Ron Dennis è tornato al timone del team McLaren F1, e ha intenzione di riportarlo nelle posizioni di vertice. Dennis è tornato ad avere un ruolo molto operativo e politico, ma soprattutto ha ricominciato a far sentire la voce del team nelle sedi opportune, e si è esposto in più occasioni con la stampa riguardo ai regolamenti 2014 e alla F1 di questa stagione.
Ad Alberto Antonini di Autosprint, Dennis ha rilasciato un paio di dichiarazioni interessanti. Sul budget cap e sul nuovo regolamento ha detto: “Il mio punto di vista non è contro la riduzione in sè del tetto di spesa. Il problema è il processo di controllo che è quasi impossibile, che comporta ulteriori controlli sulle monoposto, non solo tecnici, ma anche “fisici”, per verificarne la conformità. I progettisti sanno sempre come aggirare le regole… In passato il limite di carburante è stato un problema. Nel 1988 eravamo così competitivi che a ogni gara ci controllavano la capacità del serbatoio, e ogni volta il risultato ufficiale veniva ritardato di ore… La realtà è che in F1 ognuno spende quello che può, e se non puoi permetterti di esserci, ci sono tante altre categorie in cui correre. Per anni la Ferrari ha dominato perchè poteva spendere di più, ma le cose cambiano. Penso ai nuovi motori: avevamo dei V8 a prova di bomba, avevamo ottenuto che non fosse più il motore a determinare il risultato, perchè fra uno e l’altro non c’erano più di 25 cv di margine. Adesso, lasciando perdere chi vincerà, il motorista torna a fare la differenza… In più, questi motori sono i più complessi ed costosi di sempre. Le stesse persone che ci hanno condotto a questo, adesso parlano di ridurre i costi. Mio Dio, si può essere più illogici?”
Dennis ha anche cercato di chiarire i motivi che hanno portato alla sostituzione di Martin Whitmarsh dal ruolo di team principal, rimanendo però sul vago. “Martin aveva altre attività da seguire nel suo ruolo di amministratore delegato, che aveva ereditato da me. Responsabilità che vanno al di là della gestione di un team di F1. E devo dire che anch’io sono in parte responsabile per questo sistema di cose. C’è stata, come dicevo, una distrazione… La squadra era un po’ fuori forma, e rimetterla in forma è un processo doloroso.”
Di una cosa Dennis è sicuro: la coppia di piloti della McLaren è competitiva e ben amalgamata. “Jenson è un essere umano stupendo. Il modo in cui conduce la sua vita e i rapporti col team equivale a quello di alcuni grandi piloti McLaren del passato. E’ intelligente e il cervello sarà una componente fondamentale nella gestione delle corse quest’anno. Per tante cose somiglia ad Ayrton Senna. Quanto a Kevin, per principio non sono favorevole ai figli dei piloti. Suo padre, Ian, corse brevemente per noi nel ’95. Era un tipo un po’ disordinato: a volte mi faceva perdere la testa, ma dopo aver visto suo figlio ai test per giovani piloti, credo che avrà una carriera eccezionale. Ha una determinazione d’acciaio. E Jenson per lui sarà un grande maestro.”