Torna “T come Trasversale”, il cui scopo è ripercorrere, tramite più articoli, la storia delle Ferrari a cambio trasversale della seconda parte degli anni ’70. Oggi viene trattata la stagione 1976.
312T2
La 312T2 fu la sostituta della 312T. Ne prese il posto dalla quarta gara del Mondiale 1976 e corse fino al GP del Brasile 1978, seconda prova dell’omonimo Campionato. La macchina fu progettata da Mauro Forghieri. I piloti a guidare una 312T2 furono quattro: oltre a Lauda e Regazzoni vanno aggiunti Carlos Reutemann e Gilles Villeneuve.
Rispetto alla macchina precedente la 312T2 si differenziò soprattutto per l’assenza dell’air-scope, soluzione che aveva caratterizzato tutte le monoposto fino a quel momento, abbandonato per rispettare le nuove regole aerodinamiche. Altre variazioni tra le due macchine furono il passo, ora più lungo di 42 millimetri, e la comparsa di alcune prese d’aria ai lati della cabina di guida. Inoltre al momento della presentazione fece scalpore un ponte De Diot posto alla sospensione posteriore. Tuttavia, dopo numerosi test, tale soluzione venne abbandonata in favore di uno schema più tradizionale. Il motore rimase un boxer da 12 cilindri e da 3.0 litri, e il cambio fu ancora posto in maniera trasversale.
Il debutto avvenne al GP di Spagna a Jarama.
In qualifica Lauda ottenne il secondo tempo dietro al poleman James Hunt sulla McLaren M23 mentre Regazzoni fu quinto dietro a Depailler e all’altra McLaren di Mass. In gara Lauda arrivò secondo dietro Hunt staccato di mezzo minuto. Va tuttavia ricordato che Niki, per la frattura di una costola rimediata cascando dal trattore di casa sua pochi giorni prima del Gran Premio, non era in perfette condizioni fisiche. Problemi tecnici costrinsero Regazzoni a una sosta che gli costò tre giri. Il ticinese di conseguenza non poté classificarsi meglio di 11°.
Questa corsa, subito dopo la sua conclusione, fu assegnata vinta a Lauda perché la McLaren M23 di James Hunt risultò irregolare: infatti la M23 numero 11 era larga 216,8 cm, troppo per le regole appena entrare in vigore. Tuttavia la McLaren porgerà reclamo contro la decisione dei commissari e il 5 luglio verrà ristabilito l’effettivo ordine della corsa spagnola.
Le due gare seguenti alla corsa spagnola furono contraddistinte da un dominio del binomio Lauda-Ferrari: l’austriaco vinse in Belgio (dove ottenne una doppietta con Regazzoni) e a Monaco. In più giunse terzo in Svezia dietro le due Tyrrell P34 di Scheckter e Depailler e vinse in Gran Bretagna grazie alla squalifica inflitta a Hunt per aver utilizzato il muletto: al via infatti un incidente costrinse Hunt, Regazzoni e Laffitte a ricorrere al muletto. La Ferrari e la Ligier furono poi squalificate, la McLaren no. La Ferrari sporgerà reclamo al RAC affermando che Hunt non avesse il diritto di prendere parte alla nuova partenza, ma tale ricorso venne respinto e l’ordine d’arrivo rimase invariato. Alla controversia tra i due team metterà fine la FIA che il 24 settembre approvò il reclamo della Ferrari e squalificò Hunt. In queste gare Regazzoni ottenne solo 7 punti frutto di un secondo e di un sesto posto.
Si arriva così al Gran Premio di Germania, corso il 1° agosto al Nürburgring, con un Lauda che ha 61 punti mentre Scheckter, secondo, ne ha appena 30. Hunt è ancora più attardato, essendo a quota 26 insieme a Depailler. Nulla sembra poter andare storto ormai: Lauda è avviato a vincere il suo secondo titolo consecutivo. Ma al destino alle volte piace essere beffardo, e così un terrificante incidente al secondo giro che vede coinvolto l’austriaco trasforma una possibile ennesima giornata di gloria in una tragedia: la macchina numero 1 prende fuoco e Niki vi rimane all’interno. Accorrono in molti, con i piloti Edwards, Lunger e Erlt che tentano di salvare il pilota portandolo fuori dalla macchina in fiamme. Vi riescono grazie all’aiuto del sopraggiunto Merzario, il quale riesce a sganciare le cinture di sicurezza, deformate, che bloccavano Lauda all’interno dell’abitacolo. Niki è in condizioni critiche, ma riesce a sopravvivere. La sua stagione sembra però essere ormai completamente persa.
La Ferrari per protesta contro la FIA che ha riassegnato la vittoria del Gran Premio di Spagna a Hunt salta la successiva trasferta in Austria, decidendo di non difendere il vantaggio di Lauda sugli inseguitori (cosa invece fatta nel 1982 per Pironi) e successivamente si presenta al via del GP d’Olanda col solo Regazzoni. In quest’ultima gara Clay arriva secondo distanziato di meno di un secondo da James Hunt.
In Italia avviene poi un miracolo: dopo soli quaranta giorni dall’incidente del Nürburgring Lauda torna a correre. Alcune sue ferite sanguinano ancora e provocano dolore, ma Lauda stringe i denti e alla fine ottiene un ottimo quarto posto.
Nonostante il risultato, reso ancor più importante dal contemporaneo ritiro di Hunt, da questa corsa il rapporto tra Lauda e la Ferrari comincia a incrinarsi: infatti al via oltre alle Ferrari sua e del compagno c’è anche quella affidata all’argentino Carlos Reutemann, chiamato a sostituire proprio il pilota austriaco durante il periodo di guarigione di quest’ultimo. Durante il weekend Lauda farà notare che tre Ferrari possono andare bene per il Gran Premio d’Italia, dato che la sede della scuderia del Cavallino Rampante, Maranello, è vicina alla località del Gran Premio, ma non per i Gran Premi corsi in località lontane come USA e Giappone, osservando che ciò avrebbe comportato spese enormi.
Nei successivi Gran Premi Lauda poté ben poco contro Hunt che recuperò punti su punti fino a presentarsi all’ultimo Gran Premio in Giappone dietro solo di tre lunghezze rispetto all’austriaco.
Le condizioni in cui si svolse l’ultimo Gran Premio della stagione 1976 furono molto critiche poiché vi fu una pioggia molto forte, come in Germania. Al secondo giro Lauda, che fino a allora navigava nelle retrovie, si fermò ai box, scese dalla sua vettura e si ritirò. Forghieri gli propose di dire ai giornalisti di aver accusato problemi di genere elettrico, ma Lauda molto schiettamente racconterò di essersi ritirato volontariamente (una cosa che faranno anche Fittipaldi, Pace e Perkins). Hunt in gara accusò vari inconvenienti che lasciarono sperare la vittoria finale dell’austriaco, ma fu una speranza vana: Hunt con una grande rimonta negli ultimi giri finì terzo e ottenne quei quattro punti fondamentali che gli consentirono di scavalcare in classifica Lauda di un solo punto e di vincere l’iride Piloti 1976. La Ferrari si consolò con la vittoria del campionato Costruttori per il secondo anno di seguito.