Scorrendo la lista dei piloti iscritti alla Superstock1000 FIM Cup spicca il nome di Remo Castellarin. Il pilota di Manziana, classe ’88, dopo anni di sacrifici e budget ridotti, è riuscito ad emer gere nel panorama dei così detti trofei “minori”, meritandosi una sella nella Coppa del Mondo. Grazie all’apporto del Team “Moto X Racing” di Sandro Carusi, che ha allestito appositamente per il romano una BMW HP4, Castellarin avrà la possibilità di mettere in mostra tutto il suo potenziale espresso nelle ultime stagioni. Reduce da due campionati nel CIV Superbike (6° assoluto nel 2012), anche con una squadra gestita in proprio, il Team Cast 16 Corse, il talentuoso pilota laziale ha in passato trionfato sia nel Trofeo del Centauro 600 (2006 e 2008) che nella Coppa Italia Dunlop 1000 (2011) e nel 2012 ha vinto la Premier Cup. Dopo due apparizioni nella Stock1000 come wildcard lo scorso anno, il 2014 di Castellarin si è aperto ad Aragon con un buon 12° posto e i primi punti in Campionato mentre ad Assen, nel secondo round della serie, dopo il 9° tempo in qualifica, la gara si è chiusa in anticipo per una scivolata.
Sei alla prima stagione completa nella FIM Cup. Com’è la serie vista dall’interno?
E’ un bellissimo Campionato, è molto combattuto e per questo per essere competitivi non bisogna tralasciare nulla, curando anche i dettagli sempre al 100×100. I circuiti sono davvero fantastici ma eccetto le piste italiane per me sono quasi tutti sconosciuti.
In carriera ti sei messo in luce in trofei “minori” come la Premier National Cup, sempre correndo con budget limitati. Senti il peso di avere un’occasione importante? Quali obbiettivi ti sei posto?
Sì, ho corso in vari trofei nazionali come la Dunlop Cup, Michelin Cup, Premier Cup…e li ho vinti tutti. Sento pressione nei giorni in cui sono a casa, nei weekend di gara non tanto. Il mio obiettivo è quello di concludere più gare possibili nella top ten e ad Assen ci stavo riuscendo, peccato per la caduta…
Negli ultimi anni hai corso in un team a conduzione familiare dove anche una banale scivolata aveva grosse ripercussioni su di te e sulla tua famiglia. Ora che sei in un team come il MotoXRacing, come cambia l’approccio mentale alla gara?
Beh, l’esperienza a conduzione familiare mi ha formato molto e sono cresciuto. Ora sicuramente riesco a correre in maniera più tranquilla concentrandomi di più sull’unica cosa che devo fare, ossia guidare. Con Sandro Carusi e la squadra mi trovo benissimo ed insieme dobbiamo fare un percorso lungo ed importante.
Ti rivedremo accanto a Gianluca Vizziello in qualche tappa del CIV Superbike quest’anno?
Non credo sarà possibile poiché il team “Moto X Racing” nell’italiano è un team ufficiale Michelin mentre nella FIM Cup si corre con le Pirelli, ma a Vallelunga credo di partecipare in altra veste poiché i miei sponsor ed io desideriamo correre sul circuito di casa.
Lo scorso anno ha esordito la nuova formula del CIV Superbike, meno “prototipo” e più Stock. La ritieni una soluzione corretta? Ti aspettavi di essere più vicino ai piloti ufficiali?
A mio parere la nuova formula è azzeccata ed il Campionato è stato di altissimo livello, con un elevato numero di iscritti. Purtroppo lo scorso anno ho avuto alti e bassi ed anche alcune gare sfortunate. Nel 2013 troppi zeri hanno condizionato la mia stagione ed anche il mezzo (una BMW del 2010) ormai non al passo con gli ultimi modelli non mi ha aiutato; in più un incidente stradale ad aprile mi ha fatto perdere un po’ la concentrazione e ho fatto qualche errore di troppo. Comunque, quando tutto funzionava per il meglio come ad esempio a Misano, ho dimostrato di poter restare nel secondo gruppo, immediatamente dietro agli ufficiali.
Al termine della stagione 2013 il Team Cast 16 Corse dà l’addio alla BMW in favore della Kawasaki. Che rapporto si instaura tra un pilota e la sua moto, in questo caso con la S1000RR?
Abbiamo voluto provare la Kawasaki poiché non avevamo il budget a disposizione per la nuova BMW HP4 e quindi abbiamo optato per la ZX-10R, che comunque è una grandissima moto. Per me, e credo per tutti i piloti, la moto ha un anima con cui si divide tutta la stagione facendo mille battaglie e darle l’addio è sempre molto triste: in pochi minuti riaffiorano alla mente i ricordi più belli e più brutti passati insieme. Avrei voluto tenere con me tutte le moto con cui ho corso ma ahimè non e’ stato possibile…