La storia del fuorilegge di Las Vegas: Kurt Busch
30 Settembre 2014 - 16:08
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Nato a Las Vegas il 4 agosto 1978, Kurt Busch è uno dei piloti più riconosciuti del circuito negli ultimi 15 anni. La carriera sportiva di Kurt  iniziò nella sua città ancora minorenne sotto la spinta del padre Thomas, il quale si impegnò  ad avvicinarlo al Go kart. Poco dopo passò  gareggiando con le auto Dwarf vincendo la prima gara  proprio  nel grande ovale di  Las Vegas. Le potenzialità di Kurt vennero confermate quando vinse dieci gare in dieci tracciati diversi; a quel punto il padre  vendette l’auto per  una classe più potente, le legend cars che Kurt iniziò a guidare nel 1996 a soli 18 anni. Un pilota dal carattere irascibile che si lamentava davanti ai media, con i membri del suo team ed i piloti; con il tempo gli verrà dato il soprannome di “The Outlaw”

Il salto di qualità lo fece nel 1999 dopo essersi guadagnato il posto per la Craftsman Truck Series ( attuale camping world truck series) aggiudicandosi 4 gare e giungendo secondo nella generale dietro al compagno di squadra Greg Biffle, consolandosi con il premio del Rookie of the Year. Il passaggio nell’ attuale Sprint Cup (allora era la Winston Cup) avvenne nel 2000 sostituendo Chad Little a bordo della Ford n 97 sponsorizzata dalla John Deree del team  di Jack Roush.  A settembre nel tracciato di Dover  debuttò arrivando 18°, e   nelle altre sei  gare a cui prese parte non ottenne nemmeno un top ten. L’anno dopo entrò nel campionato principale come rookie  ottenendo 6 top ten, 3 top fives  e come miglior piazzamento stagionale, il terzo posto a Talladega ai quali aggiunse la pole di Darlington chiudendo il campionato 27°. Il secondo anno per il giovane Kurt è un salto verso le stelle e la maturazione giunse quasi all’ apice del suo potenziale.  Già nella prima gara a Daytona  arriverà quarto. ma la prima vittoria  sarà  a Bristol dove    Spencer, in testa a 150 giri dal termine cederà la leadership a Kurt a soli 56 giri dalla fine. Kurt si ripeterà a Martinsville, altro ovale corto e qualche settimana dopo  ad Atlanta e a Miami, l’ultima gara di stagione. Chiuderà un campionato  da sophomore memorabile: 4 vittorie, 12 top fives e 20 top ten chiudendo  terzo  nella generale con oltre 5 milioni di dollari guadagnati.2014 NASCAR Sprint Cup Series #41 Haas CNC Photoshoot

Il terzo anno per Kurt sarà più sottotono rispetto all’ anno precedente: Otterrà sempre 4 vittorie( 2 a Bristol, California e Michigan), ma soli  8 top fives e 14 top ten chiudendo solo 11°. Il 2004 invece è il suo anno. Nel nuovo formato del Chase Kurt riesce a piazzare la sua Ford 97 davanti alla Chevrolet di Johnson distanziandolo di 6 lunghezze nel campionato. Otterrà 3 vittorie : una  a Bristol per la quarta volta in carriera, e le due fermate a Loudon nel miglio magico. Aggiungerà 8 top fives, 21 top ten e due pole nelle ultime due gare stagionali. Il pilota di Las Vegas entrerà nella storia vincendo il titolo Nascar 2004 , il primo e l’unico finora.Il 2005 sarà la sua ultima stagione con Roush prima di approdare alla corte di Roger Penske. Lascerà a testa alta questo team con 3 vittorie a Pocono, Richmond e Phoenix, 9 top fives e 18 top ten chiudendo il campionato in decima posizione.

Il primo anno con Captain Roger però non è dei migliori, anzi sarà una delle peggiori annate della sua carriera.  A parte la vittoria primaverile a Bristol, la quinta in questo tracciato, (Particolare fu la celebrazione: Kurt imitò un angelo della neve dovuto al fatto che durante quel weekend la neve cadde sull’ ovale) ottenne 6 poles (massimo in carriera nella singola stagione)  e solo 7 top fives e 12 top ten in 36 gare. chiuse sedicesimo nella generale.

Nel 2007 ottenne risultati più convincenti: prima, vinse a Pocono e poi, in Michigan un paio di settimane dopo. Kurt aggiunse al suo rullino personale 6 top fives, 13 top tens e la pole ottenuta in California. Proprio quell’ anno ci fu a Charlotte una situazione controversa con il fratello Kyle, con il quale lottava per la vittoria; le due auto  si toccarono  distruggendosi all’ impatto con il muro lasciando la vittoria ad Harvick. Kurt, fece un’ uscita in pubblico dicendo che non voleva mangiare i Kellogs (sponsor sull’ auto del fratello minore) e che Kyle aveva corso in maniera “sporca”. I due non fecero pace nella gara successiva e NASCAR ha dovuto prendere provvedimenti per separarli per l’intera stagione. I due non si riconciliarono fino a sei mesi dopo nel giorno del ringraziamento dalla loro nonna. Nel 2008 i risultati calarono bruscamente: vinse in New Hampshire, ottenne 5 top fives e sole 10 top ten in 36 gare terminando 18°, in poche parole un anno da dimenticare.

