Sarebbe stato simpatico se a fine gara Mara Sangiorgio o Federica Masolin di Sky Sport F1 avessero chiesto a Toto Wolff un’opinione sugli incidenti che hanno visto protagonista Valtteri Bottas nell’ultima parte del Gran Premio d’Ungheria, soprattutto dopo le pesanti dichiarazioni rilasciate – e poi leggermente ritrattate – al termine della gara di Silverstone.
In quell’occasione il team principal della Mercedes (insieme al suo dt James Allison, ndr) aveva attaccato in maniera decisa i piloti della Ferrari dopo i contatti causati sia nel Gran Premio di Francia (Vettel vs Bottas) sia nel Gran Premio di Gran Bretagna (Raikkonen vs Hamilton): “A Le Castellet siamo stati buttati fuori e con Silverstone siamo a due: abbiamo perso tanti punti importanti per il campionato costruttori. Sono incidenti deliberatamente cercati o si tratta di incompetenza? Questo è il nostro dubbio”.
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All’Hungaroring, però, sembra quasi che le parti si siano invertite, con Bottas a giocare nel ruolo del perfetto scudiero di un Hamilton lanciato in fuga solitaria vero la vittoria, quasi insperata alla vigilia del fine settimana magiaro. Il pilota finlandese è stato letteralmente sacrificato durante tutta la gara dalla scuderia di Brackley, prima per marcare e annullare l’undercut di Raikkonen e poi per fermare Vettel nel suo tentativo di ricucire il gap con il campione del mondo in carica dopo l’unico pit stop.
A cinque giri dalla fine, però, le gomme posteriori della Freccia d’Argento numero 77 hanno cominciato ad entrare in crisi (dopo aver compiuto la bellezza di 49 giri) e così Vettel ha deciso di sferrare l’attacco per conquistare la seconda posizione; dopo aver resistito in curva 1, il finlandese si è fatto sfilare all’esterno in curva 2 e, nel tentativo di difendere fino all’ultimo il secondo gradino del podio, ha centrato con l’alettone anteriore la gomma posteriore sinistra del tedesco, che fortunatamente non si è afflosciata.
Una manovra decisamente al limite, giudicata come un semplice ‘incidente di gara’ dai commissari ungheresi ma che, se analizzata nel dettaglio, è da cosiderarsi più che azzardata. In ingresso curva, infatti, la SF71H di Vettel era praticamente davanti alla Mercedes e il sorpasso era stato praticamente completato dal ferrarista, che aveva tutto il diritto di stare alla corda e coprirsi da un’eventuale risposta del rivale.
Nel complesso, quindi, quanto fatto da Bottas in Ungheria può essere tranquillamente paragonato agli errori (definiti tali dagli stessi piloti) di Vettel in Francia e Raikkonen in Gran Bretagna: entrambi sono arrivati lunghi in frenata cercando di conquistare una posizione, finendo però addosso al rispettivo avversario.
Per usare le parole di Jacques Villeneuve, la manovra di Bottas è stata “da principiante alle prime armi”, non da pilota esperto quale lui è. E allora, se Toto permette, lo stesso suo dubbio sorge anche a noi: quella di Valtteri è un’azione deliberata per completare il ‘lavoro sporco’ di giornata o una semplice questione di incompetenza?