Vittorie, sconfitte, gioia, delusione e disgrazie. Tanti modi, tanti termini per esprimere il reale valore della Dakar, il rally più bello e più pericoloso al mondo. Un manifestazione che mette in mostra il bello e il brutto del motorsport, l’ebbrezza della sfida, della velocità, della resistenza ma anche la sensazione e la possibilità della morte. Tutti i piloti sognano di partecipargli ma bisogna anche ammettere che anche i più grandi tremano alla sensazione di effettuare una gara di una difficoltà simile. Per Dakar non intendiamo la semplice gara rally che tutti noi conosciamo, è qualcosa che va oltre alla semplice sfida dato che oltre alla gara bisogna affrontare tantissime insidie: il caldo, la stanchezza, la fatica, il sole e il tempo. Il Raid è una corsa dove anche il minimo particolare può risultare fondamentale visto che parliamo di una manifestazione che mette in risalto le cose belle ma anche le cose più brutte del motorsport. Ogni pilota quando vince la Dakar prova qualcosa di forte, una sensazione che nessun altra categoria può regalare. Alla gara partecipano auto, moto, camion e quad e, ovviamente, ogni mezzo dispone di un particolare GPS. In questo articolo spiegheremo un pò cos’è, la sua storia, i suoi momenti e gli uomini che hanno fatto la storia di questa corsa.
Il Rally Dakar è una competizione rallistica che può essere chiamata in altri due modi: La Dakar o Parigi-Dakar. La competizione viene detta anche “Parigi-Dakar” in quanto in molte edizioni, precisamente dal 1979 al 1991 e ancora nel 1993, 1994, 1998, 2000 e 2001, il percorso iniziava nella capitale francese per poi terminare a Dakar, capitale del Senegal. Ovviamente non è sempre stato così dato che la partenza, durante la storia della competizione, ha subito diversi spostamenti. La gara, dopo varie tappe in Europa, si spostava in Africa dove viveva il suo momento più importante. La corsa attraversava diversi paesi africani e il deserto del Sahara fino ad arrivare nella capitale del Senegal. L’edizione del 2008 (manifestazione annullata a causa di varie minacce di attentati terroristici durante la corsa) è stata lo spartiacque tra la vecchia e la nuova Dakar. Dal 2009, infatti, la corsa è stata spostata in Sudamerica. Nonostante lo spostamento la corsa ha mantenuto il nome originale, ovvero Rally Dakar.
La gara è stata ideata da Thierry Sabine, un pilota francese di auto da Turismo e amante dei rally. Il francese, dopo aver rischiato di perdersi nel deserto durante un altro raid, la Abidjan-Nizza, decise di creare un rally raid che percorresse la direzione inversa della Abidjan-Nizza. Una sfida che non comportava solo la competizione ma anche le difficoltà che derivavano da fattori esterni come le condizioni climatiche. La prima edizione fu svolta nel 1979 e proprio questa ha toccato tutti i paesi dell’Africa nord-occidentale. Nel 1992 si è arrivati a toccare anche parecchi paesi dell’Africa centrale e meridionale. In quest’ultima edizione la corsa vide l’arrivo a Città del Capo, in Sudafrica. La Dakar è famosa anche per la sua difficoltà nell’orientarsi in mezzo al deserto. L’edizione del 1982 fu caratterizzata dalla missione internazionale di ricerca e salvataggio di Mark Thatcher, figlio dell’allora Primo Ministro britannico Margaret Thatcher. La notizia ebbe molto rilievo tra la stampa mondiale e molte autorità intervennero in prima persona. Il 14 gennaio 1982, un Hercules C-130 dell’aviazione militare algerina lo ritrovò in mezzo al deserto africano.
Il Rally Raid è anche ricordato per la sua infinita lista di morti. Infatti molti piloti hanno perso la vita nel tentativo di compiere questa impresa e portare la propria vettura al traguardo. Venticinque piloti hanno perso la vita durante l’esecuzione della gara e in questa lunga lista spuntano anche nomi di un certo rilievo come Fabrizio Meoni, Martinez Boero, Michel Sansen e Bruno Cauvy. Lo stesso Sabine perse la vita nell’edizione del 1986 (il suo elicottero precipitò nel deserto durante la corsa e insieme a lui morirono quattro persone tra cui il cantautore francese Daniel Balavoine). Si registrano anche incidenti mortali che hanno coinvolto la popolazione locale stessa. Ari Vatanen è il pilota che ha collezionato più vittorie per tappa per la categoria auto (50 tappe) mentre per la categoria moto si aggiudica questo speciale premio S. Peterhasel (34 tappe). Per i camion vince il russo Chagin con 63 tappe. La categoria quad è una corsa relativamente nuova e al momento due vittorie su cinque edizioni sono andate all’argentino Alejandro Patronelli. Le restanti tre sono andate a Marcos Patronelli (2) e Joseph Machacek. Ricordiamo che noi di MotorSport Italia seguiremo questa Dakar con approfondimenti e riassunti delle giornate. Inoltre Eurosport trasmetterà in diretta gli ultimi 15 chilometri di ogni tappa e Italia 2 (Mediaset) manderà ogni sera un approfondimento conclusivo di ogni giornata. Che lo spettacolo abbia inizio.
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