E con questo fanno tre! Sebastian Vettel, grazie al sesto posto di Interlagos, ha conquistato il suo terzo titolo mondiale di Formula Uno, ed è diventato il più giovane tre volte campione del mondo. Grazie alle 6 pole position fatte in stagione si è issato al quinto posto nella classifica dei piloti più performanti in qualifica, con 36 pole all’attivo. Ma se l’anno scorso non ha praticamente mai fatto fatica per arrivare all’iride, quest’anno ha dovuto sudare sette camicie, combattendo ad inizio anno con una Red Bull poco performante e trovando in Alonso un avversario tutt’altro che arrendevole.
Nei test di inizio stagione in Spagna, Vettel si dimostra velocissimo nelle lunghe sequenze di giri, ma nelle classifiche dei tempi non spicca quasi mai. La Red Bull pare nascondersi, e invece le qualifiche in Australia mostrano che la monoposto anglo austriaca non è veloce quanto la precedente. Nel 2011 “Kinky Kylie” aveva preso la pole e vinto facile, mentre “Abbey” non permette a Webber e Vettel di andare oltre la terza fila. Sebastian, più lento in qualifica di Webber, però alla domenica mostra tutto il suo talento, compiendo un sorpasso stupendo su Rosberg alla chicane Clark e riuscendo ad artigliare il secondo posto con una corsa tutta cuore e attacco.
Ma in Malesia e in Cina Sebastian non riesce a mettere una pezza ai problemi della Red Bull: a Speang arriva undicesimo a causa di un contatto con l’HRT di Karthikeyan, mentre in Cina, dopo aver clamorosamente mancato l’accesso al Q3, vede svanire il podio negli ultimi giri scivola al quinto e arriva nuovamente dietro a Webber, che per la seconda volta consecutiva lo ha battuto in gara dopo averlo regolato per la terza volta al sabato.
Alla Red Bull speravano in temperature più alte per rendere al meglio. In Bahrein, con condizioni climatiche ideali, Vettel torna sé stesso, centrando la pole e vincendo la gara dopo un duello serrato con Raikkonen. Ma nel periodo delle gare europee non ci sono gioie per il campione del mondo in carica. A Barcellona disputa una bella gara, ma complice un drive through e un cambio di musetto può solo arrivare sesto. A Monaco Webber fa la pole, mentre Seb fatica ad entrare nel Q3. In gara, però, Vettel risorge e grazie alla strategia delle gomme soft nel primo stint recupera fino al quarto posto, e lì termina la corsa, mentre Webber fa festa nel Principato per la seconda volta dopo il trionfo del 2010. In Canada e a Valencia il sabato vede Sebastian dominatore, ma alla domenica arrivano due sonore delusioni: a Montreal ritarda il cambio gomme e chiude quarto, mentre a Valencia la rottura dell’alternatore lo costringe al ritiro mentre è in testa. Non va meglio nemmeno a Silverstone, Hockenheim e in Ungheria. In Inghilterra Vettel arriva terzo, ma ancora una volta è dietro a Webber per tutto il weekend. Nel gran premio di casa, in Germania, lotta con Alonso e Button per la vittoria. Taglia il traguardo secondo, ma il suo sorpasso a Button oltre la pista viene punito con 25 secondi di penalità e così Seb scivola al quinto posto. In Ungheria giunge quarto, mostrando un buon ritmo, ma resta a lungo dietro a Button, e la scarsa velocità di punta della sua Red Bull non gli permette mai di tentare un attacco all’inglese della McLaren.
Vettel spera che la pausa estiva possa giovare alla competitività della sua Abbey. La macchina è buona, ma non è la vettura che nel 2011 dominava col kers utilizzato col contagocce. Sebastian, spiazzato dal vantaggio tecnico andato in fumo, ha dimostrato nella prima parte di stagione di faticare molto quando la vettura ha dei problemi, mentre Webber, molto più istintivo, è riuscito a camminare sopra le difficoltà della vettura e a mettersi in luce più volte, uscendo spesso vincitore nel confronto diretto con il pilota tedesco. C’è anche da dire che Seb, pur con una monoposto non eccezionale, ha compiuto rimonte importanti come a Melbourne, in Cina e a Montecarlo, la prima delle quali lottando ruota a ruota con Maldonado e Rosberg e sfatando il mito del Vettel alla canna del gas quando parte in mezzo al gruppo. L’osservazione, non del tutto vera, è dipesa in misura marginale dal pilota: il fattore principale della difficoltà di Vettel nei sorpassi è il mezzo tecnico messogli a disposizione dal genio Adrian Newey. La Red Bull da 3 anni si è dimostrata di gran lunga la vettura più lenta in rettilineo, e nemmeno i rapporti del cambio lunghi hanno tappato la falla. Newey in estate lavora al problema studiando il sistema del doppio DRS. Vettel promette una seconda parte di stagione da ricordare, e dichiara che per il titolo piloti non è ancora finita… (A.R)