Nel 2009 riuscì a ritornare alle luci della ribalta chiudendo il campionato ai margini del podio riconquistandosi la fiducia di Penske: 2 vittorie ( Atlanta e Texas),11 top fives e 22 top ten.  L’anno dopo invece, giunse 11° nella penultima posizione del Chase, riconquistò Atlanta e vinse la prestigiosa Coca-Cola 600 di Charlotte, aggiunse 9 top fives,18 top ten e 2 poles. L’annata successiva Kurt lascerà il Dodge n 2 a Keselowski per salire sull’ auto numero 22. Sarà l’ultima campagna alla corte di Penske e questa volta non se ne andrà dal  team con il lieto fine. Chiuderà nuovamente undicesimo nel Chase for the Cup vincendo nel Road Course di Sonoma e a Dover, nella casa di Jimmie Johnson superandolo nelle battute finali. Otterrà 8  top fives e 17 top ten, più tre poles consecutive. Quell’ anno Busch  ha avuto le telecamere addosso per le varie uscite in pubblico poco congeniali. A Richmond mandò Johnson a muro al giro 186 scusandosi immediatamente, ma Johnson non era della stessa ottica e ricambiò il “favore” sei giri dopo. Kurt terminò comunque quinto, e nelle interviste di fine gara diede dell’ idiota a Jimmie. Qualche settimana dopo, a pochi minuti dal green flag l’auto di Kurt era ancora sotto revisione e la giornalista della Espn, Jamie Little gli chiese il permesso di fargli una domanda. Kurt rispose malamente mandandola a quel paese.Infine a Miami uscì con un brutto gesto e dovette pagare una multa di 50.000 dollari; una mossa che poi  gli costò secondo molti, il licenziamento dal team di Roger Penske.

L’anno dopo Kurt approdò al Phoenix Racing dove ottenne un top five ed un top ten, prima di chiudere la stagione con il Furniture Row con il quale riuscì a cogliere altre  tre top ten. A Darlington quell’ anno, Kurt coinvolse Newman nell’ incidente a sei giri dal teminBusch-Kurt-Furniture-Row-NASCARe e tornando ai pit sgommò con veemenza  davanti agli ufficiali Nascar e al crew team di Newman. Nascar sanzionò Kurt con 50.000 dollari di multa e rimase sotto osservazione fino a luglio per incauta guida nella pit lane.  Due settimane dopo a Dover durante un intervista riguardo all’ osservazione fece due uscite che lasciarono pietrificato il giornalista: Nascar allungò il tempo di osservazione fino a fine anno negandogli la partecipazione a Pocono. Il 2013, lo spese sempre con il Furniture Row dando prova alla sua tenacia entrando nel Chase con un team di secondo livello; chiuse con un brillante decimo posto in campionato. Durante le 36 gare colse 10 top fives, 15 top ten con una pole ed un paio di secondi posti; un risultato eccezionale per un team satellite formato da una sola auto. Anche quell’ anno Kurt ebbe qualche battibecco: una a Richmond con Stewart ed una a Loudon con Newman, dove il fratello minore Kyle, chiamò Ryan “un grande orco”.

Quest’ anno invece è passato allo Stewart-Haas tornando in un team di alto livello. Al momento ha ottenuto una vittoria a Martinsville, dove con Keselowski fece a sportellate durante la gara,  chiamando l’ex compagno di squadra “piccolo ribelle”. E’ riuscito più tardi, ad entrare nel Chase accompagnando Harvick nella nuova campagna di post season, e domenica scorsa ha disputato la sua 500° gara della carriera a Dover proprio dove inziò quindici anni fa., Sfortunatamente questo giorno speciale non gli ha dato il pass per continuare nella post season. Infine ha disputato nell’ annata odierna l’Indianapolis 500 e il Coca-Cola 600 nella stessa giornata, diventando il quinto pilota di sempre a tentare questo assalto di 1100 miglia. Ad Indianapolis giunse sesto mentre al Coca-Cola 600 si dovette ritirare a 200 miglia dal termine.

Finora, questa è la carriera di Kurt Busch. La storia di un uomo che con il suo carattere  e la voglia di lottare ha creato un’ aurea di odio e amore attorno a lui, ma per chiunque lo conosca sarà sempre “il Fuorilegge” della categoria.