Kimi Raikkonen non ha mai pensato per un secondo di lasciare la Formula 1 e appendere il casco al chiodo. L’idea del ritiro non ha mai sfiorato Iceman nemmeno quando è venuto a sapere nel weekend del GP d’Italia che la Ferrari non aveva intenzione di prolungargli il contratto in scadenza al termine del 2018.
E una volta appresa la scelta della scuderia di Maranello di puntare su Leclerc, Raikkonen ha subito cercato fortemente di trovare un accordo con l’Alfa Romeo-Sauber per dare un importante contributo al team che ha avuto il coraggio di lanciarlo in Formula 1 nel 2001, mentre la FIA aveva persino paura a concedergli una superlicenza in modo permanente.
A rivelare i retroscena della trattativa fra Kimi Raikkonen e l’Alfa Romeo-Sauber, e tutto quanto è accaduto nella settimana successiva alla gara di Monza, è stato Steve Robertson. In un’intervista col sito ufficiale della Formula 1, il manager del campione del mondo 2007 ha raccontato quanto il suo assistito fosse determinato a rimanere nel Circus, tanto da muoversi in prima persona e contattare la Sauber.
“Quando è stato detto a Kimi che non avrebbe avuto un contratto per l’anno seguente, è stato lui per primo ad attivarsi – ha spiegato l’ex pilota inglese – Ha iniziato per primo un dialogo per ottenere un sedile in Sauber. Lui voleva assolutamente continuare. Ha avuto un meeting coi proprietari della Sauber e poi ne ha avuto un altro con Fred Vasseur (il team principal, ndr) e Beat (Zehnder, storico team manager della scuderia svizzera, ndr). Fred ha spiegato chiaramente come Kimi fosse determinato a conoscere quali fossero i piani della squadra per la stagione successiva. E Kimi voleva vedere se il team avesse il suo stesso entusiasmo. Ha sentito che c’era quello che stava cercando, e ha voluto fortemente trovare un accordo. Era un po’ giù di corda a Monza, quando ha scoperto che non sarebbe più stato in Ferrari, ma si è ripreso velocemente. Ha voluto continuare a correre perché sente di poter dare ancora qualcosa alla Formula 1″.