Rossi: “Se non posso tornare ad Aragon, lo farò Motegi”
08 Settembre 2017 - 17:21
|
Un solo obiettivo per il Dottore: rientrare il prima possibile

Valentino Rossi è fuori per infortunio e questa notizia riempie il pre-gara della prova di Misano Adriatico. Il nove volte iridato della Yamaha salterà quindi la corsa che per lui è di casa. Nel giovedì che anticipa la tredicesima prova del Campionato del Mondo di MotoGP, Valentino ha commentato quanto successo, parlando anche suo ritorno in pista.

“Sto abbastanza bene – afferma Rossi, vittima il 31 agosto di una caduta con l’enduro che gli ha causato la rottura della tibia e del perone – Anche la gamba non è male e non è troppo gonfia. Siamo già a buon punto, però sicuramente ci vorrà un po’ di tempo. Abbiamo fatto un giro con le moto da enduro, con degli amici e gli altri ragazzi dell’Academy. È un allenamento che faccio da quando avevo diciotto anni. Ero in discesa, devo aver preso un sasso e mi si è girato il manubrio. Ho messo giù il piede. Quando l’ho appoggiato mi si è girato rompendosi”.

“Mi dispiace molto, sono triste. Perché perdere una gara, magari due o tre, è un problema per il campionato. Lo è anche per il mio team e per tutti quelli che lavorano per me, ma soprattutto saltare la gara di Misano è l’ultima che avrei voluto. È il GP di casa, la pista è qui, avevamo fatto i test e stavo andando forte. Potevamo fare un buon weekend, ma rimane un grande rammarico”.

Rossi affronta il tema che ha tenuto banco subito dopo il suo incidente: l’allenamento nel fuoristrada è rischioso? La risposta: “Noi corriamo in moto e l’allenamento migliore che possiamo fare è andare in moto. Però ogni volta che si sale in sella è una cosa pericolosa e sono cose che possono capitare. Però in questa stagione mi è successo già due volte (Rossi si era infortunato con il cross, ma molto meno rispetto a questa volta, anche prima della gara al Mugello, ndr), ho sbagliato due volte e quindi dovremo un po’ vedere cosa fare per i futuri allenamenti. Pensavo di allenarmi con la Playstation, magari è meno pericolosa (sorride)“.

Toccando l’argomento che sta più a cuore ai suoi tifosi e a tutta la MotoGP continua: “Il rientro è una cosa, e il pieno regime è un’altra. Per il rientro, il prima possibile. Lavoriamo tutti i giorni e vediamo. A Misano sicuramente no,  ad Aragon è un po’ difficile perché dovrei salire in moto tre settimane dopo l’incidente e l’altra volta (l’infortunio molto simile del 2010, ndr) ci avevo messo quarantun giorni, il doppio. È vero che questa volta la frattura è migliore, ma per Aragon la vedo veramente difficile. Poi fortunatamente ci sono due fine settimana liberi e inizia il Giappone; quello potrebbe essere un obiettivo. Invece, per tornare pienamente in forma, ho bisogno di risalire in moto e fare un po’ di chilometri”.

Approfondendo sul programma di recupero: “Abbiamo cominciato a lavorare subito perché fortunatamente per il resto del mio corpo sto abbastanza bene. Però è una cosa molto delicata soprattutto in questa fase, si può fare poco e non si può esagerare perché se poi fai troppo la gamba diventa gonfia ed è più il tempo che perdi che quello che guadagni. Mi annoio, ma è importante vedere i piccoli miglioramenti giorno dopo giorno”.