Sato domina in Alabama davanti a Dixon. Newgarden limita i danni con una bella rimonta
08 Aprile 2019 - 16:44
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Il pilota giapponese, dopo la pole del sabato, strapazza gli avversari anche in gara. Alle sue spalle Dixon e Bourdais. Ritirati Herta e Rahal

BIRMINGHAM – Un Takuma Sato così veloce e costante sul passo forse non si era mai visto. Dopo una qualifica spaziale, che lo aveva visto ottenere la pole position ai danni del compagno di squadra Graham Rahal, il pilota giapponese ha confermato il grande feeling con la DW12-Honda e ha dettato legge nell’Honda Indy Grand Prix of Alabama.

Con una prestazione maiuscola, il pilota del Rahal Letterman Lanigan Racing si è aggiudicato il terzo round del campionato IndyCar e ha conquistato la sua quarta vittoria in carriera nella serie americana, la seconda con la compagine di Bobby Rahal dopo quella dello scorso anno a Portland. La vittoria di Sato non è praticamente mai stata in discussione: solamente un primo pit stop non molto veloce e una bandiera gialla provocata dal ritiro di Rahal e da un urto di Chilton contro il muro di curva 13 hanno interrotto brevemente la cavalcata trionfale dell’ex pilota dell’Andretti Autosport, che però ha saputo ben gestire le uniche fasi critiche che si è trovato di fronte.

Scott Dixon ha provato in ogni modo a interrompere il monologo del giapponese del Rahal Letterman Lanigan, ma il suo passo non era all’altezza e ha così dovuto accontentarsi della seconda posizione. Nella parte conclusiva della corsa il pilota del team Ganassi ha difeso la seconda posizione dal ritorno di Bourdais, fra i pochi piloti su una strategia a due soste. Il francese ha percorso l’ultimo stint della corsa con gomme alternate, e ha potuto spingere al massimo grazie all’accorta decisione di risparmiare per la seconda metà di gara gran parte del push to pass. Negli ultimi passaggi il pilota del Dale Coyne Racing, complice il forcing fatto in precedenza, si è ritrovato con le gomme troppo usurate per poter provare ad attaccare Dixon.

Quarta posizione per Josef Newgarden, che è riuscito a limitare i danni dopo una pessima qualifica che lo aveva visto eliminato nel primo gruppo e costretto a partire dalla sedicesima posizione. Il leader del campionato ha scelto una strategia molto aggressiva a tre soste, anticipando moltissimo il primo pit stop, per cercare di recuperare terreno. La scelta si è rivelata azzeccata, e nell’ultima parte della gara è risalito fino alla quinta posizione, grazie anche all’utilizzo delle gomme Firestone rosse. A quattro giri dalla fine il pilota del team Penske ha superato Rossi con tanto di ruotata, guadagnando la quarta posizione e relegando l’americano dell’Andretti Autosport in quinta posizione.

Sesta e settima posizione sul traguardo per Hinchcliffe ed Ericsson, con quest’ultimo ancora una volta fra i primi a fermarsi per il primo rifornimento. Ottava posizione per Hunter-Reay, che ha cercato di portare a casa punti importanti in un weekend piuttosto complicato. Nono e decimo sul traguardo Pagenaud e Rosenqvist, mai in grado di lottare per le posizioni di primo piano al Barber Motorsports Park.

Solo undicesimo Power, che ancora una volta ha pagato a caro prezzo un fattore esterno: se al COTA a negargli il successo era stata una caution unita a una rottura meccanica, stavolta una foratura lenta ha fatto perdere aderenza al pilota australiano, che è finito in testacoda perdendo tempo prezioso.

Giornata da dimenticare per Herta. Il più giovane vincitore della storia della IndyCar, reduce dall’apoteosi del COTA, si è dovuto ritirare per il cedimento del motore Honda. Stessa sorte per Rahal.

Immagine in evidenza: © IndyCar / Official Twitter Page