Sono passati 23 anni esatti dalla morte di Roland Ratzenberger e Ayrton Senna sul circuito di Imola. Un weekend tragico, costellato di incidenti e avvenimenti particolari, che gli appassionati di lungo corso hanno ben impressi nella memoria, ma che probabilmente i più giovani ignorano. In occasione del ventitreesimo anniversario della morte di Roland e Ayrton ci sembra giusto ripercorrere i fatti di Imola ’94 e tenere vivo il ricordo di questi due piloti.
Il Gp di San Marino 1994 è il terzo appuntamento stagionale. Schumacher, su Benetton, ha vinto i primi due gran premi, mentre il pilota della Williams Ayrton Senna è ancora inchiodato a quota zero, essendosi ritirato sia in Brasile che nel gp del Pacifico.
VENERDÌ – Il venerdì si apre con un curioso episodio. Mentre commenta via radio un giro di pista, Ayrton Senna rivolge un pensiero al grande rivale Alain Prost dicendogli: “Alain, mi manchi“, manifestando grande rispetto per l’ex compagno di squadra, ma forse anche una sorta di poca motivazione nei confronti dei suoi nuovi avversari, la Benetton e Michael Schumacher. Curiosità a parte, nelle prove del venerdì il brasiliano della Jordan Rubens Barrichello è protagonista di un terribile incidente. La macchina di Rubinho sbanda a causa della rottura di una sospensione e becca un cordolo esterno, che la fa decollare lateralmente.
Il pilota cozza contro la barriera di gomme messe come protezione. Si tratta del primo botto del fine settimana di Imola e probabilmente di quello di maggior impatto. Le conseguenze dell’incidente, fortunatamente non sono gravi: Barrichello subisce la rottura di una costola, una frattura al setto nasale e una bella botta al braccio destro, e alla gara successiva tornerà regolarmente a correre.
SABATO – Nel corso delle qualifiche Roland Ratzenberger becca un cordolo in malo modo. Dalla sua Simtek parte un pezzo di alettone anteriore, ma nè il pilota nè il team si accorgono di questo. La vettura, però diventa inguidabile, e il pilota austriaco esce di pista a velocità pazzesca alla curva intitolata a Gilles Villeneuve. L’impatto è tremendo, tanto che il pilota si frattura il cranio e il suo cuore smette di battere.
I medici riescono a rianimarlo e a trasportarlo in ospedale, ma non c’è nulla da fare per via della frattura cranica rimediata nell’incidente. Al termine delle qualifiche Senna è in pole position, ma il pilota brasiliano si dilegua dal paddock e si precipita in ospedale da Ratzenberger, cercando disperatamente notizie positive, che purtroppo non avrà. Senna, fatta eccezione per Berger e per il compagno di squadra di Roland, David Brabham, sarà l’unico pilota ad andare a trovare Ratzenberger all’Ospedale Maggiore di Bologna. La Simtek vuole rinunciare a partecipare alla corsa, ma Ecclestone riesce a convincere in extremis Nick Wirth e la direzione del team a partecipare alla gara per rendere omaggio alla memoria del loro pilota.
DOMENICA – Alla partenza del gran premio c’è già il finimondo. J.J Letho della Benetton rimane fermo e viene colpito in pieno da Pedro Lamy (Lotus). I piloti sono praticamente illesi, però l’incidente sparge detriti per tutta la pista e alcuni di questi schizzano anche nelle tribune ferendo nove persone, una delle quali in modo piuttosto grave.
Al quinto giro Ayrton Senna approccia la curva del Tamburello in testa, ma la sua Williams ha un problema: il piantone dello sterzo si è rotto. Il brasiliano non riesce a curvare e va a sbattere violentemente nelle protezioni.
La macchina attutisce l’urto, però il braccetto di una sospensione trafigge la visiera del casco di Senna e gli si conficca nel lobo frontale destro. Il casco viene anche colpito da una gomma staccatasi in seguito al cozzo. Le telecamere indugiano sul pilota e si vede subito che la testa è inclinata di lato, il che significa che ha perso conoscenza. Il dottore della FIA Sid Watkins (Watkins ci ha lasciato proprio di recente, precisamente il 12 settembre del 2012), ottimo amico di Senna, soccorre il pilota e tenta tutto ciò che può per curare Ayrton, ma la situazione non migliora e Ayrton viene trasportato in elicottero all’Ospedale Maggiore di Bologna. Ma c’è un altro incidente da segnalare in gara: al pit stop, sulla Minardi di Alboreto viene fissata male una gomma. L’italiano riparte e perde subito la copertura, che viaggia a grande velocità nella corsia box (il limite di velocità nella pit lane verrà introdotto proprio per questo episodio, ndr) e ferisce cinque meccanici di tre team.
Nel frattempo i medici tentano disperatamente di salvare la vita a Senna, non possono fare nulla per il tre volte campione del mondo, e alle ore 18.40 del 1 Maggio 1994 viene annunciata la sua morte. Se ne va uno dei campioni più amati della storia della Formula 1 e uno dei più grandi piloti di tutti i tempi.
Nel corso di due giorni due piloti ci hanno lasciato per sempre. Due piloti totalmente diversi tra loro: un campione adorato da tanti e stimato da tutti, e un ragazzo appena arrivato in Formula 1, desideroso di mettersi in luce e di emergere nel motorsport, ma sconosciuto ai più. Perchè l’automobilismo ha i suoi pericoli e ogni volta che scendono in pista TUTTI i piloti rischiano la vita, dalla stella al signor nessuno, senza eccezione. Questo non dobbiamo mai darlo per scontato: i piloti sono degli eroi. Ecco perchè è giusto, oltre ad omaggiare Senna, ricordarsi anche di Roland Ratzenberger, meno famoso, ma non per questo meno compianto.
Riposate in pace, gladiatori: sarete sempre nel nostro cuore.