Side by Side | Ferrari: chi è causa del suo mal pianga se stesso
13 Maggio 2018 - 18:19
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L’ultimo round del campionato del mondo 2018 di Formula 1 in Spagna ha sancito il ritorno dello strapotere della Mercedes. Lewis Hamilton ha dominato come nessuno in questa stagione, rifilando ben 20 secondi al compagno di squadra Valtteri Bottas e martellando dall’inizio alla fine della gara con tempi sul giro super competitivi. E’ come se fossimo tornati indietro nel tempo, per la precisione al 2016, quando le Frecce d’Argento correvano un campionato a parte rispetto a tutti gli altri.

Corsa disastrosa per la Ferrari. La scuderia di Maranello ha sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare in una giornata difficile come quella di oggi e Sebastian Vettel non ha potuto fare altro che accontentarsi della quarta piazza, perdendo altri 13 punti a vantaggio di Hamilton, che adesso naviga in testa al Mondiale con 17 lunghezze di margine sul tedesco. Non classificato, invece, Kimi Raikkonen, vittima di un altro problema alla Power Unit che lo ha costretto ad alzare bandiera bianca nel corso del 25° giro.

Vettel passa Magnussen mentre Bottas esce dalla pit lane

Al di là delle circostanze, l’errore più grande è stato compiuto dal muretto box della Rossa, richiamando ai box Vettel nel corso del 42° giro mentre si trovava al secondo posto dietro il leader Hamilton. Gli strateghi della Ferrari, guidati dallo spagnolo Rueda (tanto elogiato al termine della prima gara in Australia, ndr) si sono lasciati ingannare dal regime di Virtual Safety Car causato dallo stop in pista della Force India di Esteban Ocon, pensando forse di anticipare la mossa della Mercedes che avrebbe potuto mettere Bottas nelle condizioni di sopravanzare Seb, in quanto anche il finlandese si era fermato dopo nemmeno 20 giri per passare alle gomme medie.

Vettel è stato molto chiaro a fine corsa, cercando di motivare la scelta del team: la sua SF71H non riusciva a gestire gli pneumatici allo stesso modo della Mercedes (ma anche della Red Bull, ndr) e con il set di Medium montato alla fine del 17° giro non sarebbe riuscito a gestire i quasi quattro secondi di vantaggio sul finlandese fino alla bandiera a scacchi.

Proprio da questo punto nasce la questione più importante: com’è possibile che la vettura che era riuscita a trionfare in Bahrain compiendo circa 40 giri con lo stesso set di gomme Soft (su una posta molto esigente dal punto di vista degli pneumatici, ndr) sia andata così in difficoltà nel gestire il degrado delle proprie coperture?

Mario Isola e Toto Wolff

In vista del Gran Premio di Spagna la Pirelli ha deciso di “limare” lo spessore del battistrada degli pneumatici di 0,4 millimetri per limitare il surriscaldamento della mescola ed evitare – a detta del responsabile Mario Isola – eventuali problemi legati alla sicurezza. Nel paddock si è molto discusso su questa decisione, anche perché molti hanno puntato il dito contro la Mercedes accusando Toto Wolff e Niki Lauda di aver richiesto direttamente al gommista brianzolo questa modifica.

Isola ha più volte ripetuto che la decisione presa non va ad agevolare alcun team in particolare, ma è chiaro che se una monoposto soffre particolarmente la gestione degli pneumatici non facendoli lavorare nella giusta finestra di temperatura (come Mercedes nelle prime gare del campionato, ndr) trae un vantaggio maggiore da questa modifica a stagione in corso.

La Ferrari ha risposto alle polemiche tramite la voce del suo team principal Maurizio Arrivabene, il quale ha affermato che “non è nello stile né nel DNA della squadra lamentarsi o appellarsi contro qualcosa”. Nella Formula 1 attuale, però, in cui chi chiede spesso e volentieri ottiene, il Cavallino dovrebbe farsi sentire maggiormente e opporsi drasticamente a qualcosa che va contro il significato intrinseco proprio dello sport. Non si può e non si deve accettare un cambio delle regole in corsa, ma negli ultimi anni la FIA ci ha abituato a questo tipo di comportamento, che sembra quasi essersi trasformato in normalità. Quindi, la Ferrari e gli altri team devono farsi sentire in maniera più netta e decisa, altrimenti chi è causa del suo mal pianga se stesso.