Redding al veleno: “Il Mondiale? Una questione di soldi”
28 Dicembre 2018 - 14:55
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Il pilota britannico, dal 2019 impegnato nel BSB, spiega senza peli sulla lingua i motivi che lo hanno costretto ad abbandonare il circus della MotoGP

A discapito delle sue eccentricità viste in pista, in particolare negli ultimi anni, va detto che Scott Redding ha sempre testimoniato le sue sensazioni, emozioni, in maniera molto pura e trasparente, a volte anche troppo. Non si è certo risparmiato in una recente intervista, riportata in particolare dai colleghi di motorsport.com. Redding si è mostrato profondamente deluso dell’intero meccanismo che ruota dietro il circus del motomondiale, spinto, a suo dire, esclusivamente da un unico leitmotiv, il denaro: “Sono solo affari, è tutta una questione di soldi. Questo è il problema. Ecco come vanno le cose. E’ difficile anche solo entrare ora: quanti sono i piloti che pagano per avere una moto? Questo è il Mondiale, indipendentemente dal fatto che sia classe Moto3, Moto2 o MotoGP. Anche se le squadre hanno il budget, sono sempre alla ricerca di piloti che devono pagare. Perché possono, perché alla fine qualcuno pagherà. Ma poi non otterrai mai il meglio”.

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Scott ha anche valutato un possibile ritorno nella categoria che più l’ha visto affermarsi, la Moto2. L’operazione, però, non è andata in porto, proprio a causa delle elevate spese che il pilota avrebbe dovuto sobbarcarsi: “E’ per questo che non sono sceso in Moto2. Non correrò mai gratis, perché è il mio lavoro, e sicuramente non pagherò. Sicuramente non pagherò due o trecentomila, per una o due stagioni. E’ ridicolo, è folle, ma alla fine c’è sempre qualcuno che lo farà. Ci dovrebbero essere limiti su quanto vengono pagati i migliori, ma ci dovrebbero essere dei limiti anche per i piloti paganti. Ci dovrebbero essere alcune linee guida da seguire. Ma alla fine i migliori prenderanno sempre dei grandi ingaggi e i più ‘piccoli’ nada“.



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