi salgono alle stelle. Si richiedono test, lavoro al simulatore. E’ tutto troppo costoso. Non abbiamo bisogno di questo per il bene dello sport; ci serve l’esatto contrario”.