Immagine in evidenza: © Scuderia Ferrari Media Center
Per i tifosi della Ferrari il circuito di Suzuka offre memorie agrodolci. Tutti ricordano lo storico Gran Premio del 2000 oppure la festa del titolo mondiale 2003, ma in molti ricordano soprattutto la grande beffa che ha colpito l’intero popolo della Scuderia di Maranello durante l’edizione del 2006. Ancora oggi molti appassionati preferiscono non ricordare quella mattinata dell’8 ottobre del 2006 e ancora oggi, per molti tifosi, quella gara resta una ferita che fatica a ricucirsi. Fernando Alonso non è amato da tutti i tifosi della Ferrari e questo è sicuramente un dato di fatto, ma è anche un dato di fatto che il 90% delle persone riconduce questa antipatia proprio a quella gara, a quel pugno alzato da Fernando mentre in casa Ferrari crollavano tutte le speranze mondiali. E’ lo sport e come tale va accettato, però certe cose rimangono scritte per sempre e probabilmente questo è un caso che difficilmente verrà dimenticato.
E’ il Gran Premio del Giappone edizione 2006, Michael Schumacher arriva a Suzuka dopo una bellissima vittoria in Cina. In Giappone, dopo un’incredibile ricorsa, si trova con gli stessi punti (116) dell’avversario diretto per il mondiale, ovvero Fernando Alonso. Dopo la qualifica gli sguardi in casa Ferrari fanno trapelare un velato ottimismo dato che la prima fila è occupata interamente dalla Scuderia del Cavallino (primo Massa e secondo Schumacher). Il week-end di Alonso, invece, è ricco di problemi, visto che in qualifica non va oltre la sesta posizione. Il Gran Premio procede alla grande: il tedesco comanda la corsa e riesce fin da subito a mettere tra se e lo spagnolo un gap di sicurezza che terrà per quasi l’intera corsa. Alonso, che non vuole alzare bandiera bianca, ricuce il distacco con la seconda piazza e dopo il secondo pit stop è il primo pilota ad inseguire la Ferrari del sette volte Campione del Mondo. A 17 giri dalla fine arriva però il colpo di scena: dopo sei anni di affidabilità, il motore di Schumacher va in fumo. Alla Degner Curve, la 246 F1 del tedesco comincia a fumare e il campionissimo di Kerpen è costretto a parcheggiare la propria vettura sotto il ponte del tracciato di Suzuka.
Una valvola d’aspirazione distrugge tutte le speranze iridate per i tifosi del Cavallino. In questa occasione arriverà il pugno alzato, un simbolo di gioa che ancora oggi molti tifosi della Ferrari non perdonano allo spagnolo. Alonso andrà a vincere quella gara e, proprio grazie a quella corsa, conquisterà il secondo campionato della carriera. A Interlagos la matematica non da per sconfitto il tedesco (l’unica possibilità per Schumacher è la vittoria in Brasile con il ritiro di Alonso) ma nessuno in casa Ferrari crede nell’impresa. Lo stesso Schumacher nel post gara dichiarerà chiuso il campionato. Da notare una cosa: nonostante la sconfitta bruciante, Schumacher saluterà e ringrazierà ogni singolo ingegnere e meccanico. Un grandissimo gesto che spiega l’amore incredibile dei tifosi della Rossa nei confronti del Kaiser.
Il ringraziamento di Schumi ai propri tecnici