6h Silverstone: Audi bella da morire
17 Aprile 2016 - 21:30
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Gara fantastica quella che è andata in scena oggi pomeriggio sul tracciato inglese. Alla fine a spuntarla, per il secondo anno consecutivo, è stata l’Audi numero 7, dell’ormai inseparabile trio composto da Marcel Fassler, Andrè Lotterer e Benoit Treluyèr, che hanno preceduto di 46” sul traguardo la Porsche di Dumas-Jani-Lieb. Terza la Toyota di Kobayashi-Conway-Sarrazin.

Alla partenza le Audi tentano la fuga, con i primi giri che passano senza colpi di scena. Dopo un pò però, la Porsche di Webber inizia ad attaccare e, nel giro di pochi minuti, scavalca con due manovre pazzesche le Audi di Jarvis prima, e poi quella di Lotterer, che gli permette di andare in testa. Al pit cede il volante ad Hartley, che continua a dominare la corsa. A questo punto sopraggiungono problemi all’ibrido per l’Audi numero 8 di Di Grassi, che viene passata dalle Toyota, quest’ultime mai veramente della partita, anche a causa di un assetto molto scarico che le rende lente nel traffico.

Dopo 2 ore di gara è patatrac Porsche: Brendon Hartley ha un incomprensione con la Porsche del Gulf Racing della GTE AM. Il neozelandese rischia il cappottamento che per fortuna non avviene del tutto, e la 919 Hybrid finisce la corsa nella via di fuga, senza conseguenze per il pilota. Durante la full corse yellow è l’Audi R18 di Di Grassi si pianta in mezzo alla pista ed è costretta al ritiro.

Alla ripartenza è dunque lotta a due: inizia un grande duello tra la Porsche di Lieb e l’Audi di Treluyèr, che supera il rivale alla ripartenza, chiudendo il sorpasso a pochissimi metri dall’inizio di una zona a bandiera gialla.

Da quel momento l’Audi si invola, con Jani che nel finale è costretto anche ad una sosta in più per un problema alla gomma anteriore destra, e a quel punto i giochi sono fatti.                                     Un grande Fassler taglia il traguardo davanti a Jani e alla Toyota numero 6 di Kobayashi, che ha approfittato della foratura che è occorsa alla vettura gemella di Nakajima, per questo motivo giunta diciassettesima. Le Rebellion hanno vita facile tra i privati, con la numero 13 davanti alla 12, mentre è giunta solo quindicesima la Bykolles.

In LMP2 il successo è andato al debuttante team RGR Sport by Morand con la Ligier JSP2 Nissan numero 43, con un grande Filipe Albuquerque che si è imposto assieme a Ricardo Gonzales e a Bruno Senna. Ottimo secondo posto per un’altra Ligier, la numero 31 del team Extreme Speed Motorsport, con Pipo Derani autore di una grande rimonta, che ha portato i compagni di squadra Dalziel e Cumming alla piazza d’onore. Chiude il podio l’Oreca 05 Nissan del G-Drive Racing, a lungo in testa, guidata dal trio Rast-Rusinov-Berthon.