Rossi a cannone su Wickens, Bourdais vince di nuovo a St. Pete
12 Marzo 2018 - 11:27
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GP St. Petersburg
Il francese coglie l'occasione d'oro regalata da Rossi, che butta a muro il canadese a due giri dal termine. Per il quattro volte campione CART è la seconda vittoria consecutiva sulle strade della Florida

La IndyCar inizia una nuova stagione e lo fa nel modo più spettacolare che ci sia. Quella di ieri a St. Petersburg poteva essere una gara capace di riscrivere la storia dell’automobilismo a stelle e strisce. Dopo un’incredibile pole position di Robert Wickens, al suo esordio nella categoria, il pilota canadese stava anche per portare a casa il primo successo nella gara inaugurale del campionato 2018. Il trionfo del pilota del Schmidt Peterson Motorsports avrebbe visto un rookie sul gradino più alto del podio, nella sua prima gara, per la prima volta dal 1993 quando Nigel Mansell vinse all’esordio durante il Gran Premio di Surfer Paradise.

A lasciare inalterata la storia di questa categoria ci ha però pensato Alexander Rossi che, dopo una battaglia sul filo dei nervi per tutta la gara contro Wickens, all’ultima ripartenza a due giri dalla fine, nel tentativo di sorpassare il proprio avversario in curva 1, lo ha centrato spedendolo contro le barriere e infrangendo i sogni di gloria del pilota canadese. A sfruttare questa occasione è stato Sebastien Bourdais, altro pilota in lotta per la vittoria a partire dal secondo terzo di gara, il quale ha così infilato il secondo trionfo consecutivo a St. Petersburg dopo quello ottenuto la passata stagione. A chiudere il podio un incredibile Graham Rahal risalito dall’ultima posizione di partenza e Alexander Rossi che nel contatto finale ha perso una sola posizione.

LA GARA
Parte bene Wickens che riesce a mantenere la prima posizione mentre in curva 2, alle sue spalle, Will Power perde il controllo della sua vettura finendo in testacoda contro le barriere, e andando a danneggiare l’ala posteriore della sua Dallara. Poco prima del via, invece, Ryan Hunter-Reay è rientrato ai box per aver stallato la sua vettura in fase di accelerazione. Poco prima della conclusione del primo giro anche Tony Kanaan finisce in testacoda, mentre al termine della prima tornata Sebastien Bourdais decide di effettuare la prima sosta, scartando le gomme rosse poco prestazionali in Florida. Al giro successivo fuori pista per Kimball, all’ultima curva, il quale spegne la macchina costringendo i commissari a chiamare la prima caution. Intanto nuovo pit stop per Hunter-Reay, mentre rientra Power per riparare i danni.

Al sesto giro riprende la corsa e Jordan King fulmina Wickens in curva 1 prendendo la leadership. Il giro seguente un contatto tra Spencer Pigot e Graham Rahal in curva 1 costringe la seconda uscita della Pace Car, data la presenza del pilota di Ed Carpenter fermo in curva 1.

La gara vede la bandiera verde al giro 11, con Wickens che restituisce il favore a King riprendendosi la prima posizione in curva 2. Alexander Rossi, intanto, nei primi giri dopo la ripartenza si fa strada portandosi in seconda posizione. Al giro 15 sorgono i primi problemi per Matheus Leist che prosegue lentamente prima di rientrare ai box per una lunga sosta di oltre 10 giri. Alla 17a tornata inizia il primo valzer di pit stop aperto da Power e seguito nei giri successivi da Andretti, RHR e Jones. Gli ultimi ad effettuare il cambio gomme sono stati Rossi, King e Wickens dal 23° al 25° giro. Tre tornate dopo torna in pista Leist che finisce a muro causando la terza caution della gara che dura per sei giri.

