Il prossimo weekend la Formula 1 chiuderà i battenti della stagione 2016, incoronando il nuovo campione del mondo. Per la seconda volta nella storia, a contendersi l’iride all’ultimo appuntamento saranno i due alfieri della Mercedes: Nico Rosberg e Lewis Hamilton.
Il pilota tedesco può contare ancora un vantaggio di 12 punti, gestito magistralmente nelle ultime tre gare, e gli basta arrivare a podio per detronizzare il compagno e rivale anglo-caraibico, che ha portato a casa gli ultimi due campionati. Con una W07-Hybrid così in forma, è facilmente ipotizzabile un’altra doppietta per la casa di Stoccarda, visto che la concorrenza, seppur vicina nelle ultime uscite, non sembra cresciuta al punto tale da insidiare le prestazioni velocistiche delle Frecce d’Argento. Sembra, quindi, un lavoro facile per Rosberg, ma la storia della Formula 1 e, soprattutto, di questa stagione lasciano aperte le strade della speranza per Hamilton.
“Abbiamo fatto qualsiasi cosa in fabbrica per assicurarci che entrambe le macchine non abbiano problemi e finiscano la corsa. Abbiamo fatto attenzione a ogni minimo dettaglio” ha affermato Niki Lauda alla vigilia del Gran Premio di Abu Dhabi, che non si augura di vedere negli Emirati una nuova Sepang (con Hamilton tradito dal motore mentre era al comando, ndr).
Come detto prima, in questi casi la storia la fa da maestra: dal 1950 ad oggi, ben nove volte si è laureato campione del mondo il pilota con meno punti tra i contendenti prima dell’ultimo appuntamento stagionale e, in due di queste, a trionfare è stato addirittura il terzo in classifica.
1950 – NINO FARINA (Alfa Romeo)
Il 1950 è l’anno del primo campionato del mondo di Formula 1. Nell’ultimo appuntamento iridato, a Monza, ben tre piloti dell’Alfa Romeo si trovano a lottare per il titolo di campione: il favorito è Juan Manuel Fangio, che deve difendersi dagli italiani Nino Farina e Luigi Fagioli. Il pilota argentino ha un guasto sulla sua vettura, sale su quella del compagno Taruffi (all’epoca era concesso dal regolamento, ndr), ma per sua sfortuna rompe anche quella. A gioire è proprio Farina, che diventa il primo campione del mondo della storia della Formula 1. Fangio e Fagioli chiudono rispettivamente al secondo e al terzo posto in classifica.
1964 – JOHN SURTEES (Ferrari)
La stagione 1964 si chiude in Messico e anche qui arrivano in tre a contendersi il campionato: Graham Hill si presenta da leader a Città del Messico, davanti ai connazionali John Surtees e Jim Clark. Come accaduto nel 1950, Hill è costretto al ritiro e Clark sembra involarsi senza problemi verso la vittoria di gara e titolo, ma al penultimo giro rompe improvvisamente il motore. Lorenzo Bandini, compagno di Surtees in Ferrari, riceve l’ordine dai box di cedere il secondo posto al britannico, che vince il mondiale con un punto di vantaggio su Hill. Con questa vittoria, Surtees diventa il primo e unico pilota a vincere il campionato del mondo sia in Formula 1 sia nel Motomondiale.
1976 – JAMES HUNT (McLaren)
Il finale di stagione del 1976 è probabilmente uno dei più noti della storia della Formula, grazie soprattutto al celebre film Rush di Ron Howard. All’ultima gara del Fuji, Niki Lauda si presenta da leader della classifica davanti a James Hunt, nonostante aver saltato due Gran Premi in seguito al rogo del Nurburgring. Sul circuito giapponese scende una pioggia torrenziale, ma la Direzione Gara decide di dare comunque il via alla corsa. Dopo appena un giro, Lauda si ritira perché non accetta di correre in condizioni così assurde e pericolose. Hunt riesce a chiudere al terzo posto, il minimo indispensabile per laurearsi campione del mondo per la prima e unica volta in carriera, con un solo punto di vantaggio su Lauda.
1983 – NELSON PIQUET (Brabham)
Il Gran Premio del Sud Africa chiude la stagione 1983. Al via di Kyalami, Alain Prost (Renault) ha due punti di vantaggio su Nelson Piquet, alfiere della Brabham. Dopo 36 giri, Prost rompe il motore ed è costretto al ritiro. Piquet chiude secondo, dietro al compagno di squadra Riccardo Patrese (secondo successo in carriera, ndr) e davanti all’altro italiano Andrea De Cesaris su Alfa Romeo e diventa campione.
