Uno dei motoristi più attivi per quanto riguarda lo sviluppo del proprio propulsore turbo è sicuramente la Renault. Dopo la prima presentazione a Viry Chatillion e la dimostrazione del motore completo a Le Bourget, Rob White alle colonne del noto giornale Autosprint ha fatto una panoramica generale sull’attuale situazione della casa francese per quanto riguarda il progetto del V6 Turbo che scenderà in pista dalla prossima stagione. Il tecnico della Renault ha inoltre scartato ogni possibile similitudine con gli attuali propulsori turbo utilizzati in IndyCar, chiarendo che il progetto riservato alla Formula Uno presenta alcune differenze non di poco conto. White ha confermato che il motore simula le reali condizioni di gara e che in Francia si è già passati al secondo stadio di studio, ovvero quello con i due motori elettrici che formeranno l’ERS.
Ecco le dichiarazioni di Rob White: “In IndyCar esiste un turbo uguale per tutti omologato ad inizio anno. In F1 invece ogni Costruttore dovrà omologare un turbo ad inizio anno e mantenerlo per tutto l’arco del campionato. Molto diverse sono anche le potenze per litro. Inoltre, in IndyCar non sono previste altre motorizzazioni mentre in F1, lo ricordo perchè sarà un aspetto determinante, avremo anche due propulsori elettrici, che dovranno essere armonizzati con quello termico. Il debimetro assicurerà a livello regolamentare un flusso di carburante uguale e costante, molto inferiore alla quantità che viene bruciata attualmente in un Gran Premio. Il tema del consumo di carburante sarà sviluppato es esasperato come mai era successo in precedenza. Credo che la differenza principale, che determinerà la maggiore o minore competitività di un propulsore, non sarà la potenza massima, che con le nuove regole dovrebbe essere abbastanza simile per tutti, ma il rapporto dei consumi litri/chilometri. La vera battaglia si giocherà lì. Per questo è sbagliato parlare solo delle caratteristiche del motore termico, considerando i propulsori elettrici come accessori distaccati, un pò come può essere il kers attuale. In realtà si tratta di tre dispositivi collegati tra loro che dovranno essere sempre considerato e collegati nel loro insieme, anche se si tratta di tre motori diversi, anche come alloggiamento in vettura”.
White ha concluso il proprio intervento chiarendo l’attuale situazione della Renault per quanto riguarda lo sviluppo del proprio motore: “Sino a febbraio al banco veniva provato solo il propulsore, che girava a circa 4000 giri in meno rispetto alla sua rotazione massima, ora invece siamo ad un punto quasi conclusivo della prima fase dello sviluppo. Il motore sta girando accoppiato agli altri due propulsori che recuperano energia termica e cinetica. Attualmente il propulsore termico gira al banco simulando le effettive condizioni gara che dovrà affrontare”.