Un altro scenario da film ha costellato le qualifiche del Gran Premio del Belgio a Spa-Francorchamps. Per la seconda volta consecutiva dopo Budapest (senza contare gli ultimi giri della gara di Hockenheim) la pioggia ha caratterizzato gli istanti decisivi delle qualifiche, puntando su Lewis Hamilton tutte le luci della ribalta.
Il campione del mondo in carica sembra davvero baciato dalla fortuna nelle ultime gare, con il cielo che sembra dargli una mano sempre nel momento in cui ne ha più bisogno. La vittoria in Germania e le pole dell’Hungaroring e di Spa sono arrivate proprio grazie a un clamoroso ribaltamento dei valori in campo grazie a poche – ma fondamentali – gocce di pioggia arrivate quando Lewis sembrava non avere le carte giuste per battere le Ferrari.
A proposito di Ferrari: come nelle scorse settimane, la scuderia di Maranello non si è dimostrata all’altezza della situazione per cercare di arginare lo strapotere di Lewis Hamilton sul bagnato, facendosi prendere puntualmente in contropiede non appena la pioggia si è affacciata sul muretto box della Rossa.
Sarà la pressione di guidare una Ferrari, sarà l’ansia di non riuscire a sfruttare correttamente il potenziale della SF71H che ha dominato le tre sessioni di prove libere, sta di fatto che Sebastian Vettel sta costantemente deludendo le aspettative dei suoi tifosi e non solo. Proprio lui, che ha conquistato la prima pole position e ha vinto il suo primo Gran Premio in Formula 1 con la Toro Rosso sotto il diluvio di Monza, si è preso ben sette decimi dal rivale nonostante abbia chiuso il suo ultimo tentativo dopo la Mercedes numero 44.
Oltre al tedesco, però, anche gli strateghi del Cavallino si sono esaltati nel festival degli errori sotto la pioggia. Pur consapevoli che la pioggia avesse cessato di cadere a cinque minuti dalla bandiera a scacchi e che la pista si stesse asciugando velocemente, nel box Ferrari sono riusciti nell’impresa di non mettere nel serbatoio di Kimi Raikkonen la giusta quantità di benzina per completare l’ultima parte della Q3, con Iceman costretto a terminare anzitempo la sua qualifica e ad accontentarsi della sesta posizione dietro alle due ‘nuove’ Force India di Ocon e Perez e alla Haas di Grosjean. Un errore da benzinai di periferia e non da chi si vuole giocare la vittoria nel campionato del mondo di Formula 1.
Per chiudere in bellezza, non posso congedarmi se non con un mezzo pensiero sull’ennesima follia della FIA dopo quanto visto nell’ultima parte delle FP3. Abbiamo già consumato diverse tastiere per descrivere l’assurdo comportamento degli stewards, che cambia approccio e commina sanzioni a seconda del pilota che commette infrazioni e della sua scuderia di appartenenza. In pieno rettilineo del Kemmel, a oltre 300 km/h, Valtteri Bottas non si è accorto dell’arrivo alle sue spalle della McLaren di Stoffel Vandoorne e, dopo aver fatto passare Fernando Alonso, si è rimesso in traiettoria mandando pericolosamente il belga sull’erba. Stoffel è stato molto bravo a mantenere fino all’ultimo il controllo della vettura e a limitare i danni in vista delle qualifiche, ma le conseguenze della manovra del finlandese della Mercedes sarebbero potute essere ben più gravi.
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In Direzione Gara, però, hanno tremendamente sottovalutato quanto successo in pista, probabilmente per via della penalità ‘tecnica’ già inflitta, dando semplicemente una reprimenda a Bottas senza neppure togliergli dei punti sulla patente. Recentemente abbiamo visto gente arretrare in griglia per molto meno e non è più accettabile una disparità di trattamento: non bisogna sorprendersi se gli appassionati parlano sempre più di “Formula Mercedes”.