La quarta full course yellow non tarda ad arrivare, infatti al giro 35° un tamponamento in curva 1 di Dixon su Sato. Entrambi continuano la gara, ma sono costretti a rientrare ai box per la sostituzione di gomme e ala. La corsa riprende al giro 39, con Andretti che si fa largo prendendosi la quarta posizione, mentre Wickens si riprende la prima piazza ai danni di Bourdais che era salito in cima alla classifica dopo la prima sosta degli avversari. Al termine del giro, Jack Harvey vede le due gomme destre cedere improvvisamente, chiudendo la propria gara fuori dalla pista con gli pneumatici stallonati. Al quarantesimo giro, poco prima della quinta caution, Rossi e Andretti superano anch’essi Bourdais. Durante il periodo di bandiera gialla, molti ne approfittano per effettuare la seconda sosta, tra cui il francese.

Al giro 46 viene esposta la bandiera verde, mentre dal 52° inizia il secondo giro di pit stop, con Andretti seguito dai compagni Wickens e Hinchliffe e quindi Rossi. Questo permette a Bourdais di tornare in testa alla gara. Il francese segue una strategia differente da gli altri due contendenti alla vittoria. Avendo pittato ad inizio gara, scartando da subito le gomme morbide, per lui si è prospettata una corsa con una sosta in meno. L’ultima per lui arriva infatti al 77° giro, seguito dopo quattro tornate da Wickens e quindi Rossi. Dopo l’ultima sosta il canadese riprende la prima posizione, creando un gap deciso tra sé e lo statunitense del team Andretti, mentre il transalpino è ben più distante. Giro dopo giro però il #27 recupera tempo sulla prima posizione, portandosi a ridosso del pilota dello Schmidt Peterson al 98° giro. In questo momento, i doppiati potrebbero aiutare entrambi i piloti, ma chi ne giova di più il leader, dato che Rossi, nel tentativo di doppiare Kimball, forse distratto, arriva lungo in curva 4 finendo quasi contro le barriere.

Gli ultimi dieci giri sono stati al cardiopalma. Si inizia con il rookie René Binder che finisce a muro nel corso del 101° giro. Viene chiamata caution per la sesta volta. Rimossa la vettura dell’austriaco, la gara riprende al 107° giro, con Wickens che mantiene la testa della gara, poche centinaia di metri dopo il via Chilton finisce a muro, ma nel tentativo di tornare in pista spegne la vettura. Settima caution che dura appena un giro. Al 109° giro viene esposta la bandiera verde. Rossi tenta l’attacco in curva 1 su Wickens. Il canadese lascia spazio, ma lo statunitense perde il controllo della vettura impattando contro la Dallara #6 e spedendola contro le barriere. Se per il pilota di Andretti non ci sono state conseguenze, per quello dello Schmidt Peterson si, infatti la sua gara finisce a poco meno di due giri dal termine. Ne approfitta Bourdais che si riprende la testa della classifica, mantenuta fino al traguardo grazie anche all’ottava caution chiamata in causa.

La gara si chiude quindi sotto regime di bandiere gialle con Bourdais che coglie la seconda vittoria consecutiva a St. Pete dopo quella della passata stagione. Segue Rahal in rimonta e Rossi che limita i danni. James Hinchcliffe mantiene alto il nome dello Schmidt Peterson portando la sua vettura al quarto posto, precedendo Ryan Hunter-Reay anche lui in rimonta, il quale chiude quinto. Gara abbastanza anonima sia per le vetture del Chip Ganassi Racing che per quelle del Team Penske. Tra questi il più appariscente è stato Ed Jones che ha chiuso in 8a posizione, mentre il suo team mate lo ha preceduto con il 6° posto, dopo una seconda parte di gara migliore rispetto alla partenza. Per quanto riguarda il team di Roger Penske, orfano di Helio Castroneves, ieri nei panni di speaker, le sue vetture si sono classificate in 7a (Newgarden), 10a (Power) e 13a (Pagenaud) posizione.

L’appuntamento è tra un mese con il Gran Premio di Phoenix che si terrà sabato 7 aprile sull’ovale di Avondale.

RISULTATI GRAND PRIX OF ST. PETERSBURG