“Se Schumacher ha avuto così tante difficoltà nel suo ritorno in Formula 1, Raikkonen, che non è uno che si impegna nel lavoro quanto Schumacher, farà ancora più fatica.” Più o meno questo fu quanto disse un opinionista della Rai, e giornalista de La Gazzetta dello Sport, nel Febbraio 2012 alla trasmissione di Telenova “Griglia di Partenza.” Dopo il gp del Bahrain 2012 invece affermò: “Raikkonen? Sempre detto che sarebbe andato forte! Lui è uno che non si fa tanti problemi: entra in macchina e spinge.” Della serie viva la coerenza!
Terminata la digressione, bisogna ammettere che il ritorno in Formula 1 di Kimi Raikkonen è stato eccellente, e ci pone uno spunto di riflessione interessante; molto meglio avere un pilota di talento che uno pagante. Mi spiego. La Lotus veniva fuori da un 2011 molto negativo, nel quale Heidfeld e Petrov avevano raccolto due podi nelle prime due gare per poi non combinare quasi più nulla, tanto che Heidfeld fu poi appiedato per far posto a Bruno Senna. Falcidiata da problemi di budget e dalla perdita di diversi tecnici, la scuderia di Enstone ha fatto una scelta coraggiosa: si è affidata a un pilota come Raikkonen, dall’ingaggio alto e con tutti i limiti del caso dovuti a due anni di assenza dal Circus, ma dotato di una classe innata e indiscutibile, preferendolo a soluzioni finanziariamente molto vantaggiose quali la riconferma di Petrov e Senna.
E la decisione di Boullier ha pagato. Raikkonen, con la sua esperienza ha dato un sacco d’indicazioni nello sviluppo della vettura, che hanno contribuito a migliorare sempre più la già buona E20, a differenza di ciò che era accaduto nel 2011. E ora la Lotus se la sta giocando per il titolo piloti e per un buon piazzamento nei costruttori. James Allison, ottimo tecnico che prima dell’arrivo di Iceman era abbastanza sconosciuto ai più, oggi è probabilmente il tecnico più corteggiato sul mercato. La Ferrari vorrebbe riprenderselo, la McLaren farebbe carte false pur di portarlo a Woking nel posto che fu di Paddy Lowe. La Lotus è la vettura che sfrutta meglio le gomme e la più costante sul passo gara. Tutto il team riconosce ad Iceman grandi meriti nel progresso della squadra. Se la Lotus si fosse affidata a Petrov o a Senna sarebbe lì a lottare con Red Bull e Ferrari secondo voi? Dal punto di vista tecnico l’essersi affidati al talento e non alla valigia ha pagato. Tanto.
Non solo. Dal 2009 in poi ad Enstone era iniziata la fuga degli sponsor importanti. Da quando è tornato Raikkonen la Total ha aumentato il suo impegno finanziario (e non solo per pagare la stagione a Grosjean), la Clear anche. A fine anno è entrata nel team la Coca Cola con il marchio Burn per fare concorrenza alla Red Bull, Japan Rags ha rinnovato la partnership con la Lotus e anche la Columbia Records ha voluto mettere il suo marchio sulle ex Renault. Cosa significa questo? Che se tu hai un pilota forte che fa i fatti in pista, gli sponsor arrivano. E con i soldi degli sponsor la prospettiva di lungo periodo è molto più rosea. La Lotus oggi ha qualche timida preoccupazione per i costi futuri, ma riesce a sviluppare la macchina 2013 e contemporaneamente a dedicarsi al progetto 2014, mentre nel 2010, con Petrov al volante che gli garantiva 15 milioni, doveva farsi anticipare i soldi dalla FOM, perché dal mercato delle sponsorizzazioni non arrivavano i fondi necessari per poter aggiornare la monoposto. Del resto, chi vuoi che metta il marchio sulla tua monoposto se c’è sopra Petrov?! Ma se vai forte e lotti con i primi, ecco che cominci a raccogliere dei fondi, e così è successo in Lotus grazie a Raikkonen.
Alla fine, scegliere il pilota pagante può garantirti il presente, ma dare un’occasione a uno veloce, ma senza soldi può darti un futuro.