La Formula 1 approda a Imola per la terza gara del campionato 1999. Dopo un GP d’Australia ricco di colpi di scena e clamorosamente vinto dalla Ferrari di Eddie Irvine, la McLaren ha sfruttato al meglio i 35 giorni di stop dovuti all’annullamento del GP d’Argentina, risolvendo i problemi d’affidabilità e aggiudicandosi la vittoria a Interlagos senza troppi problemi.
Le qualifiche del GP di San Marino vedono ancora una volta le Frecce d’Argento grandi protagoniste. Sul giro secco le vetture progettate da Adrian Newey si esprimono al massimo, ma a Imola le Ferrari danno loro del filo da torcere. Al sabato i piloti della McLaren devono tirare fuori tutto il loro talento per assicurarsi per la terza volta consecutiva la prima fila, con Hakkinen che centra la pole position per soli 22 millesimi sul compagno di squadra Coulthard. Schumacher è terzo a 176 millesimi da Hakkinen, seguito da Irvine, che ha accusato sei decimi dalle McLaren. Sorprendente quinta posizione per Jacques Villeneuve, capace di portare la BAR-Supertec nelle zone nobili della griglia di partenza. La Stewart si conferma ancora una volta ad alti livelli, con Barrichello che si piazza sesto davanti alle Jordan di Frentzen e Hill e alle Williams di Ralf Schumacher e Zanardi. Quattordicesimo tempo per Trulli, su Prost: sedicesimo Fisichella. Diciannovesimo Salo, che ha rimpiazzato l’infortunato Zonta alla BAR. Ultima fila per le Minardi di Gené e Badoer.
GARA – Hakkinen e Coulthard partono bene e mantengono la testa davanti alle Ferrari. Villeneuve rimane piantato nella sua piazzola di partenza per la rottura della frizione, con Frentzen, Panis e una Benetton che devono scartare bruscamente per non colpirlo. Ora in quinta posizione c’è Barrichello, poi Frentzen, Ralf Schumacher, Hill, Alesi ed Herbert. Subito fuori dai giochi Trulli, spedito fuori in uscita dal Tamburello da Salo. Le McLaren dettano subito il ritmo, con Hakkinen che è velocissimo e inizia subito a mettere un gap importante fra sé e gli avversari, mentre Irvine fatica a scrollarsi di dosso Barrichello. Dopo cinque giri Hakkinen ha già 4 secondi su Coulthard, e 7.3 secondi su Schumacher. Salo fa molta fatica; Panis e Takagi lo sorpassano senza difficoltà. Nelle retrovie Wurz tenta l’affondo su De la Rosa alla Tosa, ma la manovra si trasforma in un incidente che elimina dalla corsa i piloti di Benetton e Arrows. Nei giri successivi Panis si avvicina molto a Fisichella, ma alla Variante Bassa sbaglia e finisce in testacoda. Il francese riparte, ma è dietro a Salo.
Nessuno sembra riuscire a contrastare Hakkinen: nemmeno Coulthard, che al giro 14 finisce leggermente sulla ghiaia alla Rivazza per provare a tenere i tempi del compagno di squadra. Alesi prova a mettere pressione a Hill, ma al giro 15 si ferma ai box per la prima sosta. Hakkinen al diciassettesimo passaggio doppia la Minardi di Gené. Il campione del mondo 1998 sembra avere la gara in pugno, e ha più di 10 secondi di vantaggio su Coulthard, ma proprio al giro 17 accelera troppo presto in uscita dalla Variante Bassa, perde il controllo della sua macchina sul cordolo e va a sbattere violentemente contro il muro. Hakkinen è fuori, e il pubblico si alza in piedi ed esulta! Al comando c’è Coulthard, con 4 secondi di vantaggio su Schumacher. Il pilota della Ferrari guadagna qualche decimo nei doppiaggi di Gené e Takagi, e inizia a spingere per colmare il distacco dal leader della corsa, mentre alle sue spalle Irvine fatica a gestire le gomme Bridgestone a mescola morbida.
