Dopo molti mesi di attesa il mondiale endurance sta finalmente per ripartire con la nuova formula della superstagione che partirà sabato per concludersi con la 24 ore di Le Mans 2019. Tale decisione è stata presa dall’ACO per garantire la presenza dei costruttori per almeno 2 anni, data l’uscita in sequenza di Porsche ed Audi e con la Toyota unica casa ufficiale presente in LMP1.
L’inizio del nuovo campionato avverrà con la 6 ore di Spa-Francorchamps, sullo storico tracciato di oltre 7 chilometri che si snoda lungo la foresta delle Ardenne, in piena Vallonia. Questo evento è ormai storico, dato che la prima edizione venne disputata nel 1953 con la vittoria della Ferrari 166 MM guidata da Oliver Gendebien. La corsa belga si è disputata quasi sempre da allora fino ad oggi, con eccezioni tra il 1976 ed il 1981 e tra il 1991 ed il 1998. Sul tracciato di Spa la corsa è stata recentemente ridenominata 6 ore, dato che dagli anni 2000 in avanti veniva chiamata 1000 KM di Spa.
Questa competizione è ricordata molte volte anche per la tragedia avvenuta nel 1985 che costà la vita al talento tedesco Stefan Bellof, il quale si schiantò con la sua Porsche 956 all’Eau Rouge durante la gara. Dopo quell’impatto la pista è stata resa più sicura in molti dei suoi punti più impegnativi, rimanendo comunque una delle più difficili e tecniche di tutto il mondo. La lunghezza del circuito è precisamente di 7 chilometri e quattro metri, dopo le modifiche del 2007 che riguardava l’ultima chicane del Bus Stop e la ricostruzione dei box.
I nomi delle curve sono storici e ben noti a tutti gli appassionati. Blanchimont, Eau Rouge, Stavelot, Pouhon sono i punti più impegnativi di questo spettacolare impianto, che conta anche importanti dislivelli e punti in cui il pilota può ancora fare la differenza facendo venir fuori il suo talento.
Da quando si corre il FIA WEC quella di Spa è ormai una tappa fissa. La prima edizione valida per il mondiale è datata 2012, quando si impose l’Audi R18 Ultra di Dumas-Duval-Genè, in una quadripletta della casa degli anelli. Nella scorsa stagione ( la prima dopo il ritiro del marchio di Ingolstadt) si è assistito ad una grande lotta tra Porsche e Toyota. La 919 Hybrid aveva siglato la pole, ma in gara il ritmo della Toyota TS050 Hybrid è stato insostenibile specialmente nella seconda parte, rendendo impossibile qualsiasi velleità strategica per gli avversari. Alla fine ad imporsi è stata la #8 di Buemi-Davidson-Nakajima, seguita dall’altra Toyota #7 di Kobayashi-Conway e dalla Porsche #2 di Bernhard-Bamber-Hartley.
In classe GTE PRO da segnalare l’autentico dominio delle Ferrari 488 GTE, imprendibili anche nel 2016. La vittoria è stata ottenuta dalla #71 di Rigon-Bird davanti alla #51 di Calado-Pier Guidi, terza la Ford GT #66 di Mucke-Pla-Johnson.
La gara di sabato segnerà anche il debutto assoluto di Fernando Alonso nel mondo dell’endurance mondiale a bordo della Toyota #8 con Buemi e Nakajima, dunque un motivo in più per seguire la gara anche se sulla carta le vetture giapponesi appaiono imprendibili per le LMP1 private e senza il sistema ibrido.
* Per seguire qualifica e gara in diretta sul sito ufficiale del WEC bisogna sottoscrivere un abbonamento acquistando l’intera stagione a 46.99€ oppure il singolo evento a 5.49€.