VALENCIA – Sicuramente tutti gli appassionati di MotoGP, specialmente i “dottorini”, si aspettavano un risultato diverso da questo binomio tutto particolare e pieno di fascino. Nell’Agosto 2010, dopo il GP della Repubblica Ceca, Valentino Rossi aveva annunciato il passaggio dalla Yamaha, con la quale aveva vinto tutto, alla Ducati, per una nuova e affascinante sfida italiana. I risultati però, non sono stati quelli sperati, e Valentino dopo sole due stagioni, lascia l’Italia per tornare in Yamaha, per provare nuovamente a vincere con continuità.
Erano circolate diverse voci sul nove volte Campione del Mondo delle due ruote. Si pensava addirittura che la sua carriera in MotoGP potesse concludersi col finire del suo contratto con Ducati, probabilmente andando verso la Superbike, ma Valentino, deluso da questi due anni veramente neri (Facciamo tre, considerando il 2010), cerca rilancio e riscatto con la moto che lo ha portato a vincere ben quattro titoli iridati, riportando al successo un marchio che negli ultimi anni era sempre stato secondo alla più quotata HRC.
La stagione 2011 per Valentino si conclude con il settimo posto finale in Classifica, ben al di sotto di tutte le aspettative, forse anche dei più pessimisti. Il feeling con la Moto non è mai nato e soltanto il terzo posto di Le Mans ha dato motivo di gioia per il “Dottore”. La stagione si conclude con il ritiro di Valencia dopo una caduta al primo giro.
Il 2012 va già un po’ meglio, era difficile effettivamente fare peggio, anche se si poteva e si doveva aspettare molto di più da Rossi e dalla Ducati. Valentino lotta per il quinto posto finale in Classifica, i podi di Le Mans e San Marino sono le uniche due gioie per il pilota di Tavullia, che spera in una svolta già a partire dai primi test con la Yamaha, proprio a Valencia.
Valentino ha rilasciato una lunga intervista ad una rivista australiana “Sport Rider”, ne trascriviamo i passaggi più importanti: “Nella mia carriera non ho mai sbagliato una scelta, ma questa si, posso dire di averla sbagliata. Casey (Stoner ndr) è stato l’unico ad andare forte con la Ducati, tutti gli altri che hanno provato a farlo si sono rovinati la carriera o la mente. Quindi tanti complimenti a Casey. Due anni fa non capivo la differenza tra lui e gli altri piloti Ducati, dopo averla guidata per due anni ancora non lo capisco, però Casey non mi ha distrutto mentalmente, perché ho un’altra possibilità. Ho passato le due ultime stagioni tra mille difficoltà, quello che mi ha frustrato di più è stato avere sempre gli stessi problemi per due anni, non riuscire a risolverli è stato terribile, ancora più della mancanza di risultati, è da Valencia 2010 che ancora non sappiamo quale sia il problema di questa moto. Per cercare di migliorare il feeling con l’anteriore, spesso ho avuto la sensazione di perdere solo tempo, però l’ultima in Rosso sarà emozionante, perché c’è una bella atmosfera in Ducati e le persone sono fantastiche ed è difficile salutarle. Riesco sempre a fare gruppo, ma questo non ci ha aiutato a portare i risultati sperati. Sono felice di tornare in Yamaha, non vedo l’ora di rimettermi in sella alla M1, dopo i primi test capirò il potenziale per la prossima stagione, credo comunque che riuscirò ad andare al livello dei migliori come Dani e Jorge.”
Valentino si sofferma anche sul tracciato di Valencia e sulla sua ultima gara in Rosso: “Valencia non mi piace moltissimo, l’unica cosa buona è che si corre in Spagna, dove c’è sempre una grande atmosfera. E’ una pista “Micky Mouse”, molto piccola per la MotoGP e quindi insidiosa. Ci sono un sacco di curve a sinistra, mentre io preferisco quelle a destra. Staremo a vedere, l’asfalto è stato rifatto e questo avrà migliorato grip e buche. Sarà un weekend particolare, ma tenteremo di fare del nostro meglio, come sempre.”
Dunque, termina qui la mini carriera di Valentino Rossi in sella alla Ducati. Due anni a dir poco disastrosi, che forse hanno maturato il pilota di Tavullia, scalpitante e pieno di voglia di tornare a vincere con la sua Yamaha. Sicuramente un Valentino Rossi competitivo non può che fare bene a questo sport, speriamo dunque di rivederlo ai livelli che conosciamo tutti.