A discapito delle sue eccentricità viste in pista, in particolare negli ultimi anni, va detto che Scott Redding ha sempre testimoniato le sue sensazioni, emozioni, in maniera molto pura e trasparente, a volte anche troppo. Non si è certo risparmiato in una recente intervista, riportata in particolare dai colleghi di motorsport.com. Redding si è mostrato profondamente deluso dell’intero meccanismo che ruota dietro il circus del motomondiale, spinto, a suo dire, esclusivamente da un unico leitmotiv, il denaro: “Sono solo affari, è tutta una questione di soldi. Questo è il problema. Ecco come vanno le cose. E’ difficile anche solo entrare ora: quanti sono i piloti che pagano per avere una moto? Questo è il Mondiale, indipendentemente dal fatto che sia classe Moto3, Moto2 o MotoGP. Anche se le squadre hanno il budget, sono sempre alla ricerca di piloti che devono pagare. Perché possono, perché alla fine qualcuno pagherà. Ma poi non otterrai mai il meglio”.
Scott ha anche valutato un possibile ritorno nella categoria che più l’ha visto affermarsi, la Moto2. L’operazione, però, non è andata in porto, proprio a causa delle elevate spese che il pilota avrebbe dovuto sobbarcarsi: “E’ per questo che non sono sceso in Moto2. Non correrò mai gratis, perché è il mio lavoro, e sicuramente non pagherò. Sicuramente non pagherò due o trecentomila, per una o due stagioni. E’ ridicolo, è folle, ma alla fine c’è sempre qualcuno che lo farà. Ci dovrebbero essere limiti su quanto vengono pagati i migliori, ma ci dovrebbero essere dei limiti anche per i piloti paganti. Ci dovrebbero essere alcune linee guida da seguire. Ma alla fine i migliori prenderanno sempre dei grandi ingaggi e i più ‘piccoli’ nada“.