La Force India è stata probabilmente la più grande rivelazione del campionato del mondo 2016 di Formula 1. La scuderia indiana ha, infatti, raggiunto un incredibile quarto posto nella classifica costruttori, battendo in volata la ben più esperta Williams, decisamente in caduta libera nella seconda parte di stagione. Il risultato ottenuto si avvalora ulteriormente se si va a osservare la breve storia di questo team, nato nel 2008 dalle ceneri della Spyker, cenerentola della Formula 1 nella stagione precedente, senza parlare del budget limitato a disposizione, uno tra i più bassi dell’intero Circus. Da anni si parla, infatti, dei costanti problemi economico-finanziari che si sono abbattuti sul patron Vijay Mallya, che più di una volta hanno fatto seriamente pensare ad una cessione del team a terze parti (vedi la Aston Martin alla vigilia di questa stagione).
Tutte queste “aggravanti” dimostrano come Bob Fernley abbia messo su una squadra incredibile nel corso degli anni, andando ad integrare, di stagione in stagione, varie pedine sempre nel posto giusto, dal reparto ingegneri ai meccanici ai piloti. Già, perché non possiamo trascurare nemmeno gli alfieri, quelli che poi hanno effettivamente portato la Force India così in alto su tutte le piste del mondiale. Sergio Perez e Nico Hulkenberg sono arrivati insieme al termine del 2013, andando a formare una delle coppie più affiatate e unite dell’intero schieramento, il cui lavoro ha dato una mano fondamentale ai tecnici al muretto e in fabbrica nella ricerca e nello sviluppo della monoposto, costantemente in crescita nel corso della stagione. Checo arrivava dall’esperienza fallimentare in McLaren, che avrebbe potuto stroncargli definitivamente la carriera; Nico, invece, è da considerare un figliol prodigo, di ritorno a Silverstone dopo la breve parentesi alla Sauber. Entrambi pieni di motivazioni e pronti a dare una svolta positiva alla propria carriera. Nonostante i quattro podi ottenuti nelle ultime tre stagioni siano arrivati solo per mano del messicano, il tedesco non è stato sicuramente da meno, forse perseguitato maggiormente dalla sfortuna, in più di un’occasione (vedi l’ultimo Gran Premio del Brasile, quando ha dovuto effettuare un pit stop in più dietro Safety Car per una improvvisa foratura, mentre era in quarta posizione proprio davanti a Perez).
“Il quarto posto nella classifica costruttori è stato un risultato incredibile, impensabile alla vigilia di questa stagione, soprattutto se vediamo da dove siamo partiti – ha affermato Andy Stevenson, direttore sportivo della Force India – Bisogna elogiare ogni singola persona che lavora qui con noi, perché noi siamo una realtà molto piccola in Formula 1 rispetto ai nostri molto più quotati competitors ed essere arrivati a un simile risultato è qualcosa di cui andiamo molto fieri e che ci gratifica tantissimo. La svolta della nostra stagione è arrivata a Barcellona, dopo la prima sessione di test in-season dopo il Gran Premio di Spagna. Abbiamo raggiunto due podi con Checo a Monaco e Baku e abbiamo iniziato la nostra rimonta sulla Williams, squadra con cui ci siamo giocati il quarto posto fino all’ultima gara di Abu Dhabi. Noi siamo arrivati a Yas Marina con un importante vantaggio, ma la scuderia di Grove avrebbe potuto ancora superarci con una bella gara, quindi abbiamo vissuto un weekend decisamente sotto pressione. Il ritiro di Bottas all’inizio del Gran premio ci ha tolto decisamente molta di questa tensione, tant’è che nel box è venuto fuori qualche sorriso di rasserenamento, non posso negarlo. L’arma vincente è stata, a mio giudizio, l’affidabilità della VJM09, resa possibile da un lavoro incredibile in fabbrica, nella fase di produzione”.
Ripercorriamo insieme la storia della Force India, dagli esordi nel 2008 al quarto posto nei Costruttori del 2016.
