Le maschere pirandelliane di Lewis Hamilton e della Mercedes sono mestamente cadute giù nella notte di Sakhir. Il teatrino messo in piedi ad ogni intervista per sfoggiare davanti alle TV la propria sportività, che cela dietro di sé uno spiccato senso di superiorità, non ha retto alla pressione di Vettel e della Ferrari, che in Bahrain hanno bissato il successo nella gara d’esordio in Australia.
Proprio nel giovedì che ha preceduto il weekend del Gran Premio di Bahrain, il tre volte campione del mondo, in risposta ad alcune domande maliziose dei giornalisti in Conferenza Stampa, ha voluto sottolineare il suo desiderio di non voler assolutamente ordini di scuderia tra lui e il nuovo compagno Valtteri Bottas, che si era mostrato oggettivamente inferiore nelle prime due uscite stagionali.
Eppure la gara di oggi ha dimostrato tutto il contrario. Dopo la Safety Car, la Mercedes ha deciso di differenziare le strategie tra i due piloti, montando le Super Soft a Bottas (il primo a fermarsi) e le Soft a Hamilton. Dopo i primi giri in cui il finlandese sembrava essere più veloce, in virtù della mescola più morbida, l’inglese è venuto fuori poco dopo, mentre davanti Vettel aumentava il suo gap con le due Frecce d’Argento.
Alla prima difficoltà vera dopo tre anni di dominio quasi indisturbato, Hamilton urla ai box: “Sono più veloce di Valtteri… e Vettel davanti sta andando via!”. Il muretto della Mercedes ci pensa qualche giro, ma poi dà l’ordine a Bottas, che non può fare altro che farsi da parte in fondo al rettilineo dei box.
Il numero 77 sarà costretto a lasciare il passo al più blasonato compagno di squadra anche nella parte finale del Gran Premio, quando l’inglese tenterà disperatamente, ma invano, di chiudere il gap con la Ferrari al comando.
La faccia del finlandese sul podio parla chiaro, soprattutto se si pensa al sorriso smagliante mostrato davanti alle telecamere solo 24 ore prima, quando aveva conquistato la sua prima pole position in carriera. Solo poco carisma o tutto previsto dal contratto? Questo non lo sapremo mai, ma resta il fatto che la Ferrari inizia finalmente a far sentire il fiato sul collo alla casa di Stoccarda, che si deve aggrappare anche a questo pur di difendere la sua leadership. Si è ufficialmente aperta la seconda era Schumacher-Barrichello della storia della Formula 1, questa volta colorata d’Argento.