Il Gran Premio degli Stati Uniti è un appuntamento ricco di storia e di momenti davvero emozionanti che riguardano il mondo della Formula 1. Da Phoenix a Long Beach, passando per Indianapolis e dal Texas, il Gran Premio degli States ha vissuto numerosi cambiamenti per quanto riguarda la propria location. Una delle edizioni che più ricordiamo è certamente quella del 2007, un Gran Premio che ha sancito la totale esplosione di un talento e che ha fatto conoscere all’interno Circus un giovane dalla capigliatura bionda che oggi è considerato come uno dei piloti più forti della storia. Di chiamo stiamo parlando? Ovviamente di Sebastian Vettel. Partendo dal presupposto che il tedesco aveva già stupito tutti nelle categorie inferiori (Aneddoto Merzario), il quattro volte Campione del Mondo ha ottenuto la sua prima grande occasione in Formula Uno proprio nel circuito di Indy. La domanda sorge però spontanea: perchè Vettel è sceso in pista durante quel week-end a Indianapolis? Chi ha sostituito? Qual’è la sua storia? In questo nostro articolo ripercorreremo tutti i fatti che hanno portato quel giovane ragazzo tedesco a bordo di una vettura di Formula 1.
Montreal, Gran Premio del Canada 2007 – Voi vi chiederete: perchè la storia di Vettel parte proprio dall’appuntamento precedente a quello degli Stati Uniti? La risposta è abbastanza semplice e verrà riportata nelle righe seguenti. Robert Kubica, campionissimo polacco e prima guida BMW nel 2007, durante il Gran Premio del Canada incappò in un bruttissimo incidente al tornantino del tracciato intitolato a Gilles Villeneuve. Un doppio impatto che distrusse completamente la sua vettura e che gli procurò alcuni dolori al collo. Inizialmente la situazione si rivelò abbastanza tranquilla, qualche dolore e nulla di più, ma come sappiamo bene l’adrenalina in alcuni casi gioca davvero brutti scherzi. La sera dello stesso Gran P il pilota della BMW accusò forti dolori al collo e alcuni giramenti di testa. Gli accertamenti eseguiti nei giorni successivi all’impatto costrinsero Kubica al forfait, costringendo la casa tedesca a nominare un pilota temporaneo per il solo appuntamento di Indianapolis. La scelta della BMW ricadde sul proprio terzo pilota, un ragazzo proveniente dal Red Bull Junior Team che durante la stessa stagione aveva eseguito alcune sessioni di prove libere al posto di Nick Heidfeld. Questo ragazzo prende il nome di Sebastian Vettel.
Indianapolis, Gran Premio degli Stati Uniti 2007 – Appena sette giorni dopo l’appuntamento mondiale in Canada, la Formula Uno tornò a far rombare i proprio motori all’interno dello storico impianto dell’Indianapolis Motor Speedway. L’attesa mediatica era tutta riversa in Lewis Hamilton, leader a sorpresa di quel mondiale 2007. Qualche box dopo quello Mclaren, precisamente in quello BMW, Mario Theissen presentava all’intera stampa il giovane Sebastian. Vettel dal canto suo non era proprio uno sconosciuto dato che altre volte era sceso in pista, precisamente in alcune sessioni di libere. Profilo basso e tanto lavoro con i propri tecnici, ecco come possiamo definire i primi due giorni di Sebastian da pilota ufficiale BMW. Già durante le libere mise un mostra un passo davvero interessante e con le sole due sessioni del venerdì si garantì una certa attenzione anche a livello giornalistico. Vettel chiuse la propria qualifica con uno strepitoso settimo posto, un grandissimo risultato se pensiamo alla poca esperienza del tedesco all’interno del Circus mondiale.
Il vero colpo di scena arrivò però alla domenica: Vettel tirò fuori dal cilindro una super prestazione, lottando con piloti che vantavano molta più esperienza di lui e concludendo la propria corsa in ottava posizione. Quel piazzamento gli regalò il primo punto iridato della carriera, un riconoscimento ottenuto nel suo Gran Premio d’esordio. Quella prestazione, anche se in molti ricordano solamente Monza 2008, garantì a Sebastian una certa visibilità all’interno del Circus, visibilità che successivamente gli regalò il posto di Scott Speed all’interno del box Toro Rosso e l’etichetta di “Baby Schumi”. Quella negli States fu l’unica corsa in cui Vettel scese in pista con i colori della BMW dato che con il rientro di Kubica il tedesco dovette tornare ad occupare il ruolo di terzo pilota. Qualche mese dopo arrivò la chiamata di Giorgio Ascanelli e di Helmut Marko, ricca di complimenti e con il posto da pilota ufficiale in Toro Rosso.
Ad appena 19 anni il tedesco risultò il pilota più giovane a concludere una gara in zona punti, per di più all’esordio assoluto in Formula Uno. Sono passati otto anni da quella corsa nell’Indiana e ad oggi Vettel è considerando come uno dei più grandi piloti nella storia della Formula Uno, capace con il suo lavoro insieme a Newey di portare alla vittoria la Red Bull, di vincere quattro mondiali piloti consecutivi e di portare quattro titoli costruttori alla Scuderia di Mateschitz. E’ difficile dire dove arriverà Vettel e se riuscirà a battere i tantissimi record di Michel Schumacher ma, considerando l’andamento delle cose, forse neanche Seb si aspettava una carriera così luminosa. Resta il fatto che oltre alla conferma di Hamilton (che vinse quel Gran Premio), Indy ci ha regalato uno dei talenti più brillanti dell’intera storia della Formula 1.