Aldo Costa in Mercedes ha certamente trovato il suo ambiente ideale. Il tecnico emiliano, dopo il brusco addio alla Ferrari, ha scommesso sul progetto Mercedes portato avanti prima da Ross Brawn e successivamente dal duo Toto Wolff e Paddy Lowe, prendendosi una bella rivincita nei confronti di chi lo definiva poco adatto alla Scuderia Ferrari. Costa, proprio in tal senso, in una chiacchierata amichevole con Leo Turrini ha spiegato parecchie cose interessanti legate al suo addio alla Ferrari, specificando che nel 2011 si venne a creare una situazione abbastanza spiacevole per tutte le parti in causa. Parlando del presente, Costa ha chiarito che la Mercedes non farà nessuna preferenza tra Rosberg e Hamilton.
Ecco le parole di Aldo Costa: “In Mercedes siamo in dodici italiani. Dodici ingegneri per la squadra da Gran Premio. Li ho reclutati io, quando mi hanno chiamato qua. Alcuni vengono dalla Ferrari, altri direttamente dalla università. Siamo un piccola colonia tricolore all’interno di una multinazionale. Ti posso assicurare che la Mercedes non farà alcuna preferenza, tra Hamilton e Rosberg. Non è nel nostro interesse. Anzi, nel team abbiamo una direttiva rigorosissima: poichè i due piloti sono estremamente competitivi e disposti a fare ruotate ad ogni gara, noi abbiamo l’obbligo di fornire a entrambi una macchina perfettamente identica nelle prestazioni. Lo so, lo so, mi vuoi chiedere (riferito a Leo Turrini .ndr) della comunicazione via radio arrivata a Lewis in Ungheria. Ascoltata da un esterno, lo ammetto, suonava male. Ma era logica: Nico doveva rientrare presto ai box per cambiare le gomme, era più veloce, ci stava di domandare a Lewis di farlo passare. Ma non c’erano secondi fini e nemmeno malizia, fidati. Io adesso sto già lavorando sul progetto del 2015. E’ normale così, per chi fa il mio lavoro. Non verrò più alle gare della stagione in corso, al massimo mi vedrete in Belgio o a Monza, poi stop, le mie priorità sono diverse.”
Sulla Ferrari ha spiegato: “La Ferrari… dobbiamo proprio parlarne? Allora, mi dispiace. Sono sincero, sono emiliano, ho lavorato per una azienda che è un mito. Non può farmi piacere vedere come è ridotta, a livello di Formula Uno, anche se mi hanno mandato via e mi hanno mandato via in un modo che non riesco a definire elegante. Fammi dire che a Maranello lavora tantissima gente in gamba, per la quale provo affetto e mi addolora saperli coinvolti in una situazione tanto complicata. Non è buonismo, ho lasciato tanti amici lì, vuoi che sia contento nel vederli in difficoltà? Ciò premesso, io non credo che per la Mercedes, nel 2015, i problemi arriveranno dalla Rossa. Noi ci preoccupiamo della Red Bull, che ha dimostrato e sta dimostrando una rapidità di reazione straordinaria. Quali sono le ragioni del declino della Rossa, sulle piste del mondiale? La mia verità non è assoluta, è una opinione. Ecco qua: sono stati commessi errori strategici, proprio di visione, gravissimi. E ovviamente non sono state prese le decisioni più opportune a proposito delle persone. Ti faccio un esempio. Nel 2008 noi del reparto corse presentammo la richiesta di procedere alla realizzazione di una nuova galleria del vento. La reputavamo indispensabile per restare competitivi. Ci venne risposto che non era il caso, che non ce n’era bisogno.”
Ha concluso parlando del suo rapporto con la Ferrari: “In Ferrari tutte le decisioni, sulle strategie e sulle persone, le ha sempre prese il presidente, l’avvocato Montezemolo. Le ha prese quando la Ferrari trionfava e le ha prese quando la Ferrari ha smesso di vincere. Tanto per essere chiari. Io non credo che nel 2011, dopo il Gp di Spagna, sia stato Alonso a farmi fuori. Considero Fernando un grandissimo quando sta sulla macchina, quando guida. Fuori dall’auto, non sono mai riuscito a capirlo, per me rimane un personaggio indecifrabile, enigmatico. Comunque non verrà da noi in Mercedes, non vedo per quale ragione Hamilton dovrebbe mollare adesso una squadra come la nostra. Allison? L’ho conosciuto quando era in Ferrari come aerodinamico e posso dire che come aerodinamico è bravissimo. Poi ha fatto bene anche altrove, però non sono in grado di valutarlo nei panni di direttore tecnico, mi auguro faccia bene. Su Tombazis, quando mi mandarono via dissero che ero io a tarpare la creatività del progettista greco. Dopo deve aver liberato la sua fantasia, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, no? Domenicali? Non gli serbo rancore, ogni tanto ci scriviamo un sms, la Ferrari appartiene al suo e al mio passato e a quello di Marmorini e di tanti altri. Tornarci? Veramente sto benissimo dove sto…”