L’ERRORE DI HAKKINEN
Barrichello è il primo dei piloti di testa a fermarsi, imitato qualche giro dopo da Frentzen. Coulthard e Schumacher continuano a spingere, e lo scozzese mantiene poco più di 3 secondi di vantaggio sul tedesco della Ferrari. Irvine e Hill al giro 28 vanno ai box per il loro pit stop, mentre Ralf deve ritirarsi subito dopo la sua sosta. Schumacher rischia tantissimo e recupera molto su Coulthard, che viene ostacolato dalla Sauber di Diniz che gli fa perdere molto tempo prima di farsi doppiare. Al giro 31 Schumacher effettua un rifornimento molto breve: il muretto box decide di farlo passare su una strategia a due soste per provare a vincere. Pit stop lunghissimo invece per Herbert, che prova ad arrivare in fondo. Coulthard perde del tempo nei doppiaggi, e non riesce a girare su tempi molto veloci, mentre Schumacher con gomme fresche segna il giro veloce in 1:28.853.
Al giro 35 Coulthard si ferma per il suo pit stop: lo scozzese torna in pista in seconda posizione. La strategia della Ferrari ha funzionato: Schumacher è in testa! Schumacher va come un treno, mentre Coulthard è bloccato dietro a Panis e Fisichella, che lottano fra loro e non si fanno doppiare. Ron Dennis è furente, e va a protestare con i commissari per far sì che Panis e Fisichella si spostino. Il pilota scozzese sfila Panis, ma alla Rivazza finisce lungo e si trova di nuovo dietro alla Prost. In tre giri Coulthard perde più di 7 secondi su Schumacher. Al quarantunesimo giro Schumacher ha già più di 16 secondi di vantaggio sulla McLaren, che deve ancora doppiare la Benetton di Fisichella. Coulthard finalmente sfila Fisichella: Panis prova a infilarsi, ma finisce contro la Benetton. Schumacher continua a segnare tempi record, abbassando il limite a 1:28.552.
Schumacher effettua il secondo e ultimo pit stop e torna in pista in prima posizione, davanti a Coulthard di quattro secondi. Al giro 46 si ritira Irvine: sulla sua Ferrari si è rotto il motore. Nella stessa tornata è costretto alla resa anche Frentzen per un testacoda. In terza posizione c’è Hill, che si ferma ai box e cede il suo posto a Barrichello. Il pilota della Jordan rientra in quarta posizione, davanti a Herbert e Fisichella. Appena fuori dalla zona punti ci sono Zanardi e Alesi. Coulthard cerca di ricucire il gap su Schumacher, mentre il tedesco si appresta a doppiare Hill. Il ferrarista perde qualche decimo dietro a Hill, che però lo lascia passare sul rettilineo. Al giro 56 Schumacher doppia anche Barrichello: solo il leader della corsa e Coulthard sono a pieni giri. Il motore Ford tradisce Herbert e gli fa perdere due punti importanti. Nello stesso giro si ritira anche Zanardi per un testacoda dovuto all’olio perso dalla Stewart di Herbert: l’italiano sarebbe entrato in zona punti col ritiro di Herbert.
Negli ultimi giri Schumacher deve solo gestire la leadership e il vantaggio di 4 secondi su Coulthard. Schumacher vince il GP di San Marino davanti a Coulthard, Barrichello e Hill. Quinto Fisichella, la cui strategia a una sosta gli ha permesso di recuperare molto terreno. Sesto Alesi, che invece ha pagato il primo pit stop molto anticipato. Settimo Salo, che torna ai box invece di prendere la bandiera a scacchi. Ottava e nona posizione per le Minardi di Badoer e Gené, sul traguardo con tre giri di ritardo.
Per la Ferrari si tratta della seconda vittoria nel mondiale 1999, la prima per Schumacher. Il pilota tedesco, con questo successo, spezza il digiuno della Rossa a Imola, che durava dal 1983.
CLASSIFICA GP SAN MARINO 1999