Nella sua prima stagione completa nel Mondiale Superbike, Federico Sandi ha espresso quel talento e quel potenziale già mostrato nei suoi trascorsi nel Motomondiale e nel CIV. Il pilota di Voghera, classe ’89, ha disputato una stagione convincente con la Kawasaki del team Pedercini, raccogliendo diversi piazzamenti che gli hanno permesso di chiudere il Campionato 2013 al 17° posto, nonostante non disponesse di un mezzo ufficiale. La carriera di Federico inizia nel 1988 con le minimoto e dopo alcuni anni di esperienza in 125 e 250, nel 2009 Sandi si concentra sulle 4 tempi, debuttando nella Superstock1000 FIM Cup con l’Aprilia. Nel 2010 il pilota lombardo partecipa al CIV ed è protagonista di un’ottima stagione con la RSV4 del Team Gabrielli: ottiene 4 pole, una vittoria ed disputa due gare come wild card nel Mondiale Superbike . L’anno successivo Sandi corre ancora come wild card nella serie iridata con la Ducati del Team Althea, terminando in zona punti entrambe le manche di Imola. Sempre nel 2011, con la formazione di Genesio Bevilacqua, conclude il Campionato italiano di categoria in terza posizione con una vittoria e ben 5 pole position. Il 2012 doveva essere una stagione importante per Federico, grazie all’accordo raggiunto con il Liberty Racing per disputare la Superstock1000. Purtroppo il programma si chiude per problemi finanziari prima di iniziare il Campionato. Federico è costretto a ripiegare solo su qualche apparizione sporadica nella FIM Cup e una gara nel Mondiale Superbike con la BMW del team Grillini, a Misano. Nel 2013 arriva la grande occasione offerta dal Team Pedercini e Sandi, in sella alla Kawasaki ZX-10R, non delude le aspettative raccogliendo 55 punti in Campionato ed ottenendo un 10° posto a Portimao come miglior risultato.
Sei soddisfatto della tua prima stagione completa nel Mondiale?
La stagione è stata positiva. Considerando che ero in un team privato non siamo andati affatto male. In molte gare siamo finiti in zona punti ed abbiamo ottenuto anche un piazzamento nei primi 10, quindi posso dire di essere abbastanza soddisfatto. Purtroppo nel corso dell’anno abbiamo subito alcune rotture di motore e di altre componenti. Questi problemi ci hanno fatto lasciare per strada quei punti che avrebbero permesso di concludere il Campionato più avanti in classifica.
A causa di alcuni infortuni hai avuto diversi compagni di squadra in questa stagione: Lundh, Savadori, Aitchison…Credi che se avessi avuto un pilota “fisso” o più esperto nel box avresti potuto fare meglio?
Penso di essere stato veloce in ogni gara, indipendentemente da quale fosse il pilota al mio fianco. Sono stato comunque sempre davanti ai miei compagni, in ogni gara ho seguito la mia strada, sia sul setting della moto che sulla scelta delle gomme. Logicamente avere un compagno con più esperienza avrebbe accorciato i tempi per trovare il giusto setup. Per i piloti che arrivavano a stagione in corso non era facile salire su una moto a loro sconosciuta, trovare subito il giusto feeling ed essere competitivi. Questo fattore, parlando del team nel suo complesso, ci ha un pò penalizzati.
Quanto conta in un team privato lavorare in gruppo ed insieme al tuo compagno di team?
E’ importante perchè si può arrivare prima al giusto setup della moto. Se hai due piloti che possono provare soluzioni diverse, in minor tempo si riesce a trovare la migliore configurazione del freno motore, del controllo di trazione, sospensioni ecc… Ad inizio stagione con Lundh, il mio primo compagno di team, avevo trovato un buon feeling. Riuscivamo a provare diverse soluzioni e non andavamo affatto male. Alex è un pilota veloce anche se non troppo esperto. Purtroppo Lundh si fece male ad Imola e fu costretto a saltare gran parte della stagione. Da quel momento in poi abbiamo iniziato a lavorare individualmente, perchè continuavano a cambiare piloti e non era facile collaborare.
La differenza di prestazioni tra i team ufficiali e i team privati nella 2013 è sembrata più netta rispetto agli anni scorsi. Pensi che con tutte “Evo” in pista (dal 2015) ci sarà più spazio per i team privati?
Non credo perchè alla fine anche la Evo verrà sviluppata dai team ufficiali. Avendo budget più alti da poter spendere, investiranno sicuramente più dei team privati. Quest’ultimi a livello di sponsor sono quelli più penalizzati. Avendo meno visibilità non è facile per un team non ufficiale reperire i soldi per fare una stagione. Conseguenza di tutto questo è che i piloti devono portare del denaro per riuscire a correre.
Credi che per un pilota questo avvicinamento al regolamento Stock faccia perdere interesse verso la Superbike o invece resterà comunque un obbiettivo da raggiungere?
Non credo. Le moto saranno lo stesso veloci. Già le Stock, che sono ancora più vicine alle moto di serie, vanno forte e non solo molto lontane dalle moto del Mondiale. Avere i controlli ed il motore della Superstock uniti ad una ciclistica, freni e gomme, di una Superbike potrebbe far avvicinare molto una moto Evo ad una Superbike “vera”. Penso che a livello di spettacolarità delle gare ed a livello di pubblico non ci sarà un calo d’interesse, anzi, magari se i privati riuscissero a ridurre un pò il gap dagli ufficiali il Campionato potrebbe diventare anche più bello ed interessante.
Sei stato uno dei pochi piloti ad aver corso con Aprilia nella Superstock1000. Come mai l’RSV4 in questa categoria non risulta particolarmente competitiva?
La moto con cui ho corso nel 2009 era una nuova e completamente differente dall’Aprila Superbike. Quest’ultima aveva un telaio diverso ed anche il forcellone era quello rovesciato. Un’altra differenza è l’elettronica che non era troppo evoluta: avevamo un controllo di trazione che non funzionava come doveva, anzi, spesso non lo usavamo proprio perchè era troppo invasivo e pericoloso, tanto da “tagliare” anche sui rettilinei. Il motore, inoltre, non aveva tanti cavalli: si avvicinava al propulsore della Honda, circa 154 cv, mentre gli altri ne avevano più o meno 200. Il gap era abbastanza ampio. Per questi motivi chi ha provato ad usare questa moto nella Stock purtroppo ha avuto notevoli difficoltà e non ha ottenuto risultati. E’ totalmente un’altra mezzo rispetto alla moto del Mondiale, perchè quando ho corso nel CIV con l’Aprilia Superbike, la RSV4 era una moto performante, che mi ha permesso di conquistare diverse pole position e vari podi.
Pensi che l’Aprilia possa avere dei problemi a sviluppare la Evo?
Non credo, perchè Aprilia ha immesso sul mercato altre versioni della moto come quella Biaggi Replica che costa 50.000 euro ed è dotata di qualsiasi cosa…praticamente una Superbike. Non credo avranno problemi.
Piani per la stagione 2014?
Non posso dire dove correrò ma sarò in sella ad una moto “buona”. Sono in trattativa e spero di chiudere presto l’accordo. Sono felice e pronto per iniziare, mi sto allenando molto a livello fisico. E’ dura…tutti vanno molto forte ma mi sto preparando al meglio per i primi test.