2008 – L’antenato più illustre della Force India in Formula 1 è addirittura la Jordan, squadra irlandese con all’attivo 250 Gran Premi, 4 vittorie (1 con Damon Hill, 2 con Heinz-Harald Frentzen e 1 con Giancarlo Fisichella) e un terzo posto come miglior risultato nei Costruttori nella stagione 1999 (dove proprio Frentzen arrivò in lotta per il titolo fino alla penultima corsa). Dopo essere diventata prima Midland F1 e poi Spyker, al termine della stagione 2007 l’imprenditore indiano Vijay Mallya decise di rilevare le quote della Spyker, fondando il primo team indiano della storia della Formula 1. I piloti titolari scelti per il 2008 furono Giancarlo Fisichella, proveniente dalla Renault, e Adrian Sutil, già impegnato nel 2007 con la Spyker, mentre il terzo pilota e collaudatore designato fu un altro italiano, Vitantonio Liuzzi, cresciuto nel vivaio Red Bull. La vettura fu denominata VJM01, in onore del patron Mallya.
Nonostante il costante impegno della nuova dirigenza, non arrivano risultati nel primo anno della Force India. Oltre alla poca competitività della monoposto, sorge un’importante problema di affidabilità, che porta la VJM01 a ritirarsi per ben 18 volte in stagione.
2009 – Il secondo anno in Formula 1 segna l’inizio della collaborazione con McLaren. Il team di Woking fornisce alla Force India il motore Mercedes (che fino a quell’anno deteneva quote importanti della McLaren), il cambio e alcune indicazioni importanti sull’architettura delle sospensioni posteriori della VJM02, oltre ad alcuni sponsor non impiegati sulle Frecce d’Argento. Sia Giancarlo Fisichella che Adrian Sutil vengono confermati titolari.
Dopo un inizio in salita, dove comunque sono stati sfiorati l’arrivo in zona punti, arriva la svolta nel Gran Premio del Belgio a Spa-Francorchamps: Fisichella ottiene incredibilmente la prima pole position della Force India, concludendo il weekend al secondo posto, pochi decimi dietro la Ferrari di Kimi Raikkonen, che lo aveva passato nelle fasi iniziali della corsa sfruttando il KERS dopo una ripartenza dietro Safety Car. Dal successivo Gran Premio d’Italia il pilota romano passa proprio alla Ferrari per sostituire l’infortunato Massa e al suo posto viene promosso Vitantonio Liuzzi. Proprio a Monza, dopo aver piazzato entrambe le monoposto nella Top 10 (con Sutil terzo e Liuzzi settimo), Sutil porterà altri cinque punti al team indiano, giungendo ai piedi del podio, in quarta posizione. In campionato, la Force India giungerà al nono posto on 13 punti, davanti alla Toro Rosso.
2010 – L’anno successivo la scuderia indiana conferma come piloti Adrian Sutil e Vitantonio Liuzzi. La VJM03 si presenta come una vettura molto costante, in grado di issarsi costantemente a centro gruppo e in zona punti, come dimostrano i sei arrivi consecutivi di Adrian Sutil nella Top 10 a metà stagione. E’ in questa stagione che inizia la prima lotta con la Williams, questa volta per il sesto posto: la scuderia di Grove riuscirà ad avere la meglio di un punto, mentre la Force India concluderà al settimo posto la sua stagione, senza exploit come quella precedente, ma con un bel bottino di 68 punti (c’è da tenere in considerazione il cambio del sistema di punteggio, ndr).
2011 – Per la stagione 2011 viene confermato Adrian Sutil, mentre Paul Di Resta prende il posto di Vitantonio Liuzzi sulla VJM04. Nico Hulkenberg viene, invece, ingaggiato come terzo pilota e collaudatore. Continua la striscia positiva della scuderia indiana, che va a punti in nove delle ultime dieci apparizioni mondiali con entrambi i piloti e raggiunge il sesto posto finale nella classifica Costruttori, con 69 punti (uno in più della stagione precedente). Durante l’anno, il boss Vijay Mallya annuncia ufficialmente di aver ceduto il 42,5% delle azioni del team al gruppo Sahara India Pariwar: la scuderia acquista la nuova denominazione di Sahara Force India.
