La Red Bull ha ingranato il passato il passo del gambero nel 2017, e come nel disgraziato 2015 ritorna a minacciare l’addio alla Formula 1. La scuderia di proprietà di Mateschitz vuole poter competere ad armi pari con Mercedes e Ferrari, e ritiene di essere al momento impossibilitata a farlo a causa della mancanza di competitività dei motori Renault.
Ma c’è di più: nel mirino della Red Bull è finito anche il regolamento in materia di motori. Le power unit sono ritenute troppo costose dal team anglo-austriaco, e se un motorista è in ritardo, è quasi impossibile che riesca a recuperare a stagione in corso grazie al lavoro di sviluppo.
“Il termine ultimo per l’ingresso di un motorista indipendente in F1 deve essere il 2021 – ha dichiarato Helmut Marko – E’ necessario che questo avvenga. I motori devono essere molto più semplici di quelli attuali, rumorosi e poco costosi. Un motore non deve costare più di 10 milioni di euro l’anno. Vogliamo motori che siano decisamente meno complicati rispetto a quelli attuali: dei veri motori da corsa. Ci sono tantissimi costruttori che sarebbero pronti a fornirceli. Ci aspettiamo che i nuovi padroni della F1 e la FIA trovino una soluzione entro fine anno. Qualora ciò non dovesse accadere, la nostra permanenza in Formula 1 sarà alquanto incerta”.