Il circuito di Austin, sin da quando è entrato nel calendario della MotoGP, ha sempre rappresentato il perfetto alleato di Marc Marquez. Pole e vittoria sono sempre state le sue, ottenute sempre con una certa tranquillità. Nel 2015, però, Marquez ha dovuto superare se stesso per ottenere l’ennesima pole, compiendo prima una vera e propria corsa contro il tempo, per poi esibirsi in una serie di numeri da circo, spingendosi oltre i limiti suoi e della moto.
A poco meno di 3 minuti dal termine, mentre Marquez si sta per lanciare per il secondo time attack, succede l’inverosimile: la moto improvvisamente si pianta, costringendo il cabroncito a parcheggiarla in pieno rettilineo sul muretto, lasciando supporre che le sue qualifiche fossero finite lì. E invece, balzando il muretto e correndo come un forsennato, Marquez si getta verso il box per prendere contatto con la seconda moto. Una volta partito, il tempo è veramente stretto: per passare prima della bandiera a scacchi c’è appena il tempo di fare un giro…da pole! Incredibilmente, Marquez riesce a passare, fiondandosi a capofitto in un giro pazzo. Al primo settore è già 62 millesimi sotto, frutto di una guida spericolata e oltre il limite. Nonostante una brutta imbarcata in curva 10 e una staccata apparentemente lunga in curva 11, riesce a prendere la corda, spalancare il gas sul rettilineo ed aumentare il suo vantaggio fino ad un decimo pieno. Staccata violentissima in curva 12, corda presa sfidando tutte le leggi della fisica, Pol Espargaro che davanti sembra sia su una Moto2. Si entra nel terzo settore, e Marquez estende di altri 50 millesimi il suo vantaggio, giungendo a quota 150. Dall’Igna è preoccupato: nel frattempo era Dovizioso che si era portato in vetta, pronto ad essere esautorato in secondi due. Ultimo settore fenomenale, linea del traguardo, nuovo record della pista: 2.02:135, e più di tre decimi dati a Dovizioso.