Il GP del Messico ha regalato poca azione in pista, ma tante polemiche durante la gara e soprattutto al termine della corsa per quanto successo in pista. Hamilton alla partenza ha tagliato di netto curva 1, tornando sul tracciato in prima posizione e con un grande vantaggio sugli inseguitori (poi annullato dalla safety car, ndr), ma i giudici di gara non hanno nemmeno investigato la manovra del pilota della Mercedes.
Ma a scatenare il putiferio è stato il taglio della prima chicane fatto da Max Verstappen per difendere la posizione su Vettel, col pilota olandese che si è rifiutato di cedere il terzo posto al collega della Ferrari, venendo per questo penalizzato a fine gara di cinque secondi sul tempo complessivo.
A fine gara si è parlato molto delle vie di fuga asfaltate che di fatto inducono i piloti a rischiare di più, perché tanto un taglio di chicane o un lungo non fanno perdere tempo prezioso e posizioni. A tal proposito Ricciardo è stato il primo fra i piloti a prendere una posizione netta, chiedendo il ritorno delle vie di fuga con la ghiaia al posto degli attuali “parcheggi” asfaltati.
“Io sono un fan della ghiaia e di questo genere di cose, perché creano un deterrente, e portano il pilota a guidare con più attenzione e a pensare maggiormente alle conseguenze di un possibile errore,” ha affermato Ricciardo. Il pilota della Red Bull ha poi proseguito: “Anche se un pilota passa sulla ghiaia ad alta velocità e non perde molto in termini di tempo, rimangono comunque dei sassolini nei radiatori e sulle gomme, perciò è una conseguenza forse anche più grave di una penalità di cinque secondi. Non mi piace come vanno le cose oggi: un pilota può fare un bloccaggio, tagliare e tornare esattamente dov’era. Non è giusto quanto ha fatto Lewis in curva 1. La partenza è un momento cruciale della corsa, e uno sbaglio del genere allo start, con così tante vetture vicine, dovrebbe avere un costo molto superiore a quello pagato da Lewis in Messico.”