2012 – La costanza è l’arma determinante della Force India anche nel 2012, che vede la nuova coppia formata dal confermato Paul Di Resta e dal promosso Nico Hulkenberg. La VJM05 non marca punti solo in quattro occasioni su venti, ottenendo come miglior risultato due quarti posti a Spa-Francorchamps e a Singapore rispettivamente con Hulkenberg e Di Resta. Proprio il tedesco rischia addirittura di vincere l’ultimo Gran Premio stagionale a Interlagos quando, grazie alle condizioni meteo variabili, innesca una battaglia con le due McLaren di Button e Hamilton, ma un errore alla prima curva lo fa andare in testacoda, centrando proprio la vettura di Lewis. Dopo un drive through, Nico termina la corsa solo al quinto posto. La stagione termina con un settimo posto e con 109 punti conquistati, record per la scuderia indiana.
2013 – Hulkenberg decide di passare alla Sauber per la stagione 2013 e la Force India richiama Adrian Sutil al fianco di Paul Di Resta. La prima parte di stagione è molto positiva per la scuderia indiana, che nelle prime otto gare coglie 59 punti, dimostrandosi addirittura più competitiva della McLaren. Tuttavia, in seguito alla decisione della Pirelli di tornare a degli pneumatici più simili a quelli della stagione precedente per motivi di sicurezza, la Force India ha una seconda metà di campionato decisamente meno performante. La scuderia indiana accumula, infatti, appena 18 punti nelle rimanenti 11 gare, perdendo la quinta posizione nel mondiale costruttori a favore della McLaren. I buoni risultati delle prime gare sono comunque sufficienti a conservare il sesto posto finale nella classifica Costruttori, con 77 punti totali.
2014 – Nonostante il cambio radicale dei regolamenti, la Force India si conferma all’altezza delle attese, grazie alla nuova coppia formata dal rientrante Nico Hulkenberg e dal messicano Sergio Perez, in arrivo dalla McLaren dopo una stagione in chiaroscuro. La VJM07 va a punti in tutte le gare, ad eccezione di Ungheria e Stati Uniti, in cui entrambi i piloti sono costretti al ritiro, e ritorna sul podio grazie a Perez nel Gran Premio del Bahrain a Sakhir, dietro solo alle Mercedes spaziali di Hamilton e Rosberg. Viene confermato il terzo posto della stagione precedente, ma i punti questa volta sono ben 155.
2015 – L’avvio della stagione non è sicuramente come i tecnici della scuderia indiana si aspettavano: le criticità della nuova monoposto sono tante e gli ingegneri pensano addirittura a introdurre una nuova versione B a partire dal Gran premio di Gran Bretagna a Silverstone. Da questo momento in poi le prestazioni cominciano a migliorare sensibilmente, tant’è che Perez riesce ad andare a podio nel Gran Premio di Russia a Sochi, sfruttando l’incidente all’ultimo giro tra Bottas e Raikkonen. La posizione finale in campionato è la quinta, con 136 punti totali.
2016 – Anche nell’ultima stagione, la Force India non ha avuto un inizio eccelso, con un settimo posto come migliore (e unico) risultato a punti nelle prime tre gare, con Nico Hulkenberg nelle gara d’esordio in Australia. L’inversione di tendenza arriva con il Gran Premio di Monaco, sesto appuntamento stagionale. A Monte Carlo, Sergio Perez conquista un favoloso terzo posto, sfruttando un’ottima strategia in condizioni meteo che andavano via via migliorando dopo l’acquazzone iniziale.
A Baku, il messicano bissa il risultato ottenuto nel Principato, portando per la prima volta la Force India a conquistare due podi in una sola stagione. Sul cittadino azero, Perez ha conquistato la prima fila nelle qualifiche, piazzandosi secondo dietro la Mercedes di Rosberg, mentre in gara è stato autore di una prestazione maiuscola, rimontando dal settimo al terzo posto, a causa di una penalità di cinque posizioni per aver sostituito il cambio, danneggiatosi dopo il botto nelle FP3. Tolto il Gran Premio d’Austria, dove entrambe le macchine sono state costrette al ritiro nelle ultime fasi di gara per problemi tecnici (dove peraltro Hulkenberg si era qualificato in terza posizione, ndr), la scuderia indiana ha sempre centrato dei punti, superando in classifica gli avversari della Williams una prima volta a Spa-Francorchamps e poi definitivamente a Singapore, centrando un favoloso quarto posto nella classifica Costruttori con 173 punti, risultato che sa di impresa.