Terza pole position consecutiva quella conquistata dal Valtteri Bottas questo pomeriggio al Circuit de Barcelona-Catalunya, valida per il Gran Premio di Spagna di Formula 1. Tante pole una dietro l’altra non si vedevano dallo scorso anno quando Sebastian Vettel ne ha infilate altrettante tra Bahrain, Cina e Azerbaijan. Ma in questo nuovo articolo di Time Attack non si analizzeranno le statistiche inerenti le qualifiche, bensì quanto i vari team hanno migliorato da un anno all’altro, partendo dal 2017, anno dell’ultimo grande cambiamento regolamentare.
TOP TEAM – Mercedes, Ferrari e Red Bull
Solitamente da un anno all’altro non abbiamo mai visto grandi miglioramenti per quanto riguarda i top team, sopratutto per quanto riguarda la Mercedes. I tedeschi infatti tra 2018 e 2019 hanno sempre guadagnato pochi decimi, tranne a Baku dove hanno recuperato quanto perso tra 2017 e 2018. Parlando proprio di Mercedes, le Frecce d’Argento sono il migliore dei top team nel confronto cronometrico. Tra la pole position fatta segnare da Lewis Hamilton lo scorso anno in 1:16.173 e quella stratosferica di oggi di Valtteri Bottas in 1:15.406, la W10 ha guadagnato 767 millesimi, andandosi a piazzare in quarta posizione assoluta. L’inglese, che oggi ha incassato sei decimi dal finlandese, invece, ha rosicchiato poco più di un decimo rispetto a 12 mesi fa.
Red Bull ha migliorato di “poco” con soli 459 millesimi di differenza tra il 2018 e il 2019. Il problema principale della RB15 potrebbe però trovarsi nella Power Unit Honda che nella giornata di ieri ha creato non pochi grattacapi a Max Verstappen, che oggi però ha agguantato un incredibile seconda fila.
Bocciatura per la Ferrari che vince il premio di pecora nera del week-end. Paragone impietoso quello tra la SF71-H del 2018 e l’attuale SF90. Nonostante i tanti aggiornamenti portati dai tecnici di Maranello, sia a livello motoristico, sia a livello meccanico, la Rossa ha guadagnato solo 33 millesimi in 365 giorni, finendo così per chiudere la classifica di giornata.
ALTRI TEAM – Racing Point, McLaren, Alfa Romeo, Renault, Haas, Toro Rosso, Williams
Procedendo in ordine di classifica costruttori la prima che incontriamo è la Racing Point che, rispetto alle passate due stagioni, peggiora la propria posizione in griglia, ma non il tempo sul giro. Nel complessivo, la vettura rosa ha guadagnato più di otto decimi in dodici mesi, anche se ha perso due posizioni sullo schieramento. Con questo upgrade rispetto alla passata stagione, la Racing Point si piazza al terzo posto generale dei migliori del 2018, appena mezzo decimo sopra la Mercedes.
McLaren a differenza delle altre gare è tra le peggiori. A Woking, infatti è stato fatto un passo indietro rispetto al 2017 e il 2018. La MCL33, senza l’apporto di Fernando Alonso, nella gara di casa dell’ex driver spagnolo non ha conquistato l’accesso al Q3, restando con l’11° tempo di Norris come miglior risultato. Stessa posizione al via dell’ex Stoffel Vandoorne nella passata stagione. Nonostante questo, la vettura ha comunque guadagnato quattro decimi, ma si posizione in penultima posizione tra le RB15 e la SF90.
Alfa Romeo resta invece costantemente nelle zone alte della classifica, conquistando però la seconda posizione. Kimi Raikkonen ha replicato il quattordicesimo tempo ottenuto lo scorso anno da Charles Leclerc, ma il finlandese può contare su una vettura più rapida di quasi nove decimi.
Se per quanto riguarda Nico Hulkenberg, la prestazione resta invariata in dodici mesi (escluso sempre al Q1), Daniel Ricciardo cerca di mettere una pezza ai risultati della Renault, ottenendo l’accesso al Q3, come fatto un anno fa da Carlos Sainz. Grazie al tempo dell’australiano, la monoposto francese ha guadagnato mezzo secondo, ma gira in settima posizione, poco sopra la Red Bull, da cui Ricciardo ha deciso di separarsi.
Risveglio in casa Haas che, dopo un Azerbaijan deludente, torna a occupare un posto in Q3 con entrambe le vetture. Così come nel 2018, la vettura migliore è stata piazzata in settima posizione, la prima a disposizione degli altri team. Se l’anno scorso però il migliore è stato Romain Grosjean, quest’anno Kevin Magnussen ha preso il suo posto. Il danese ha inoltre migliorato di ben sette decimi quanto fatto lo scorso anno dal suo compagno di squadra.
Per il secondo Gran Premio di fila la Toro Rosso vince il premio di miglior Time Attack della settimana. La STR14 realizzata a Faenza, infatti, è stata l’unica a migliorarsi di oltre un secondo; per la precisione di 1.2 secondi. Da annotare che lo scorso anno il migliore è stato Pierre Gasly 12°, con Brendon Hartley che non ha nemmeno preso il via alla sessione, mentre quest’anno Daniil Kvyat è riuscito ad ottenere il nono tempo.
In conclusione c’è la Williams. Se nei passati articoli di Time Attack la FW42 sfigurava sempre davanti a tutti essendo l’unica a perdere terreno sia rispetto al 2017 che rispetto al 2018, quest’anno è riuscita a inserirsi a metà classifica con 623 millesimi guadagnati, pochi meno rispetto alla Haas e più di un decimo meglio della Renault.
RESOCONTO 2017-2019
Lo scorso anno la migliore è stata la Haas con 3.7 secondi guadagnati, seguita a breve distanza da Renault con 3.6 secondi. Toro Rosso, che quest’anno ha avuto un giro più veloce di 1.2 secondi, lo scorso anno ne aveva guadagnati poco meno di tre. Nel resoconto complessivo, quindi, è la Haas quella che ha fatto un lavoro migliore abbassando i propri tempi di quasi quattro secondi e mezzo in due anni. 4.128 sono quelli della Toro Rosso nello stesso arco di tempo, con la vettura faentina migliore della Renault di appena 30 millesimi. Nel club dei “quattro secondi meglio” c’è anche l’Alfa Romeo, al quarto posto con un gap di 83 millesimi dalla monoposto realizzata a Enstone.
Chi ha guadagnato meno è invece la Williams che in questo caso occupa l’ultimo posto con solo 2.1 secondi limati in ventiquattro mesi. Penultimo posto per la Ferrari che, insieme al team di Grove, è l’unico a non essere riuscito a oltrepassare il muro dei tre secondi di guadagno.