1986 – ALAIN PROST (McLaren)
Nel 1986 ad avere la meglio è, invece, Alain Prost, nel frattempo passato alla McLaren. In Australia, Nigel Mansell arriva con un cospicuo vantaggio sul francese e sul compagno di squadra in Williams Nelson Piquet: all’inglese basta un quarto posto, indipendentemente dal risultato degli avversari, per vincere il campionato. In gara, però, succede di tutto: al 64° giro esplode uno pneumatico sulla vettura di Mansell, che è costretto al ritiro. Anche Piquet accusa problemi alle gomme ed è costretto ad una sosta d’emergenza per sostituirle. Strada spianata per Prost, che bissa il successo iridato dell’anno prima.
1997 – JACQUES VILLENEUVE (Williams)
A Jerez de la Frontera, che ospita il Gran Premio d’Europa 1997, Michael Schumacher (Ferrari) si presenta con un punto di vantaggio sul rivale Jacques Villeneuve (Williams). In qualifica, i due e l’altra Williams di Heinz-Harald Frentzen fanno segnare lo stesso identico tempo al millesimo, ma la pole va al canadese (il primo dei tre ad aver concluso il giro, ndr). Schumi parte bene e scavalca Villeneuve alla prima curva, ma il figlio di Gilles non demorde e nella seconda parte di gara si avvicina pericolosamente alla Ferrari numero 5 del tedesco. Quando Villeneuve prova l’attacco, Schumacher colpisce in pieno la Williams e finisce nella sabbia: per lui è il ritiro. Villeneuve continua, finisce al terzo posto dietro le McLaren di Hakkinen (prima vittoria in carriera, ndr) e Coulthard e conquista quel titolo mondiale che era sfuggito al padre, scomparso prematuramente nel 1982. A Schumacher la Federazione cancellerà tutti i punti conquistati, come risposta al comportamento antisportivo del tedesco, che ha cercato il contatto con il rivale.
1999 – MIKA HAKKINEN (McLaren)
A Suzuka, in Giappone, Ferrari e McLaren arrivano a giocarsi il titolo all’ultima gara come successo un anno prima. Questa volta, però, a contendere il titolo a Mika Hakkinen non c’è Schumacher, vittima di un incidente a Silverstone, nel quale si è fratturato tibia e perone della gamba destra, che lo ha costretto a saltare la seconda parte della stagione: il Cavallino punta tutto su Eddie Irvine, fedele alfiere del tedesco, autore di un finale di stagione da urlo. Il nord-irlandese arriva all’ultima gara con quattro punti di vantaggio sul finlandese, ma non basteranno: Irvine commette un errore in qualifica, che lo relega al quinto posto della griglia, mentre Hakkinen brucia Schumacher in partenza e si invola verso la vittoria della gara e del mondiale.
2007 – KIMI RAIKKONEN (Ferrari)
Ancora Ferrari contro McLaren nel 2007: a Interlagos, in Brasile, Lewis Hamilton e Fernando Alonso per la scuderia di Woking e Kimi Raikkonen per il Cavallino si giocano il tutto per tutto. il debuttante Hamilton può contare su quattro punti di vantaggio sul compagno di squadra e sette sul rivale finlandese, ma in gara succede l’incredibile: dopo aver sbagliato la partenza (troppo aggressivo nel tentativo di riprendersi la posizione sullo stesso Alonso, ndr), l’inglese ha un problema con l’elettronica della sua monoposto e compie praticamente un giro a bassissima velocità, trovandosi in 18° posizione. Lewis riuscirà a rimontare fino al 7° posto, ma Raikkonen vince il Gran Premio davanti a Massa e ad Alonso e conquista il primo (e finora unico) titolo mondiale con un punto di vantaggio sulla coppia McLaren, il primo anche per la Ferrari dopo l’era Schumacher.
2010 – SEBASTIAN VETTEL (Red Bull)
Nel 2010, ad Abu Dhabi, arrivano addirittura in quattro in lotta per l’iride: Fernando Alonso e la Ferrari guidano con 8 e 15 punti di vantaggio sulle Red Bull di Mark Webber e Sebastian Vettel e 24 sulla McLaren di Lewis Hamilton, che ha bisogno di un vero e proprio miracolo sportivo per bissare il titolo del 2008. Nel tentativo di marcare la strategia di Webber, la Ferrari richiama anticipatamente Alonso ai box per mantenerlo davanti all’australiano, ma non considera che alcuni piloti, come Rosberg (Mercedes) e Petrov (Renault), hanno già effettuato il loro pit-stop al primo giro e non si fermeranno più fino al traguardo. Il muretto del Cavallino confida nelle capacità di Fernando per raggiungere il quarto posto necessario, dato che Vettel si sta involando indisturbato verso la vittoria del Gran Premio, ma sul circuito di Yas Marina è praticamente impossibile sorpassare, soprattutto perché la Renault del pilota russo è velocissima sul dritto. Alonso non va oltre al settimo posto finale, davanti a Webber, mentre Vettel diventa il più giovane campione del mondo della storia della Formula 1.